Depistaggi sul caso Cucchi – Prescritti tre carabinieri tra cui il generale Casarsa, tre condanne e due assoluzioni
- Postato il 19 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dopo la sentenza dell’aprile del 2022 che vide la condanna di otto appartenenti all’Arma dei carabinieri, è stata confermata in appello la pena a un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino nel processo sui depistaggi seguiti al pestaggio e alla morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano, arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini. I giudici della Corte di appello di Roma con il verdetto hanno anche confermato la condanna a due anni e mezzo per un altro carabiniere, Luca De Cianni, e riconosciuto l’intervenuta prescrizione per il generale Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo e Luciano Soligo. Assolti invece Massimiliano Colombo Labriola e Tiziano Testarmata, che erano stati condannati in primo grado a un anno e nove mesi. Ridotta invece la pena a 10 mesi per Francesco di Sano. Le accuse contestate, a vario titolo e a seconda delle posizioni, vanno dal falso, al favoreggiamento, all’omessa denuncia e calunnia.
Nel processo di secondo grado la pubblica accusa aveva chiesto l’assoluzione per tre carabinieri, Lorenzo Sabatino, Francesco Di Sano e Tiziano Testarmata “perché il fatto non costituisce reato”, di dichiarare la prescrizione per altri tre, il generale Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo e Luciano Soligo, e di confermare le condanne per Massimiliano Colombo Labriola e Luca De Cianni. In primo grado, nel procedimento nato dall’inchiesta del pm Giovanni Musarò. “L’ampia istruttoria dibattimentale ha permesso di ricostruire i fatti contestati e di accertare un’attività di sviamento posta in essere nell’immediatezza della morte di Stefano Cucchi, volta, ad allontanare i sospetti che ricadevano sui carabinieri per evitare le possibili ricadute sul vertice di comando del territorio capitolino”, aveva scritto il giudice monocratico Roberto Nespeca nelle motivazioni della sentenza di primo grado.
“Credo che la sentenza di oggi sia estremamente importante, soprattutto considerato il momento storico che stiamo attraversando. Si ha sempre la sensazione di questo senso di impunità da parte di determinate categorie di persone: oggi in quest’aula è stata confermata la sentenza di prima grado riguardo ai reati commessi dalla cosiddetta scala gerarchica successivamente all’uccisione di mio fratello, Stefano Cucchi. Oggi è una giornata molto importante e credo non solo per Ilaria Cucchi e la sua famiglia” dice la senatrice Ilaria Cucchi.
“C’è stata una conferma poderosa della sentenza di primo grado. Lascia l’amaro in bocca la dichiarata prescrizione perché è un beneficio che non può essere concesso a chi, con le proprie azioni, ha ostacolato per anni l’accertamento della verità e della giustizia. Ad ogni modo ora è chiaro a tutti quale tremendo danno è stato fatto a un povero servitore dello Stato, Nicola Minichini, che proprio a causa dell’operato di questi e di altri imputati ha dovuto subire lunghi e ingiusti processi” ha detto l’avvocato Diego Perugini, legale di parte civile di uno dei tre agenti della Polizia Penitenziaria finiti sul banco degli imputati nel primo processo e poi assolti in via definitiva per non aver commesso il fatto, dopo la sentenza d’Appello del processo sui depistaggi seguiti alla morte di Stefano Cucchi. “Noi ancora attendiamo le scuse da parte dello Stato. Nicola le merita”.
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