Tira sempre più Mal’aria in Campania: siamo in emergenza e non lo sappiamo
- Postato il 5 giugno 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Al 31 maggio 2025 questa è la sequenza in Campania delle centraline Arpac che hanno segnalato almeno 11 giorni di sforamento del limite massimo consentito di PM10 (50 ug/m.c.) dall’inizio dell’anno – tra parentesi i giorni di sforamento del PM10 alla stessa data del 2024 (fonte Arpac, elaborazione Dr Gennaro Napolitano, Isde Nola):
1) Teverola 45 (30) (+ 33%)
2) San Vitaliano 42 (36) (+ 15%): da traffico tir raddoppiato nel nolano
3) Acerra zona industriale 38 (26) (+ 32 %): da traffico tir notturno e sconosciuto
4) Napoli Ospedali Pellegrini 34 (22) (+ 36%): da traffico intenso per rotonda aereoporto Capodichino
5) Acerra Scuola Caporale 31 (33) (- 6%): si conferma concentrazione traffico notturno e sconosciuto non in zona centrale ma in zona industriale di Acerra
6) Aversa 28 (22) (+12%)
7) Napoli via Argine 27 (17) (+37%): attività Porto in eccezionale incremento senza elettrificazione delle banchine ancora assente
8) Casoria 21 (22)
9) Maddaloni 17 (22)
10) Pomigliano d’Arco 16 (30)
11) Napoli Ferrovia 11 (14)
Il livello d’inquinamento atmosferico in Campania, in particolare nella piana nolana ed acerrana, quest’anno appare più elevato del solito. La qualità dell’aria dei nostri territori sembra essere diventata la peggiore degli ultimi anni e più insalubre della Pianura padana. Le centraline che sforano di più sono tutte ubicate nella piana nolana-acerrana-aversana (Teverola, San Vitaliano, Acerra) con l’aggiunta della centralina “Nuovo Pellegrini” che sfora per eccesso di traffico attorno all’aeroporto di Capodichino. Non era mai accaduto prima! L’anno scorso solo il 10 maggio accadde che la prima centralina Arpac in Campania (S. Vitaliano) segnalasse il 36esimo giorno di superamento del limite massimo.
Dobbiamo concludere, pertanto, che nel 2025 il livello d’inquinamento atmosferico nei nostri territori, nei primi mesi dell’anno in corso, è in aumento del 33% in media rispetto allo scorso anno con conseguente aumento dei gravissimi danni per la salute umana. L’eccezionale sviluppo delle attività aeroportuali, portuali e del traffico pesante di Tir, specie di notte, risulta in incremento notevole e per motivi apparentemente sconosciuti specie.
E’ inutile fare finta di non sapere che l’eccesso di sforamenti in polveri sottili ma soprattutto in biossidi di azoto ad Acerra (quindi da traffico Tir) avviene con picchi notturni e per mezzi non identificati. Cosa circola di notte nella zona industriale di Acerra? Siamo in emergenza e non lo sappiamo. Nessuno lo comunica ai cittadini che ignari respirano aria insalubre che danneggia sempre di più la loro salute. Gli amministratori regionali e comunali non adottano misure di contenimento, nemmeno quelle previste dalla legge.
Il governo nazionale, grazie al Commissario unico Vadalà, sembra intenzionato a non ignorare più il problema: sempre più numerose sono le persone nei nostri territori che si ammalano e ci lasciano prematuramente. Per questo motivo i registri tumori non devono funzionare in modo adeguato e nei tempi dovuti.
Siamo tutti felici dell’eccezionale sviluppo del turismo nel nostro territorio, che resta Terra dei Fuochi ma appare evidente che non si accompagna ad una migliore vivibilità e salubrità per la intera città metropolitana. Disponiamo del più grande aeroporto di Italia con Grazzanise a Caserta ma rimane vuoto e non utilizzato mentre i dati Istat certificano (maggio 2024) che per sole polveri sottili pm 2.5 muoiono in eccesso e in maniera evitabile e non evitata non meno di dodici campani ogni giorno di cui non meno di 4 solo napoletani.
Troppo alto il prezzo in salute da pagare per consentire eccezionali guadagni alle ditte che gestiscono porto e aeroporto, da soli responsabili del 40% di tutte le polveri sottili assassine prodotte a Napoli.
Guarda caso, entro il 2030, dovremmo ridurre proprio del 40% le polveri sottili per legge Ue. Sarebbe fin troppo facile a Napoli ma con questa omertà per eccessivo amore di lobbies sembra impossibile raggiungere l’obiettivo.
Il 31 maggio si celebrava in tutto il mondo la Giornata Mondiale senza tabacco, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per aumentare la consapevolezza sui rischi del fumo di sigaretta, del tabacco e dei prodotti a base di nicotina. La Campania detiene oggi il record italiano di incidenza e mortalità evitabile e non evitata per cancro del polmone, infarti, ictus, diabete da gravissimo inquinamento dell’aria. Nonostante questo, e sin dal 2020 la Regione Campania è anche la prima regione italiana per ettari di terreno agricolo regionale destinato alla coltivazione del migliore tabacco prodotto in Italia e distribuito in esclusiva alla principale industria mondiale del tabacco, la Philipp Morris.
Proprio la Regione che ha il massimo di incidenza e mortalità per tutte le patologie cronico degenerative compreso il cancro, infarti ed ictus, che denuncia la più bassa aspettativa di vita per questo disastro ambientale specie per pessima qualità dell’aria, “regala” alla maggiore industria mondiale di trasformazione del tabacco circa 3700 ettari (!) per la produzione di tabacco oggi soprattutto per “svapatori”, principale strumento per indurre dipendenza tra i nostri giovani!
Sino a quando potremo tollerare tanto amore per le lobbies industriali e tanta indifferenza per la tutela della salute dei napoletani?
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