Vibo, il presidente della Provincia L’Andolina perde la maggioranza ma non si dimette
- Postato il 24 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Vibo, il presidente della Provincia L’Andolina perde la maggioranza ma non si dimette
Forza Italia, partito di riferimento del presidente della Provincia di Vibo, toglie il sostegno a L’Andolina e lo stesso fa il gruppo dell’area di centro, ma l’amministratore non si dimette e tenta un’ultima carta da giocare. E intanto il Pd chiede che si torni al voto
VIBO VALENTIA – In un’afosa mattinata di luglio si consuma lo strappo definitivo tra Forza Italia e il presidente della Provincia, Corrado L’Andolina, dopo quello già avvenuto tra il Centro e quest’ultimo. Non una sfiducia alla persona ma all’azione politica del capo dell’esecutivo di palazzo Bitonto che a questo punto non ha più i numeri per governare ma che, nonostante tutto, ha un’ultima carta, come vedremo, da giocarsi.
RAPPORTI DIFFICILI TRA L’ANDOLINA E LA SUA MAGGIORANZA
Non è mai stato un rapporto tranquillo, quello tra l’avvocato vibonese – eletto nel gennaio del 2023 – e la sua nuova maggioranza di centrodestra, uscita dalle urne dello scorso autunno, aggravatosi nel momento della nomina alla vicepresidenza del dem Nicola Lasorba, poi espulso dal partito. A quel punto la fiducia di Forza Italia e dell’area centrista è venuta meno, con una serie di accuse e l’ultimatum di ieri con la votazione al bilancio dell’ente ma solo nel caso di un annunciato passo indietro da parte del presidente. E a suo tempo Fratelli d’Italia aveva messo in guardia gli alleati della coalizione, di fatto essendo facile profeta di quanto sarebbe poi avvenuto nei mesi successivi.

Quest’ultimo ha ascoltato gli interventi di sfiducia ma ha preso tempo, almeno fino all’assemblea dei sindaci per discutere dell’adozione del bilancio – approvato ieri dal consesso provinciale con 7 (Fi, L’Andolina, Lentini e La Sorba), a favore e 4 astenuti (Schinella per il Pd, Lacquaniti, Papa e Calafati per il Centro) – per capire come si schiereranno i colleghi, soprattutto quelli di Forza Italia, suo stesso partito di appartenenza. Qualora la risposta dovesse essere robusta allora L’Andolina potrebbe anche pensare di giocarsi questa carta col partito in vista del nuovo Consiglio per la ratifica del documento finanziario, in caso contrario, chiaramente, lascerebbe il timone dell’ente intermedio. Entro cinque giorni – tempo in cui dovrebbe essere convocata l’assemblea – i nodi verranno al pettine, in un modo o nell’altro.
LA MAGGIORANZA CERTIFICA IL “FALLIMENTO” DELL’AMMINISTRAZIONE L’ANDOLINA
A certificare in Consiglio il definitivo strappo è stato il capogruppo azzurro, Vincenzo Pagnotta, che ha parlato di «assenza di condizioni politiche per andare avanti» e di «mancanza di fiducia politica», parole pesanti che segnano un punto di non ritorno. Sulla stessa linea il capogruppo del Centro, Alessandro Lacquaniti, che ha ribadito quanto affermato nel duro documento stampa pubblicato il giorno precedente, denunciando la totale distanza tra le scelte amministrative del presidente e le aspettative della coalizione.
Dall’opposizione, è stato Nino Schinella, consigliere Pd, a spostare l’obiettivo del fallimento: «Non è L’Andolina ad aver fallito – ha detto –, ma il centrodestra intero che l’ha sostenuto. Noi del Partito Democratico siamo stati coerenti sin dall’inizio, e oggi i nodi vengono al pettine».
LA DIFESA DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VIBO
Corrado L’Andolina ha rotto il silenzio con un intervento carico di emozione e riflessione. «Sconforto. È la parola che meglio descrive ciò che ho provato», ha esordito, sottolineando come il colpo più duro sia stato sul piano umano, prima ancora che politico. Poi ha aggiunto: «Non ho ancora maturato una decisione definitiva sul mio futuro istituzionale. Ma porterò a termine l’iter del bilancio, perché l’interesse dell’Ente e della comunità lo impone».
Ha parlato di responsabilità e di rispetto per le istituzioni, rivendicando il diritto – e il dovere – di completare il percorso amministrativo in corso prima di valutare ogni eventuale passo indietro. «La gratitudine – ha aggiunto – non può essere un automatismo. Ho lavorato per tutti, senza distinzioni politiche o territoriali. Questo è stato il mio metro».
In merito al bilancio, ha detto che «va approvato» perché rappresenta «un passaggio fondamentale per evitare un danno irreversibile all’Ente». Ha poi ringraziato pubblicamente dipendenti e tecnici della Provincia per il lavoro svolto, parlando di «efficienza operativa rara nella storia recente dell’ente».
Toccante infine il passaggio dedicato al padre: «Mi diceva che la politica rischia sempre di piegarsi al ‘particulare’. Oggi sento il peso di quelle parole. So che la politica non è il luogo delle gratificazioni, ma quello in cui si pagano le proprie convinzioni».
L’AFFONDO DI NOI MODERATI: “DA L’ANDOLINA GESTIONE SENZA VISIONE”
A peggiorare la crisi, è arrivato anche l’affondo dei Noi Moderati, con il segretario provinciale Nicola Brosio che ha chiesto apertamente le dimissioni di L’Andolina. «Gestione senza visione politica e priva di programmazione», ha tuonato Brosio, sottolineando come il voto sul bilancio abbia messo in luce la totale frattura interna al centrodestra.
Il partito, che in Consiglio è rappresentato da Giampiero Calafati, ha espresso “totale insoddisfazione” per l’azione dell’attuale amministrazione e ha puntato il dito contro «l’uso strumentale dei vuoti legislativi» per mantenere la carica. «La Provincia è ferma da anni», ha aggiunto Brosio, «e questa amministrazione non ha dato alcun impulso per una crescita reale del territorio, in particolare su viabilità e infrastrutture».
E IL PD ATTACCA: “FALLIMENTO CERTIFICATO DEL CENTRODESTRA”
L’implosione della maggioranza ha spianato la strada al Partito Democratico per avanzare la propria proposta politica. A parlare è stata la neo segretaria provinciale Teresa Esposito, che ha chiesto le dimissioni non solo del presidente, ma di tutta la compagine che ha governato fino a ieri.
«Il fallimento del centrodestra è palese», ha detto Esposito invocando «una nuova stagione democratica. La crisi politica in atto non è un fulmine a ciel sereno, ma l’inevitabile risultato di una gestione fatta di personalismi, mancanza di visione e totale disinteresse per il bene collettivo».
La segretaria ha poi sottolineato come “il collasso del progetto politico di centrodestra” sia sotto gli occhi di tutti, e ha invitato Forza Italia e l’area centrista a fare un passo indietro. «Solo così si potrà aprire una nuova fase politica, fondata su competenza, trasparenza e impegno reale per il territorio».
ALLA PROVINCIA DI VIBO, SCENARIO INCERTO IN ATTESA DEI SINDACI, ULTIMA CARTA DEL PRESIDENTE L’ANDOLINA
Ora la palla passa all’assemblea dei sindaci, chiamata a esprimersi sul bilancio e, indirettamente, sul destino politico di Corrado L’Andolina. Se riceverà il sostegno necessario, potrebbe tentare un rilancio. Altrimenti, come lo stesso presidente ha lasciato intendere, potrebbe chiudersi anticipatamente l’esperienza amministrativa di una delle figure più discusse della recente politica vibonese.
La sensazione è, a meno di clamorosi colpi di scena, che l’epilogo sia ormai vicino, ma con la politica, si sa, mai dire mai. I prossimi cinque giorni saranno decisivi per capire se Corrado L’Andolina potrà giocarsi l’ultima carta o se dovrà lasciare il campo a una nuova fase politica per la Provincia di Vibo Valentia.
Il Quotidiano del Sud.
Vibo, il presidente della Provincia L’Andolina perde la maggioranza ma non si dimette