“Un giorno mi disse ‘sono stanco, devo riposare’. Senza l’aiuto di alcuni specialisti è dura reggere”: Julio Sergio parla della morte del figlio Enzo

  • Postato il 9 ottobre 2025
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“Nel 2020 gli hanno diagnosticato il tumore. Abbiamo lottato ogni giorno e in ogni modo. Abbiamo anche vissuto momenti incredibili insieme”. Julio Sergio torna a parlare a distanza di più di due mesi dalla morte del figlio Enzo, a 15 anni, a causa di un tumore. Lo ha fatto al Corriere della Sera, parlando degli ultimi complicati cinque anni. Enzo era in coma dopo un netto peggioramento avuto negli ultimi giorni di vita a causa di un tumore cerebrale diagnosticato nel 2020. “Mio figlio Enzo manca tutti i giorni. Il suo ricordo vive in ogni cosa che facciamo. Il ricordo di lui, di ciò che abbiamo fatto assieme, di ciò che eravamo”.

A 10 anni, la scoperta della malattia che da quel momento ha cambiato la vita della famiglia: “Enzo aveva spesso mal di testa. A questo si erano aggiunti dei problemi di equilibrio. Dopo molte visite e nessuna risposta, una pediatra ci aveva consigliato di fare una tomografia. Ricordo bene quel giorno. L’esame era iniziato alle 5 di pomeriggio. Alle 8 di mattina del giorno successivo era già in sala operatoria per il suo primo intervento alla testa”, ha spiegato Julio Sergio.

Nell’ultimo periodo le sue condizioni erano peggiorate: Enzo era stato indotto in coma farmacologico negli ultimi giorni di vita. “Ho vissuto le ultime settimane al suo fianco. Un giorno ha chiamato me e sua mamma per parlarci. ‘Sono stanco, ho bisogno di riposare’. Era stanco, debole. La malattia si era aggravata. Ti crolla il mondo addosso”.

Pochi giorni prima della morte, aveva fatto il giro del web un video in cui l’ex portiere aveva deciso di rasarsi a zero insieme al figlio, pronto ad affrontare l’ennesimo ciclo di chemioterapia. “Non pensavo potesse avere quella rilevanza mediatica. Enzo si arrabbiava ogni volta che doveva tagliare i capelli. Era un momento delicato, andava sempre in giro con un cappellino. Io cercavo di donargli spensieratezza”.

Un momento difficilissimo per Julio Sergio, che nel corso degli anni ha dovuto mostrarsi forte davanti al figlio Enzo, anche quando le cose andavano male. “Davanti a lui ho pianto poche volte. Da solo sì, ho pianto. Tanto. Mi aiutava a sfogarmi. È dal giorno della diagnosi che convivo con un senso di angoscia. Ogni mattina mi alzavo con l’idea di dover trovare una soluzione, una cura per mio figlio”. Periodo che l’ex Roma sta superando grazie all’aiuto di alcuni specialisti: “Ci sono dei momenti in cui fai fatica ad andare avanti e crolli. Ho da tempo uno psicologo e da poco anche uno psichiatra. Senza il loro aiuto è dura reggere. E anche la fede mi ha aiutato tanto”.

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