Von der Leyen presenta la proposta di bilancio settennale dell’Ue da 2mila miliardi: “Quintuplicati i fondi per la Difesa”
- Postato il 16 luglio 2025
- Zonaeuro
- Di Il Fatto Quotidiano
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Ha spedito il commissario al Budget, Piotr Serafin, di fronte alla commissione parlamentare con pochissime informazioni, ma quasi in parallelo è stata lei, Ursula von der Leyen, a prendersi il palco di fronte ai giornalisti e a presentare la nuova proposta di bilancio della Commissione Ue. Dopo una mattinata di scontri interni al collegio dei commissari e alla maggioranza che sostiene la politica tedesca, da Palazzo Berlaymont è stato finalmente prodotto il primo piano per il Quadri finanziario pluriennale 2028-2035. Una proposta da 2mila miliardi di euro. E la voce che si prende i titoli è una in particolare: quintuplicati i fondi per la Difesa.
“Oggi il Collegio ha adottato la proposta della Commissione sul il quadro finanziario pluriennale, il bilancio per il periodo 2028-2034 – ha esordito la presidente – Si tratta di un bilancio da 2mila miliardi di dollari per una nuova era e corrisponde all’ambizione dell’Europa, affronta le sfide europee e rafforza la nostra indipendenza. È più grande, più intelligente e più incisivo”, in modo che possa “offrire risultati per i nostri cittadini, le nostre imprese, i nostri partner e il nostro futuro”. Ed è anche “il più ambizioso mai proposto”, pur essendo “più strategico, più flessibile, più trasparente”. Ma ha precisato che “i contributi degli Stati membri al bilancio dell’Ue resteranno costanti, dato che proponiamo un salto di qualità nelle nuove risorse proprie”, ossia i fondi che l’esecutivo intende convogliare autonomamente con balzelli iper-settoriali.
400 miliardi per le crisi
Quello presentato tra le proteste del Parlamento Ue, garantisce la capa del Berlaymont, è “un bilancio costruito per la resilienza e l’agilità. Questo è il tema delle crisi. Abbiamo assistito a crisi, almeno io ne ho viste dall’inizio del mio mandato. È iniziata con il coronavirus. Poi abbiamo avuto una grave crisi energetica, poi la guerra russa in Ucraina e ogni volta è stato estremamente difficile reagire. È necessaria una potenza di fuoco finanziaria veloce. Perché, come sapete, il nostro bilancio attuale è strutturato in modo tale che il 90% sia fisso. Questo bilancio è stato strutturato per il 2018 e il 2019, ma oggi viviamo con questo 90% fisso”. Così, la presidente della Commissione ha introdotto il tema del fondo per le emergenze da introdurre all’interno del prossimo bilancio settennale dell’Ue: “Quello che abbiamo fatto è stato cercare di utilizzare l’articolo 122, che non è ottimale – ha continuato ricordando la discussa decisione di escludere il Parlamento Ue dal processo di adozione del piano di riarmo europeo RearmEu – Non è lo strumento migliore da avere per una crisi così grave. Per questo stiamo creando un meccanismo di crisi dedicato con una potenza di fuoco fino a quasi 400 miliardi di euro, perché l’aumento dei prezzi non è più l’eccezione, è la norma. E abbiamo imparato la lezione. Voglio essere molto chiara, non si tratta di spese o di uscite. È la possibilità, con solide garanzie per accedere a questi finanziamenti aggiuntivi nel caso in cui si verifichi una crisi imprevista. Quindi è una possibilità che abbiamo, ma non da utilizzare in tempi normali. È disponibile solo per i periodi di crisi, con un meccanismo chiaro su come negoziarlo”.
Un fondo da 100 miliardi per sostenere l’Ucraina
L’altra voce annunciata nelle scorse settimane ma che non smette di far discutere, soprattutto quei Paesi come l’Ungheria contrari al prolungamento del sostegno all’Ucraina, è il fondo da 100 miliardi per Kiev: “Stanziamo 100 miliardi di euro per l’Ucraina – ha annunciato von der Leyen – Sapete, abbiamo il Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina. Inizialmente, con la revisione di medio termine, era stato stanziato con 50 miliardi, ma l’importo è in calo lento ma inesorabile. E quindi proponiamo di ricostituire il Fondo per la ricostruzione dell’Ucraina con 100 miliardi di euro per sostenere la ripresa, la resilienza e, naturalmente, il percorso verso l’adesione all’Ue”.
Articolo in aggiornamento
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