Turismo e progetti culturali sostenibili: sulle Alpi sventolano 19 Bandiere Verdi
- Postato il 6 maggio 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Di Legambiente
Sulle Alpi sempre più realtà investono con un successo su turismo dolce, agricoltura e progetti socioculturali utilizzando come volano la sostenibilità ambientale. A dimostrarlo sono le 19 Bandiere Verdi 2025 che Legambiente ha assegnato all’arco alpino in occasione del Summit nazionale delle Bandiere Verdi, organizzato a Orta San Giulio, in provincia di Novara, in uno dei borghi più belli d’Italia. Protagonisti dei vessilli verdi sono comunità locali, singoli cittadini, associazioni, cooperative, amministrazioni, aree protette che adottano un approccio sempre più sostenibile anche per fronteggiare crisi climatica e spopolamento abitativo che colpisce soprattutto i piccoli borghi. Su 19 Bandiere Verdi 2025 ben cinque sono andati ad iniziativa legata al turismo dolce; altre cinque a pratiche legate all’agricoltura, alla silvicoltura e alla pastorizia; le restanti 9 bandiere verdi sono state assegnate a progetti socioculturali, capaci di rafforzare il tessuto comunitario e di promuovere valori condivisi, soprattutto in ambito socio-ambientale.
“Le bandiere verdi – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendere sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune. Dalle storie che premiamo emergere il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipare alle trasformazioni sociali che stiamo usando quella. Siamo di fronte a frammenti di che il sociologo Aldo Bonomi definisce una comunità di cura , che insieme alla comunità operosa dovrebbe diventare un riferimento fondamentale per l’azione delle istituzioni e per l’orientamento delle attività di ricerca, nel percorso di senso della società che vogliamo costruire”.
Tra le 19 bandiere verdi 2025 si va, ad esempio, dal cuore del piccolo borgo di Ostana, in provincia di Cuneo, dove la Cooperativa di Comunità VISO A VISO, nata nel 2020, porta avanti una serie di servizi e attività incentrate su benessere, salute, welfare comunitario, turismo sostenibile e che hanno permesso al piccolo borgo piemontese di rinascere, alla storia della pastora e scrittrice Marzia Verona che ha deciso di vivere in quota portando avanti l’attività pastorale, per passare all’Azienda agricola Raetia Biodiversità Alpina (SO) che segue e adotta i principi dell’agroecologia coltivando ortaggi, fagioli autoctoni e patate antiche della biodiversità alpina; ed ancora all’associazione “Progetto Lince Italia”, Tarvisio, impegnata nello studio della lince specie a rischio, al rifugio Alpino Vallorch gestito dall’associazione “Lupi, Gufi e Civette” che si distingue per essere un centro di educazione naturalistica e turismo sostenibile. E poi c’è la sottosezione CAI Valle di Scalve (BG) per la realizzazione del Cammino “La Via Decia”, solo per citarne alcune.
“La nostra Penisola – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani. In questo percorso, però, è importante non lasciare sole le comunità locali. Per questo chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale”.
Un’attenzione quella verso la sostenibilità cresciuta negli anni come dimostrano le 302 bandiere verdi assegnate in questi 23 anni, dal 2002 al 2025, da Legambiente e che ben raccontano il fermento in corso su tutto l’arco alpino. Non bisogna, però, abbassare la guardia su quelle pratiche ancora poco sostenibili presenti nelle aree interne montane e che Legambiente denuncia ogni anno con le Bandiere Nere. Nove quelle assegnate quest’anno: otto in Italia e una all’Austria. Il Friuli-Venezia Giulia è la regione con più bandiere nere, ben tre, seguita da Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino, Alto Adige e Veneto, tutte rispettivamente con un vessillo nero. In Austria vessillo nero all’industria dello sci austriaca per l’accanimento nell’ampliare le aree sciistiche del Tirolo sfruttando le ultime aree glaciali rimaste sulle Alpi orientali. Tutte le informazioni sulle bandiere verdi e nere su www.legambiente.it dove è possibile scaricare anche il report.
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