Usa, la procuratrice Bondi: “Arrestati 2.700 membri del Tren de Aragua”. Le ong: “Mancano prove e un giusto processo”

  • Postato il 29 giugno 2025
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Oltre duemilasettecento membri del Tren de Aragua (Tda), la nota gang transnazionale nata nella prigione venezuelana di Tocorón, sarebbero stati arrestati dall’inizio dell’attuale amministrazione Trump, nell’ambito del rispolverato Alien Enemies Act. La cifra è stata resa nota ieri, alla Casa Bianca, dalla procuratrice generale Usa Pamela Bondi, che si è rivolta ai giornalisti dicendo: “Tutti in questa stanza sappiamo che si tratta di una delle più violente organizzazioni criminali nel mondo”. Bondi non ha poi perso l’occasione per scagliarsi contro il presidente Joe Biden, accusandolo di aver ceduto il confine al TdA con politiche migratorie troppo lassiste. “È questa la priorità”, ha detto la procuratrice auspicando anche una decisione favorevole sulla fine dello Ius soli da parte della Corte suprema Usa.

Il Tren de Aragua. La gang si è costituita intorno al 2009-2010 e tra i suoi leader emerge Héctor Rusthenford Guerrero Flores, detto “Niño Guerrero”, che è stato protagonista dell’espansione dell’organizzazione nel continente americano, complice la crisi migratoria venezuelana che attualmente registra più di 8 milioni di persone fuori dai confini e si dedica ad attività come traffico di cocaina e di fentanyl, sequestro, estorsione e tratta di migranti. Secondo l’ong Insight crime, TdA conta su circa 3mila membri ed è attiva in diversi Paesi tra cui Colombia, Perù, Cile e Stati Uniti. Ma fonti governative di Caracas assicurano che la gang sia stata smantellata nel 2023, con l’irruzione delle forze dell’ordine a Tocorón. Tuttavia essa è tornata sotto i riflettori il 22 giugno, con l’omicidio in diretta del tik-toker 25enne Gabriel Sarmiento che denunciava l’influenza della gang anche sui corpi di polizia. Sulla vicenda è intervenuto persino il ministro degli Interni e della Giustizia venezuelano, Diosdado Cabello, che ha parlato dell’arresto di alcune persone implicate nell’omicidio e ha denunciato la strumentalizzazione della tragedia da parte delle opposizioni.

L’attendibilità dei dati di Bondi. L’amministrazione Usa non ha fornito prove sull’appartenenza al Tren de Aragua degli oltre 2.700 detenuti stranieri di cui parla Bondi. Anche perché tali detenzioni si sono verificate nelle di retate eseguite dall’Immigration custom enforcement (Ice), che porta via i migranti senza accuse né precedenti. A mancare è il giusto processo, ha detto l’avvocatessa Rebecca Sheff, dell’American civil liberties union (Aclu) a Univision, spiegando che in molti i casi i migranti “non vengono messi al corrente delle accuse” e “non hanno l’opportunità di difendersi né verificare l’esistenza di prove contro di loro”. È il caso dei 252 venezuelani e i circa 30 salvadoregni tuttora reclusi in El Salvador, presso il Centro di confinamento del terrorismo (Cecot), senza poter incontrare né avvocati né familiari. “Nessuno di loro appartiene al Tren de Aragua”, denuncia la delegazione di famiglie che a metà giugno ha viaggiato da Caracas a San Salvador ed è tornata indietro a mani vuote.

L’intento era quello di incontrare il presidente de El Salvador, Nayib Bukele, o almeno far visita ai loro detenuti. La delegazione ha inoltre ricordato che El Salvador non ha giurisdizione penale internazionale per trattenerli e non esiste alcuna sentenza contro di loro. Il caso è giunto sui bureau delle Nazioni Unite, della Nunziatura apostolica a Caracas e di Ong come Amnesty International. Tuttavia Bukele non sembra disposto a mollare un affare che ammonta a 6 milioni annui per El Salvador. “Lo hanno portato via per i suoi tatuaggi”, ha detto Johanna Sanguino raccontando la storia di suo nipote Algevis, uno dei giovani detenuti al Cecot. “Abbiamo rinunciato alla nostra vita personale affinché sia fatta giustizia. Ma è dura”, ha detto la donna ad Afp.

Tra mito e realtà. Tatuaggi come una rosa, una corona o la frase “Real hasta la muerte” sono stati inseriti tra i criteri della “Alien enemy validation guidance“, lo strumento attraverso cui gli agenti dell’Ice sono chiamati a individuare i membri delle gang. Ma quello dei tatuaggi è uno dei tanti luoghi comuni che forniscono un’immagine distorta sul Tren de Aragua e altre gang raccontate in maniera falsata anche a causa di fake news virali, diffuse anche a seguito di verifiche e smentite autorevoli. Per citarne un paio: nel febbraio 2024 il New York Post aveva diffuso una serie di immagini riportando soggetti armati di Ak-47, granate e altre munizioni attribuendole al Tren de Aragua, ma in seguito la notizia è stata denunciata come falsa dalla ong American immigration council; l’amministrazione Trump ha più volte affermato che il TdA sia direttamente gestita dal presidente venezuelano Nicolas Maduro, ma l’ipotesi è stata smentita dal National Intelligence Council sulla base delle informazioni fornite da una ventina di agenzie di intelligence. Nessun link diretto, quindi, ma al massimo si parla di mandati sporadici da parte di settori deviati in stile Prima Repubblica: è la pista su cui indaga la procura cilena dopo l’omicidio dell’ex-militare dissidente Ronald Ojeda, rapito e ucciso il 21 febbraio 2024 a Santiago del Cile.

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Il Fatto Quotidiano

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