Ex Ilva, Legambiente all’attacco del governo: “Manca un piano strategico nazionale sull’acciaio”
- Postato il 26 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. Torna ad accendersi il dibattito sul futuro dell’ex Ilva, in attesa dell’arrivo del ministro Urso a Genova, previsto per la prossima settimana. A chiedere conto al governo delle sue scelte è Legambiente che ancora una volta esprime forti preoccupazioni per quella che viene percecipita come una assenza di strategia nazionale sul tema dell’acciaio e che quindi chiede un nuovo confronto in merito alla sostenibilità ambientale, occupazionale e industriale.
A parlare Stefano Bigliazzi, presidente di Legambiente Liguria: “Sono alcune settimane che si rincorrono notizie, proclami e smentite sul futuro di un’importante parte del settore dell’acciaio in Italia, e cioè Acciaierie d’Italia con i siti di Taranto, Genova ed altri – scrive Bigliazzi – Taranto, città segnata profondamente dalla lunga, complessa e dolorosa vicenda dell’ex Ilva, l’unico impianto siderurgico a ciclo integrale rimasto in Italia, in queste settimane è stata protagonista di un acceso confronto col Governo su percorso, tempi e caratteristiche della de-carbonizzazione del ciclo produttivo”.
Il 12 agosto è stato firmato da Governo, Enti locali ed Aziende, un documento in cui viene prevista, nel più breve tempo possibile, la chiusura dell’attuale area a caldo con il graduale passaggio ai forni elettrici per una capacità produttiva massima di 6 milioni di tonnellate, senza però prevedere investimenti per la produzione della energia rinnovabile necessaria ad una effettiva de-carbonizzazione del siderurgico”.
“A Genova, in piena estate, il Governo ha lanciato l’ipotesi di costruire ex novo un forno elettrico per la produzione di due milioni di tonnellate annue di acciaio – sottolinea – Genova è uscita dalla produzione a caldo più di vent’anni anni fa pagando un duro prezzo in termini ambientali e sanitari, in particolare a Cornigliano. In questi anni Cornigliano è riuscita a rialzarsi in termini di qualità della vita e del territorio, pur in assenza di un adeguato supporto politico e istituzionale, e merita ascolto e proposte concrete, coerenti e serie”.
“Gli stabilimenti siderurgici di Taranto e Genova sono quindi due realtà molto diverse, accomunate dalla medesima proprietà di Acciaierie d’Italia in AS., anche se nel bando di vendita degli impianti sarà prevista la possibile cessione a diversi proprietari dei diversi stabilimenti del gruppo, il cosiddetto spezzatino – osserva Bigliazzi – Ciò che li accomuna, purtroppo, è l’assenza di una strategia nazionale sull’acciaio e l’assenza di relativi piani industriali su cui confrontarsi in merito alla sostenibilità ambientale, occupazionale, industriale. Tanto da chiedersi: ma di cosa stiamo parlando? Il Governo ci costringe a discutere di una proposta vuota”.
Da qui la richiesta: “Ci presenti un documento strategico nazionale sulla produzione dell’acciaio e presenti un piano industriale per avviare un confronto trasparente e partecipato da tutte le forze sociali oltre che istituzionali. Legambiente farà come sempre la sua parte, valutando i progetti nel merito e non sulla base delle indiscrezioni, con il rigore dato dal suo ambientalismo scientifico”.