Tra storia e maledizioni: viaggio nelle case infestate dai fantasmi d’Italia

Spesso in campagna e in luoghi isolati, altre volte in piena città: l’Italia ha tantissime case infestate dai fantasmi. Mistero, suggestione e atmosfere da brivido caratterizzano questi luoghi, oggi meta degli appassionati di “urbex“, la tendenza dell’esplorazione urbana di edifici abbandonati sempre più diffusa.

Ville dimenticate, monasteri, ex manicomi e case di cura: ecco le 5 dimore infestate più misteriose d’Italia.

Palazzo Carmagnola a Milano

In pieno centro a Milano, tra vetrine luccicanti e strade sempre in movimento, si nasconde un edificio che sembra appartenere a un’altra epoca: Palazzo Carmagnola. Costruito nel XIV secolo e oggi sede della Consob e del Piccolo Teatro, il palazzo custodisce da secoli due ospiti… decisamente fuori orario. Il primo è il Conte di Carmagnola, Francesco Bussone, valoroso condottiero decapitato dopo un processo lampo. Il secondo è un volto immortale: Cecilia Gallerani, la celebre “Dama con l’ermellino” di Leonardo da Vinci e amante di Ludovico il Moro.

Si dice che, durante la notte dei morti, il 2 novembre, la bella Cecilia appaia a una finestra, lo sguardo malinconico perso nel vuoto. Qualcuno giura di aver sentito passi nella galleria e il fruscio di un abito d’altri tempi. Forse lei attende ancora il suo duca, o forse è solo curiosa di sapere se, là fuori, Milano si ricorda ancora di lei.

Villa Cerri a Lomello (PV)

Sulla provinciale di Pavia che attraversa Lomello, tra pioppi e campi di grano, si nasconde una villa liberty che il tempo ha trasformato in un racconto di passioni e sangue.

Villa Cerri, conosciuta anche come la villa degli amanti maledetti, deve il suo nome a una tragedia: il proprietario sorprese la moglie con lo stalliere al rientro da una battuta di caccia. Impazzito di rabbia, uccise entrambi prima di suicidarsi. Da allora si dice che le anime dei tre non abbiano mai lasciato la villa. Negli anni ’50 un’intera famiglia morì in circostanze misteriose, rafforzando la credenza sull’infestazione.

Castello di Montebello a Poggio Torriana (RN)

Tra le colline della Valmarecchia, dove la nebbia si stende come un velo sottile e il vento porta echi lontani, si erge il Castello di Montebello: il luogo in provincia di Rimini che, più di ogni altro, profuma di leggenda. Qui, tra mura medievali e silenzi che sanno di passato, vive, o forse sopravvive, lo spirito più celebre d’Italia: quello di Azzurrina.

La sua storia risale al 1370 circa. Figlia di Ugolinuccio di Montebello, la piccola nacque con una particolarità che, in quell’epoca superstiziosa, fu vista come un segno inquietante: era albina. Per proteggerla dalle dicerie e dagli sguardi diffidenti, la madre cercò di mascherare il colore dei suoi capelli con un pigmento naturale che, però, li rese di un riflesso azzurro come i suoi occhi. Il 21 giugno 1375 la bambina durante un temporale notturno è sparita e non è mai più stata ritrovata. Si dice che ogni solstizio d’estate, ogni cinque anni, la sua voce risuoni ancora tra le pietre fredde del castello. I tecnici che hanno registrato i suoni durante le indagini giurano di aver udito un pianto, un respiro, o un sussurro infantile che nessuno ha saputo spiegare.

Ca’ Dario a Venezia

Tra i palazzi che si specchiano malinconici sul Canal Grande, Ca’ Dario è quello che nessun veneziano vorrebbe ereditare. La facciata è splendida, ma la fama è sinistra. Da secoli si dice che chiunque ne diventi proprietario sia destinato a una fine tragica: suicidi, incidenti, rovine economiche. La maledizione iniziò con il suo primo proprietario, Giovanni Dario, segretario del Senato veneziano, e da allora nessuno è riuscito a spezzarla. C’è chi sostiene che la casa sui canali di Venezia sorga sopra un antico cimitero templare, altri parlano di un talismano maledetto nascosto nel portone d’acqua. Ma le coincidenze sono troppe per ignorarle: ogni nuovo inquilino ha conosciuto una fine drammatica.

Villa Caboto a Mondello (PA)

A pochi passi dal mare di Mondello, tra palme e silenzi improvvisi, si erge Villa Caboto, una casa anni Quaranta che il tempo ha inghiottito. È stata ufficialmente abbandonata negli anni ’80 e su di lei si raccontano davvero tante storie: c’è chi giura di aver visto una vecchia signora davanti all’ingresso, chi ha sentito pugni invisibili e chi ha notato luci che si accendono e spengono da sole, come se la casa respirasse. Ma c’è anche chi parla di una ragazza assassinata da un padre geloso, e chi di una strage di soldati tedeschi dopo la fine della guerra.

Autore
SiViaggia.it

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