Tunnel subportuale, Aspi propone la variante: le terre da scavo nel canale di calma dell’aeroporto
- Postato il 25 aprile 2025
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- Di Genova24
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Genova. Posizionare un’area di deposito intermedio per le rocce da scavo nell’area individuata dall’opera a mare della Gronda, vale a dire nel canale di calma dell’aeroporto. Questa la proposta presentata da Aspi agli uffici tecnici regionali – e che ora dovrà superare il relativo iter approvativo – per uscire dall’impasse dovuta alla indisponibilità di calata Giaccone in tempi utili da parte di Autorità di sistema portuale.
“L’opera a mare insiste nell’area portuale di Genova e consiste nell’ampliamento dell’attuale banchina a servizio dell’aeroporto Cristoforo Colombo, mediante la realizzazione di un nuovo rilevato da eseguirsi all’interno del canale di Calma in prosecuzione dell’area aeroportuale esistente – si legge nella documentazione – Attualmente il canale di calma ha funzioni di dissipazione dell’onda non trattenuta dalla diga foragna, mentre non è utilizzato abitualmente per la libera navigazione. Fatto salvo, autorizzazioni speciali tra cui quelle per la motonave, per il trasporto pubblico e mezzi di soccorso di emergenza”.
L’area dell’opera a mare individuata dal progetto della Gronda, prevede un riempimento di circa 57 ettari di superficie marina con circa 8 milioni di metri cubi di smarino proveniente dalle future gallerie autostradali. Sarà costruito con il posizionamento di nuovi cassoni e divisa in vasche separate “una delle quali sarà dedicata a depositi intermedi delle terre provenienti dal tunnel subportuale”, che sommano in tutto 1.3 milioni di metri cubi.

La variante oggi proposta da Aspi quindi prevede di utilizzare questi spazi già individuati e approvati per il progetto della Gronda: “Tutti i potenziali effetti delle operazioni di deposito intermedio sono pertanto già stati valutati all’interno della procedura del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Non essendo state introdotte nuove attività di modifica la gestione delle terre, essendo le due aree di deposito intermedio molto vicine tra loro e raggiungibili entrambe via mare”.
Anche dal punto di vista ambientale la proposta potrebbe non richiede particolari cambiamenti a livello di procedure: “Il piano di monitoraggio ambientale del tunnel subportuale è stato integrato prevedendo anche attività di monitoraggio della componente ambientale marina – si legge nella documentazione allegata alla richiesta – è pertanto previsto il monitoraggio della torbidità della colonna d’acqua nell’area di lavori. L’obiettivo è prevenire eventuali sviluppi di plume di torbide all’interno del bacino e soprattutto prevenire possibili dispersioni e diffusioni nei ari esterni al porto di Genova, associati in particolare al conferimento del materiale nelle diverse calate previste a progetto. Tale monitoraggio sarà quindi estesa all’opera mare, adeguando punti di misura in funzione della modifica proposta“.