Toscana tomba di Conte e Vannacci, Trump resuscita Netanyahu, sole a strisce per Sarkozy, sic transit

  • Postato il 14 ottobre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La Toscana alla Toscana, ma anche Trump a Trump. Così, il campolargo risorge (in parte).

E torna a sorridere Elly Schlein e piange a dirotto il generale Vannacci che con la “sua” Lega non arriva nemmeno al cinque per cento di preferenze.

Tutto questo mentre prima a Tel Aviv e poi a Sharm el Sheikh il presidente degli Stati Uniti vive una giornata forse irripetibile. La Knesset (la Camera israeliana) lo acclama con una standing ovation che dura molti minuti.

Tutti in piedi ad applaudire il tycoon, mentre lui sorride e pensa ai suoi detrattori che lacrimano di rabbia. “È l’alba storica del Medio Oriente”, esclama e guarda verso la platea che non si stanca di battergli le mani.

“Meloni, come sei bella”

Toscana tomba di Conte e Vannacci, Trump resuscita Netanyahu, sole a strisce per Sarkozy, sic transit, nella foto Trump e Meloni
Toscana tomba di Conte e Vannacci, Trump resuscita Netanyahu, sole a strisce per Sarkozy, sic transit – Blitzquotidiano.it (foto ANSA)

Giorgia Meloni è l’unica donna in un assembramento di uomini che non hanno nemmeno la galanteria di metterla al centro di una foto che rimarrà storica. “Va bene, è all’estrema destra”, sussurra in inglese qualcuno che forse non la ama. Non certo Trump che quando lei si è avvicinata per stringergli la mano ha detto: “Se ti dico  che sei bella ti offendi?”.

La curiosità non ha il crisma dell’ufficialità, ma è fuor di dubbio che Donald stimi molto la nostra premier e non lo nasconda.

Il ritorno del Pd in Toscana

A Tel Aviv si consacra un tycoon che vuol bene all’occidente, A Firenze sale in cattedra una forza politica che negli ultimi mesi aveva preso due sonanti ceffoni. La Toscana non ha tradito la sinistra. Al contrario, le ha dato una quantità di voti tali da far rialzare la testa ad una Schlein che rischiava di lasciare via del Nazareno nel caso in cui avesse dovuto accusare un altro flop. Eugenio Giani ha stravinto staccando di diversi punti l’avversario Alessandro Tomasi che non aveva speranze e infatti non le ha avute.

Elly è entusiasta, torna davanti ai microfoni con gioia e si lascia andare: “Ci davano per morti, questa è la nostra risposta. Uniti si vince, continuo a ripeterlo, ma qualcuno lo mette in dubbio pur sapendo che sta dicendo una falsità”.

Onore al Pd, quindi. Però, è anche bene ricordare che quando si trattava di scegliere un candidato per il governo della Toscana, Elly Schlein e non solo lei propendevano per un cambio della guardia. Anche Giuseppe Conte era dello stesso avviso ed è stato punito.

Pd al 40%, M5S sotto il 5%

Mentre il Pd ha superato il quaranta per cento dei voti, i 5Stelle hanno fatto un flop che potrebbe avere singolari conseguenze. Non hanno raggiunto il cinque per cento e questo dato dovrebbe calmare i bollenti spiriti dell’avvocato del popolo che vorrebbe essere il numero uno della sinistra per poi puntare a Palazzo Chigi, rimastogli nel cuore.

Una sberla di non poco conto l’ha ricevuta anche la Lega che si era affidata a Vannacci certa che l’estremismo del generale avrebbe dato i suoi frutti.

Bugie belle e buone: il Carroccio ha preso meno voti di una lista che aveva un nome inconfondibile, “Tiziana Rossa”, guidata da una donna che si avvaleva delle preferenze della sinistra più estrema. Ha oltrepassato il cinque per cento che deve essere considerato un successo. Come lo è quello di un rinato Matteo Renzi,  risultato alla fine il terzo in classifica.

Bene esultare, però attenzione. perché molti dei suoi voti il segretario di Italia Viva li deve al neo governatore che lo aveva assorbito nella sua lista sotto il nome di Casa Riformista.

Dunque, Israele ha un nuovo re proclamato dalla piazza di Tel Aviv e consacrato dai grandi che sedevano a Sharm.

Nonostante il successo della tregua o della pace che ha inseguito con caparbietà, c’è ancora chi critica Trump per ciò che ha detto alla Knesset. “Non è stato proprio il discorso di uno statista”, sostengono.

Infatti, il presidente non aveva bisogno di dimostrare ancora le sue doti politiche perché queste le aveva raggiunte e superate mettendo d’accordo un Medio Oriente che da centinaia di anni non trovava la minima tranquillità.

Da ieri è iniziata la fase due della pace, adesso tocca ai Paesi e alle forze politiche che ne fanno parte di portare avanti un discorso che deve avere come traguardo la nascita di due Stati che non abbiano nelle proprie file i terroristi di Hamas ed i loro complici. Sono stati sconfitti, debbono deporre le armi a loro tanto care.

Se rivolgiamo per un attimo la nostra attenzione alla Francia, non possiamo frenare la commozione per il grande caos che Macron non ha saputo fermare e per la fine di un suo predecessore, l’ex presidente della repubblica Nicola Sarkozy, il quale dall’Eliseo trasferisce il suo domicilio in un carcere da dove vedrà il sole a strisce. Avevano ragione i latini: “Sic transit gloria mundi”.

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Blitz

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