Trasportounito: “I tempi di attesa vanno pagati, No a patteggiamenti commerciali”
- Postato il 11 giugno 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Liguria. “Chiediamo funzionalità operativa e il controllo e riduzione dei tempi di attesa e di sosta. Non abbiamo né interesse né volontà di speculare sull’inefficienza dei servizi ai camion che ormai è cronica in porti come Genova, Spezia, Vado Ligure, Livorno, Marghera, né tantomeno fare la guerra ai terminalisti o ad altri operatori della filiera portuale. La nostra richiesta di applicazione delle Port fee ha l’obiettivo di redistribuire in modo più equo i costi di tutti i disservizi che colpiscono l’autotrasportatore nell’attività portuale quotidiana”.
Secondo Giuseppe Tagnochetti, coordinatore nazionale Trasporto contenitori di Trasportounito, le Port fee rappresentano in effetti una misura economica forfettaria, una sorta di ‘minimo garantito’, a fronte di costi sostenuti dalle imprese di autotrasporto che non possono essere ricompresi in un sistema tariffario che si basa esclusivamente su una percorrenza chilometrica e non sui tempi improduttivi e che, nella pratica di tutti giorni, è compresso dallo strapotere contrattuale della committenza.
Da ciò la richiesta rivolta da Trasportounito alle Autorità di Sistema di interventi strutturati e regolatori per il rispetto delle condizioni minime di dignità e sicurezza stradale degli autisti e sostenibilità dei conti economici delle Imprese di autotrasporto.
“Autorità di sistema – prosegue Giuseppe Tagnochetti – che non vigilano sulla qualità dei servizi resi dai concessionari portuali (e che in linea torica potrebbero produrre la revoca della concessione in caso di gravi inadempienze) e non intervengono quando esplodono vere e proprie congestioni dentro e fuori i Terminal, con il blocco operativo di interi bacini portuali”.
Nel denunciare le tante inefficienze dei sistemi portuali, Trasportounito interviene anche sulla nuova normativa introdotta dal Decreto Infrastrutture, ricordando che le lunghe attese al carico e scarico generano non solo improduttività ed extracosti bensì uno stress contro il tempo degli autisti in molti casi “costretti” a violare norme e comportamenti relativi alla sicurezza stradale. Da ciò discende l’invito a tutte le Associazioni Terminalistiche e Logistiche a collaborare in modo trasparente e collaborativo sull’applicazione della aggiornata disciplina delle attese.
La tracciabilità e documentazione delle attese, soste e ritardi sono ora garantite dall’utilizzo del localizzatore e del cronotachigrafo digitale. Nessuna speculazione: dopo 90 minuti di sosta in attesa del carico è necessario il pagamento alle nostre aziende di un compenso di 100 euro all’ora. Si cerca di trasformare in oggetto di concertazione una questione culturale e di legalità.
“Il tempo in cui il camion è obbligato ad attendere – conclude Tagnochetti – deve essere pagato, e non può essere oggetto di patteggiamenti commerciali”.