“Devote e d’onore”: il ruolo delle donne nelle mafie, tra violenza e ribellione
- Postato il 11 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
“Devote e d’onore”: il ruolo delle donne nelle mafie, tra violenza e ribellione
A Napoli, studio su “Devote e d’onore” donne nelle mafie: da custodi di violenza a protagoniste di cambiamento. La Chiesa vuole aiutarle.
NAPOLI- Il ruolo delle donne nelle organizzazioni mafiose è complesso e tutt’altro che marginale: custodi di valori distorti ma anche protagoniste di cambiamento. A questo tema è stata dedicata la mattinata di studio “Devote e d’onore. La mafia, le donne e la religiosità”, nella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale – Sezione San Tommaso a Napoli e promossa dall’IRFI – Istituto di Ricerca e Formazione Interdisciplinare sulle mafie “Don Peppe Diana”. Dopo i saluti del professor Antonio Foderaro, decano della Facoltà, gli interventi hanno affrontato diversi aspetti del ruolo femminile nel contesto mafioso.
Per don Marcello Cozzi, coordinatore dell’IRFI, il ruolo delle donne in generale è fondamentale perché le donne fanno la differenza, e la fanno ancora di più nelle dinamiche mafiose, sia nel bene che nel male. Nel male, perché a volte riescono a essere anche più violente dei propri uomini quando sono inserite nei circuiti criminali. Nel bene, perché quando una donna di mafia prende una decisione importante, come quella di uscire da quei contesti mortali, diventa cruciale. Le donne riescono a essere nello stesso tempo d’onore, come i propri uomini, ma anche estremamente devote: devote non solo al loro Dio, il Dio della mafia, ma anche ai loro uomini, nel senso di essere sottomesse.
AL CONVEGNO “DEVOTE E D’ONORE”, MARISA MANZINI: LE GIOVANI DONNE E LA CONSAPEVOLEZZA DELL’ALTERNATIVA
Per la magistrata Marisa Manzini, Sostituto Procuratore Generale a Catanzaro, le giovani donne iniziano ad avere una consapevolezza maggiore rispetto a quelle che per lungo tempo hanno vissuto e continuano a vivere nel loro ambiente pensando che non ci sia un’alternativa. Forse hanno avuto un’opportunità diversa dal momento in cui sono riuscite a navigare con il cellulare e a vedere mondi diversi. Hanno compreso che possono modificare la propria esistenza e, soprattutto, quella dei loro figli ma occorre che lo Stato comprenda quanto sia complesso aiutare e accomnpagnare queste donne, come complessa è la decisione di allontanarsi dal sistema criminale nel quale si trovavano.
DONNE “DEVOTE E D’ONORE”, LA PEDAGOGIA ANTIMAFIA: TRASFORMAZIONE E OPPOSIZIONE AL POTERE MASCHILE
E’ stato sottolineato il valore della pedagogia antimafia, intesa come trasformazione concreta della consapevolezza in azione positiva. Le donne che scelgono di opporsi alla violenza diventano così protagoniste di umanità e speranza, capaci di incidere non solo sulla propria vita, ma anche su quella della comunità. Per il prof. Giancarlo Costabile, dell’Università della Calabria, oggi fare impegno antimafia vuol dire uscire dalla retorica delle parole e vivere la dimensione trasformativa. Per la professoressa e teologa Adriana Valerio, tante donne hanno avuto il coraggio di opporsi a un potere maschile violento, contrapponendo attenzione e cura all’umano; è un’espressione di misericordia nei confronti della sofferenza. Ed è questo ruolo che va recuperato, non in quanto donne, ma in quanto donne che hanno preso coscienza di non entrare nel gioco del potere, mettendosi invece a servizio dell’umanità.
CARDINALE BATTAGLIA: L’IMPEGNO DELLA CHIESA PER LA LIBERAZIONE DAI CIRCUITI DI MORTE
Le conclusioni sono state affidate a Sua Eminenza il Cardinale Domenico Battaglia, Arcivescovo di napoli, che ha evidenziato come sia fondamentale per la Chiesa avvicinare le donne e aiutarle a uscire dai circuiti mafiosi. Bisogna avvicinarle, toccare il loro dolore, comprenderlo e incoraggiarle a uscire da quei circuiti di morte, per dire loro che se vogliono è finito il tempo di scrivere le pagine della loro vita esclusivamente con le lacrime dei loro lutti. L’iniziativa dell’IRFI si conferma un’occasione preziosa per riflettere sul ruolo femminile nelle dinamiche mafiose e sulla necessità di interventi culturali, educativi e legislativi che sostengano percorsi di liberazione e cittadinanza attiva.
Il Quotidiano del Sud.
“Devote e d’onore”: il ruolo delle donne nelle mafie, tra violenza e ribellione