Violazione del Fair Play Uefa, cosa rischia davvero la Juventus

  • Postato il 17 ottobre 2025
  • Di Panorama
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La Uefa ha aperto un procedimento nei confronti della Juventus per il mancato rispetto dei parametri del Fair Play Finanziario nel triennio che va dal 2022 al 2025. Non un fulmine a ciel sereno vista la situazione dei conti bianconeri. L’ultimo esercizio, chiuso al 30 giugno scorso, ha fatto registrare un passivo di 58,1 milioni di euro pesante ma in netto miglioramento rispetto al -199 del 2024 e al -124 del 2023: non c’era nessuna possibilità di contenere le perdite del triennio entro il tetto massimo di 60 milioni stabilito dalle norme Uefa e, dunque, l’apertura del fascicolo va considerata un atto consequenziale scontato.

Nyon si è mossa nello scorso mese di settembre e la notizie è emersa perché pubblicata dal club tra i documenti messi a disposizione degli azionisti in vista dell’assemblea del 7 novembre: “L’esito di tale procedimento – che terrà conto anche delle prospettive di andamento per l’anno in corso e per gli anni futuri dell’insieme dei parametri economico-finanziari UEFA – è atteso per la primavera del 2026 e potrebbe dare origine ad una possibile sanzione economica (allo stato attuale di difficile quantificazione, ma di importo presumibilmente non rilevante) oltre che a possibili restrizioni sportive (quali, ad esempio, restrizioni alla registrazione di nuovi calciatori nelle liste delle competizioni UEFA)“.

Violazione del Fair Play Finanziario, cosa rischia la Juventus

Nessuna sorpresa nemmeno per la tempistica dell’apertura del procedimento. La Uefa, infatti, controlla solo i bilanci delle società iscritte alle competizioni internazionali e la Juventus è tornata sotto i fari di Nyon un anno fa dopo aver scontato la “squalifica” di una stagione nel 2023 a seguito della vicenda delle plusvalenze e della penalizzazione da parte della giustizia sportiva italiana. Allora il club, oltre ad essere stato escluso dalla Conference League, aveva dovuto pagare una multa di 10 milioni di euro che ora potrebbe essere replicato se i bilanci del triennio in osservazione “presentassero significative violazioni dei tre parametri base”, circostanza che secondo i vertici bianconeri dovrebbe essere scongiurata: “Alla data della presente relazione – si legge nella nota – non sono state rilevate dai revisori della Juventus e dalla Uefa”.

Rimane una situazione di evidente squilibrio gestionale, frutto delle scelte del passato che nemmeno la correzione di rotta richiesta dalla proprietà nelle stagioni più recenti ha sanato fino in fondo. I bilanci della Juventus non vanno bene e da qui in poi anche la Uefa vigilerà con attenzione, quasi certamente sottoscrivendo con il club bianconero un percorso di rientro ormai noto nel mondo del calcio: un settlement agreement che prevederà impegni da rispettare anno per anno con possibili limitazione nel numero di giocatori iscrivibili nelle liste Uefa e, in caso di sforamenti non eccessivi, un sistema sanzionatorio di qualche milione di euro da trattenere dai ricavi guadagnati competendo in Champions League.

Non è una novità, è quanto si sono impegnate a fare per diverse stagioni Milan, Inter e Roma. I giallorossi sono ancora legati dal settlement con la Uefa con la conseguenza di avere margini di movimento ridotti sul calciomercato per rispettare gli accordi presi e che spesso si traducono in un’affannosa rincorsa a qualche cessione pesante entro la chiusura del bilancio del 30 giugno. Una condizione operativa scomoda, ma nulla che i club europei non si siano abituati a vivere.

Costo squadra, la Juventus dentro i limiti del FFP Uefa

Tagli e aggiustamenti del calciomercato di Giuntoli, che ha avuto una buonuscita da 950mila euro per lasciare la Juventus dopo due dei cinque anni di contratto, hanno consentito ai bianconeri di rispettare un altro dei paletti fondamentali delle norme Uefa. Si tratta del cosiddetto “Squad Cost Ratio”, cioè il rapporto tra il fatturato e quanto costa la rosa tra stipendi al lordo, spese per commissioni e prestiti e ammortamenti dei cartellini. E’ una delle regole che Nyon ha voluto scrivere nella nuova formulazione del Fair Play Finanziario per cercare di contenere le spese delle società ed evitare pericolosi indebitamenti per chi non si può permettere top player.

Una norma contestata da chi ritiene che in questo modo si allarghi sempre più la forbice tra chi è già ricco e chi vorrebbe salire nella gerarchia della competitività in campo, accedendo così a nuove forme di ricavo, ma che in ogni caso la Juventus ha annunciato di aver rispettato: “Nell’anno solare 2024 il Gruppo l’ha rispettato su base consolidata e prevede, sulla base delle attuali stime di ricavi e costi correlati al calcolo di tale parametro ed in assenza di eventi non ricorrenti, di poter rispettare tale parametro anche per l’anno solare 2025″.

Questa circostanza più un trend in miglioramenti dei conti, visto che il -58,1 dell’ultimo bilancio rappresenta il miglior risultato economico dal 2020 a oggi, dovrebbe consentire ai dirigenti bianconeri di trattare le condizioni dell’accordo con la Uefa potendo dimostrare di aver già avviato un percorso virtuoso di risanamento dei conti. In primavera il verdetto.

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Panorama

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