Auto elettriche, l’interesse dei consumatori resta basso nonostante gli obiettivi europei

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Nonostante l’Unione Europea abbia fissato al 2035 il termine ultimo per la vendita di nuovi veicoli a combustione, il mercato delle auto elettriche continua a incontrare resistenze da parte dei consumatori. Un’indagine condotta da carVertical, azienda attiva nella raccolta e analisi di dati nel settore automobilistico, ha messo in luce come il passaggio all’elettrico non sia ancora percepito come un’opzione realmente vantaggiosa da una larga parte degli automobilisti.

Dai dati raccolti emerge che quattro potenziali acquirenti su cinque continuano a preferire motori tradizionali. In particolare, il 43,8% degli intervistati predilige veicoli a benzina, seguito dal 38,9% che opta per il diesel. L’ibrido raccoglie il 10,4% delle preferenze, mentre solo il 5,6% indica l’elettrico come prima scelta. Il 51,5% dichiara inoltre di non avere intenzione di acquistare un’auto elettrica nel prossimo futuro.

I principali ostacoli sono quelli di sempre: i costi di acquisto elevati (32%), le preoccupazioni relative all’autonomia (26,7%), la scarsità di infrastrutture di ricarica (21,1%) e il basso valore di rivendita (12%). Un ulteriore 8,2% cita altri motivi.

Gli incentivi statali si rivelano temporaneamente efficaci, ma non sufficienti a consolidare una domanda stabile. In diversi Paesi europei, come Svezia e Germania, la fine dei sussidi ha portato a un brusco calo delle immatricolazioni di auto elettriche. Lo stesso fenomeno si è verificato anche negli Stati Uniti, a seguito della riduzione dei crediti d’imposta e dei finanziamenti per le infrastrutture.

Chi valuta l’acquisto di un’auto elettrica lo fa soprattutto per motivazioni economiche. Il 47,2% degli intervistati ritiene che i costi di utilizzo e manutenzione siano inferiori rispetto ai motori a combustione. Il 17,6% cita le agevolazioni fiscali, come l’esenzione dal bollo auto prevista in diversi Paesi europei, mentre il 14,1% è motivato dai contributi statali all’acquisto. Solo una minoranza indica ragioni ambientali: il 14% parla di sostenibilità ecologica, il 7,1% di basse emissioni.

In questo contesto, il mercato dell’usato potrebbe rappresentare un’opportunità. Le auto elettriche di seconda mano, spesso soggette a una forte svalutazione, diventano più accessibili per una fascia più ampia di consumatori: la nuova fase del mercato potrebbe vedere una maggiore adozione dell’elettrico come seconda auto, in ambiti d’uso più limitati.

A livello geopolitico, l’arrivo dei produttori cinesi sta contribuendo a rimodellare gli equilibri. Nel solo mese di aprile 2025, il colosso BYD ha superato Tesla nelle vendite globali di veicoli elettrici a batteria (BEV), registrando un incremento annuo del 359%. Ciò è avvenuto nonostante i dazi introdotti dall’Unione Europea sulle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina.

Resta quindi incerta la traiettoria della transizione energetica nel settore automobilistico. Mentre l’UE punta alla neutralità climatica entro il 2050, alcuni Stati membri chiedono maggiore flessibilità, preoccupati per le ricadute economiche e occupazionali della riconversione industriale, mentre il mercato sembra ancora in fase di assestamento.

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Il Fatto Quotidiano

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