Un appello ai garantisti muti su Israele: il vostro non è doppio standard, ma faccia come il culo
- Postato il 27 ottobre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Vorrei fare un appello ai garantisti. Come certo sapranno, nel 2016 Israele ha introdotto una legge secondo cui i bambini possono essere imputabili penalmente. Proprio i bambini: quelli di età compresa tra 12 e 14 anni. Da allora, i bambini palestinesi vengono incarcerati insieme agli adulti in centri di detenzione dove si pratica sistematicamente la tortura, come ha ripetutamente riferito il quotidiano israeliano Haaretz, e dove decine di detenuti muoiono e i loro corpi non vengono mai restituiti, denuncia l’Onu.
I bambini palestinesi vengono giudicati e processati non da un tribunale civile, ma da un giudice in mimetica in un tribunale militare, come gli adulti (palestinesi), e ricevono come gli adulti pene detentive nel solo paese al mondo che lascia giudicare i bambini da un tribunale militare e che è anche il paese al mondo con il più alto tasso di sentenze di colpevolezza: vengono condannati il 99,7 per cento dei palestinesi giudicati dai tribunali militari – svelava già nel 2011 un’inchiesta di Haaretz.
Oggi, denuncia l’Ong israeliana B’Tselem, il tasso di condanna supera il 99,9 per cento: vengono condannati tutti i palestinesi imputati. Per fare un confronto con l’Italia – confronto impossibile perché in Italia come nel resto delle democrazie i tribunali sono civili e gli stessi per tutti gli imputati a prescindere da loro fede religiosa o appartenenza etnica e i processi penali non sono mai a carico dei bambini, ritenuti non imputabili prima dei 14 anni – è del 65 per cento, considerando però che la maggior parte dei processi – tra i 6-7 ogni dieci – non arriva mai nemmeno a sentenza perché viene archiviato o cade in prescrizione.
I cittadini israeliani nei territori occupati, al contrario dei palestinesi, vengono invece giudicati da tribunali civili, non militari, e quasi mai condannati. È a piede libero, ad esempio, il colono Yinon Levy, già in precedenza accusato di innumerevoli violenze, che ha sparato senza ragione all’attivista disarmato e pacifista Awdah “Odeh” Hathaleen, protagonista del film No Other Land, il film del quale la Rai ha acquisito i diritti ma che si rifiuta di trasmettere. Domando ai garantisti: se questo non è apartheid, cos’è?
Ma bambini palestinesi che vengono condannati “per terrorismo”, vengono condannati per cosa? Per esempio, per aver lanciato una pietra contro una casa illegalmente costruita da un colono israeliano sul territorio palestinese occupato si rischiano dieci anni; 20 anni per aver lanciato una pietra contro un veicolo militare. Sono oltre 850 i minori palestinesi arrestati con l’accusa di aver lanciato pietre: lanciato pietre a casa loro contro l’esercito occupante che vuole sfrattarli con la violenza (dal 2009, più di 10.300 bambini sono rimasti senza casa a seguito delle demolizioni dei bulldozer israeliani in Cisgiordania). Altri bambini, accusati di lanciare o detenere pietre, vengono direttamente uccisi a colpi d’arma da fuoco. È successo pochi giorni fa e succede ogni mese, da prima del 7 ottobre.
Da uno dei molti rapporti di Save The Children che precede il 7 ottobre emerge che i minori palestinesi nel sistema di detenzione militare israeliano “subiscono abusi fisici ed emotivi”, ma le denunce delle Ong nei decenni sono infinite. Nel 2001, l’Organizzazione mondiale contro la tortura, che riunisce oltre 200 ong per i diritti umani, accusava Israele della detenzione illegale e tortura di oltre 300 minori palestinesi.
Israele non ha solo il potere di imputare penalmente i bambini, ha anche quello di detenerli in carcere senza nemmeno imputarli. Senza alcun processo, senza diritto alla difesa. Grazie alla “detenzione amministrativa”, che consente a Israele di incarcerare persone che non sono state condannate o nemmeno accusate di alcun reato sulla base di sospetti o “prove segrete” (!) che non vengono rese note all’accusato o al suo avvocato e che dunque non possono essere contestate. Non parliamo di un’eccezione: Israele usa sistematicamente la detenzione amministrativa per trattenere a tempo indeterminato migliaia di palestinesi, compresi donne, anziani e bambini, nelle sue carceri, denuncia da anni B’Tselem. La detenzione amministrativa può essere prorogata di sei mesi in sei mesi anche per anni, all’infinito.
Oltre 700 bambini vengono così rapiti da Israele ogni anno, spiegava la relatrice Onu per i Territori Palestinesi Occupati Francesca Albanese, che alla condizione dell’infanzia rubata dei bambini palestinesi sotto occupazione militare permanente aveva dedicato un rapporto, anche questo stilato prima del 7 ottobre.
Incredibilmente, i garantisti di casa nostra, che sono assai preoccupati della condizione dei detenuti nelle carceri italiane (e meno male!) e che sono così impegnati ad estendere le garanzie dell’imputato fino a far sì che possa conoscere in anticipo il momento del suo arresto, ricusare i giudici, pagare per evitare la pena… non hanno mosso un dito in difesa della difensora dei bambini palestinesi incarcerati e torturati da Israele, ora che Trump l’ha sanzionata per dissuaderla dal proseguire le sue indagini sui crimini di Israele per conto delle Nazioni Unite.
Per i garantisti di casa nostra, Israele può incarcerare e uccidere i bambini mentre Francesca Albanese che lo denuncia non può nemmeno più aprire un conto corrente. Provate a inviare un euro a un amico su PayPal mettendo come causale “Francesca Albanese”. Vi bloccheranno il conto, vi manderanno un avvertimento, sarete messi sotto osservazione come fiancheggiatori dei terroristi. Banca Etica, alla quale Albenese si era rivolta per aprire un conto, chiede all’Ue che queste sanzioni vengano rimosse. Le sanzioni, oltre a costituire una inaccettabile intimidazione nei confronti di Albanese e dunque dell’Onu e dunque nostri, sono un affronto alla sovranità dell’Unione Europea e dunque nostra.
Per i garantisti – e pure per i sedicenti sovranisti! – di casa nostra, chi incarcera e uccide i bambini va difeso mentre chi denuncia i carcerieri e gli assassini dei bambini va trattato come un terrorista. Una volta si diceva “doppio standard”, ma quella era una definizione che andava bene per i favoritismi o per il diverso criterio applicato a seconda dello schieramento di appartenenza. Siccome però non possiamo considerare opposti schieramenti quello dei bambini incarcerati e uccisi e quello degli adulti loro aguzzini – dando per scontato che nessuno possa schierarsi con i secondi se non gli aguzzini medesimi – più che doppio standard, quella dei garantisti muti di fronte ai bambini torturati, incarcerati e uccisi da Israele, è faccia come il culo.
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