Caso Paragon, anche Roberto D’Agostino tra i giornalisti spiati. Renzi: “Un Watergate italiano”
- Postato il 20 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Il fondatore di Dagospia Roberto D’Agostino è tra i giornalisti risultati spiati tramite il software militare israeliano Graphite, prodotto da Paragon. La scoperta emerge da un’indagine condotta dalle procure di Roma e Napoli, che hanno disposto accertamenti tecnici irripetibili su sette telefoni. Tra le presunte vittime, anche i giornalisti Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino di Fanpage, l’influencer olandese considerata vicina all’estrema destra Eva Vlaardingerbroek e tre attivisti della ONG Mediterranea: Luca Casarini, Giuseppe Caccia e don Mattia Ferrari.
Paragon ha intanto dichiarato di aver interrotto ogni rapporto con l’Italia per “sospetti di uso improprio” del software, sottolineando che Graphite viene venduto solo a governi e “raccomanda di rivolgere qualsiasi domanda in merito alla presunta sorveglianza di giornalisti italiani al governo italiano, in quanto è l’autorità sovrana del Paese e responsabile di garantire il rispetto della legge”.
In Italia, lo spyware sarebbe stato impiegato da Aise e Aisi, come confermato dal Copasir, che ha ammesso il monitoraggio di Casarini e Caccia, ma non di Ferrari e Cancellato.
Tutto è iniziato a gennaio, quando Meta ha notificato a vari utenti la compromissione dei loro dispositivi. A maggio, Apple ha segnalato l’infezione anche a Pellegrino, confermata dalle analisi del Citizen Lab.
Fanpage, l’Ordine dei giornalisti e la Fnsi si sono costituiti parte civile e nomineranno consulenti per le verifiche. Le indagini, al momento contro ignoti, riguardano accesso abusivo a sistemi informatici e intercettazioni illecite. La politica insorge: per Renzi si tratta di un “Watergate italiano”: “Se anche Dagospia è stata spiata e il Governo italiano continua a far finta di nulla, siamo in presenza di un fatto gravissimo. Nelle democrazie non si spiano i giornalisti”.
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