“Un ladro si è finto cameriere per entrare nella mia stanza d’albergo e rapinarmi. Ho avuto tanta paura”: la disavventura di Skin degli Skunk Anansie
- Postato il 3 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Brutta avventura per Skin degli Skunk Anansie che ha vissuto attimi di panico in albergo. La cantante ha rivelato che un ladro si sarebbe spacciato per un cameriere per il servizio in camera. Lo sconosciuto avrebbe tentato di “rapinarla”, come ha raccontato i un video l’artista visibilmente impaurita su Instagram mercoledì 2 luglio.
La cantante britannica 57enne ha sentito bussare alla porta del suo hotel alle 6 del mattino all’inizio di questa settimana, dopo un viaggio di 18 ore in tour con il bus. Dietro la porta c’era un uomo non identificato che ha spiegato essere il cameriere. “Qualcuno ha cercato di rapinarmi mentre dormivo. – ha detto – Mi hanno svegliata alle 6 del mattino dopo un viaggio di 18 ore in tour bus. Ero stanca e ha detto che era il servizio in camera”.
E ancora: “La parte di Brixton che è in me ha detto ‘Ding ding, allarme’. Non c’era il vassoio tra le mani dell’uomo e ho pensato che qualcosa non andasse. Ho imprecato contro il tizio e lui ha detto che sarebbe tornato. Erano circa le 6 del mattino. Hanno trovato il tizio che avevo descritto. Poi ho voluto parlare con il direttore. L’hotel ha detto che dovevano lasciarlo andare perché le nostre versioni non coincidevano”.
E ancora: “Hanno detto che quel tizio stava cercando la sua ragazza, ma era un caso ‘sospetto’. Alla fine il direttore mi ha detto che non c’è nessun caso. A volte nella vita si ha il voltastomaco. Ho dovuto allontanarmi da quest’uomo e dalla situazione. Abbiamo fatto guardare le telecamere dell’hotel per scattare una foto di quest’uomo. Era appoggiato alla mia porta. Avrebbe potuto sfondarla con un coltello o con del cloroformio. Chissà cosa sarebbe successo. Ma sono una combattente e questo mi metterà nei guai. Ora dovrò procurarmi una di quelle piccole serrature da mettere nella porta. Se suonate in una band, dovrete procurarvene uno. Può succedere”.
Poi l’appello: “Pullman Hotels, migliorate. Assicuratevi la sicurezza. Non aspettate che accada qualcosa di terribile. Installate sistemi di sicurezza e telecamere migliori nei vostri hotel e tessere magnetiche per poter usare l’ascensore. Sono ancora irritata anche solo a raccontarlo. Non aprite mai la porta in orari strani, non serve a niente sapere chi c’è”.
E alla fine la storia ha avuto un lieto fine: “Abbiamo ricevuto risposta dall’hotel, stanno rivedendo i loro sistemi di sicurezza e aggiungeranno ulteriori misure, inclusi sistemi di accesso con badge per gli ascensori, durante i lavori di ristrutturazione. È un’ottima notizia. Non sto cercando di far licenziare nessuno, il mio mantra di vita è che prevenire è meglio che curare. Gli hotel possono fare molto per garantire la sicurezza dei loro clienti”.
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