Terremoto anche in Amiu, si dimette il consiglio di amministrazione
- Postato il 26 novembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Il consiglio di amministrazione di Amiu ha rassegnato le dimissioni in blocco. Il cda della partecipata comunale che si occupa della raccolta e gestione dei rifiuti – presieduto da Giovanni Battista Raggi e composto da Simona Gagino, Antonio Oppicelli, Federica Schiano e Giovanna Damonte – sarebbe comunque scaduto a maggio. Era stato nominato sotto la passata amministrazione di centrodestra con una durata triennale.
La notizia, che circolava da alcune ore, è arrivata ufficialmente con una nota della sindaca Silvia Salis: “Questa decisione si inserisce in un percorso di rinnovamento dell’azione amministrativa – dichiara la sindaca di Genova, Silvia Salis – desidero ringraziare il presidente Giovanni Battista Raggi e tutti i componenti del Consiglio di amministrazione per la professionalità dimostrata in questi mesi e per il lavoro svolto nel corso del loro mandato. Con questo gesto hanno confermato senso di responsabilità e attenzione nei confronti delle importanti sfide che l’azienda e la città sono chiamate ad affrontare nel nuovo ciclo amministrativo”.
La prima cittadina sottolinea, inoltre, che “il ciclo dei rifiuti è una priorità assoluta di questo nostro inizio di mandato per garantire un sistema ambientale completo, moderno, efficiente e sostenibile”.
Secondo le prime informazioni le dimissioni non sarebbero un fulmine a ciel sereno: oltre alla normale dinamica di ricambio, nel passaggio tra un colore politico all’altro al governo del Comune di Genova, già in passato si erano verificate situazioni di tensione tra i vertici di Amiu, in particolare tra il cda con il suo presidente Raggi e il direttore generale Roberto Spera, nominato all’inizio del 2024.
Il prossimo mese, intanto dovrebbe essere pronto il piano economico finanziario di Amiu e non è escluso che anche su quel campo ci siano stati screzi.
Sempre in questa fase in Amiu sarebbero state portati avanti alcuni tentativi di ristrutturazione aziendale, non del tutto condivisi. Sembra escluso, invece, che dietro le dimissioni del cda ci siano motivazioni legate ai conti della società.
Nei giorni scorsi Amiu aveva smentito categoricamente il contenuto di un articolo comparso su un quotidiano genovese in cui si parlava di un “disavanzo di 14 milioni di euro”. La società, riferendosi ai dati della Semestrale 2025 approvata proprio dal consiglio di amministrazione e trasmessa al Comune e alla Città Metropolitana, ha evidenziato un utile di esercizio (al 30 giugno) di 142mila euro con una previsione di chiusura d’anno positiva per 86.567 euro. Il bilancio 2024 presentato a giugno, a sua volta, si era chiuso con un utile di 27mila euro.
Un’altra questione spinosa è quella della Tari: proprio in questi giorni i genovesi stanno ricevendo i bollettini del saldo 2025, ma nella relazione previsionale 2026 presentata da Amiu si parla di 5 milioni in più rispetto all’anno precedente. Ipotesi che ha fatto montare le polemiche del centrodestra per l’ennesima presunta stangata in arrivo sotto l’amministrazione Salis. La sindaca ha assicurato il massimo impegno per evitare ulteriori rincari di quella che è la terza Tari più alta d’Italia. Le tariffe Tari per il 2026 devono essere stabilite entro la fine di aprile.
Nel frattempo l’azienda ha lanciato una gara da 42 milioni di euro per reperire impianti disposti a smaltire 100mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziati in modo da evitare emergenze come quella che si è verificata a ottobre quando gli impianti fuori regione erano a mezzo servizio.
Per il bando, tuttavia, è arrivata una sola offerta e per solo uno dei due lotti: quello da 70mila tonnellate. Gara deserta per lo smaltimento del secondo lotto, 30mila tonnellate oggetto del secondo lotto.