“Vertici Difesa italiana incontrano rappresentanti militari di Tel Aviv per piano di cooperazione”. Crosetto: “Non era vertice commerciale”
- Postato il 25 luglio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Altro che stop alle esportazioni di armamenti per Israele. L’Italia discute con Tel Aviv di un piano di cooperazione bilaterale e convoca le aziende della Difesa per nuove forniture agli israeliani, nonostante i continui massacri nella Striscia di Gaza. Almeno secondo quando rivela il Manifesto che ha preso visione di una e-mail inviata il primo luglio ai membri della Federazione aziende italiane per l’aerospazio la difesa e la sicurezza (Aiad). Una ricostruzione che però il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una nota definisce “fuorviante e tendenziosa“, confermando l’incontro ma sottolineando che non ha “alcuna natura commerciale”.
Nel testo del messaggio è stato scritto che “la Direzione nazionale armamenti ci informa che, nel corso del mese di luglio, lo Stato maggiore della Difesa terrà un incontro con rappresentanti militari israeliani, al termine del quale è prevista anche la discussione di un piano di cooperazione bilaterale“. Così mentre il governo, Meloni in testa, da mesi ribadisce di avere sospeso – dall’inizio della guerra – l’esportazione di armi italiane in Israele, l’Italia si appresterebbe a stringere accordi commerciali militari con il governo di Netanyahu. Tutto questo nonostante il contestato memorandum d’intesa che già lega i due Paesi dal punto di vista militare che l’esecutivo italiano e la maggioranza di centrodestra a sostegno di Meloni hanno riconfermato con diversi voti su mozioni delle opposizioni.
Come spiega sempre il Manifesto, nella mail alle aziende della Difesa interessate vengono chiesti “eventuali contributi aggiornati relativi allo stato dei rapporti in essere, pregressi o in divenire con il Paese in oggetto”, chiedendo anche di compilare la scheda tecnica allegata. Il che lascia suppore che l’obiettivo è quello di vendere forniture agli israeliani, con nuove licenze e quindi smentendo le affermazioni dei membri del governo italiano. Sull’argomento oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani, non ha voluto risponde alle domande del Fatto, limitandosi a replicare con un “non provocate”.
“L’articolo in questione si fonda su un costrutto logico volutamente distorto, che mira a insinuare il dubbio sull’operato delle Istituzioni e a mettere in discussione la trasparenza dell’azione governativa in materia di esportazione di materiali d’armamento”, replica nella nota il ministro della Difesa. “È necessario ribadire con assoluta chiarezza – continua Crosetto – che le autorizzazioni all’export di armamenti dall’Italia verso Israele sono state formalmente sospese dal Governo italiano a partire dall’ottobre 2023, e tale decisione è pienamente rispettata da tutte le articolazioni dello Stato”. “Il riferimento contenuto nell’articolo a un presunto coordinamento industriale per aggirare tale sospensione – si legge ancora – è infondato e mistificatorio. Ciò a cui si allude, in modo artatamente allarmistico – continua – è una prassi tecnico-militare consolidata denominata ‘Staff Talks‘, incontri bilaterali tra Stati Maggiori finalizzati allo scambio di informazioni e valutazioni operative. Questi incontri, che non hanno alcuna natura commerciale né implicano trattative di procurement, sono pubblicamente documentati e perfettamente coerenti con i canali di comunicazione interforze tra Stati. In vista degli Staff Talks del 23 luglio 2025 tra lo Stato Maggiore della Difesa italiano e l’omologo delle Forze Armate israeliane, è stata richiesta, come di prassi, una scheda Paese aggiornata alla Direzione Nazionale Armamenti (Dna), comprensiva di elementi informativi generali, tra cui i rapporti industriali pregressi o sospesi. La Dna, a sua volta, ha inoltrato una richiesta di aggiornamento all’Aiad (Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza), per un quadro conoscitivo tecnico aggiornato agli interlocutori dello Stato Maggiore Difesa”. “In nessun momento si è parlato di forniture militari, né sono state intraprese trattative commerciali”, ribadisce il ministro Crosetto.
Nei mesi scorsi era già emerso che l’Italia continuava a vendere armi a Israele anche dopo il 7 ottobre del 2023, proseguendo l’invio di quelle relative alle vecchie licenze. Ma, assicurava il governo, è stata fatta una valutazione sugli armamenti che non potessero “essere utilizzati contro la popolazione civile”. Un recente report di Archivio disarmo, però, ha evidenziato che l’Italia ha continuato a esportare verso Tel Aviv sistemi d’arma e tecnologie militari tra cui droni, radar e componenti per uso bellico. Le nuove rivelazione de il Manifesto aprono ulteriori scenari.
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