Il Tar del Lazio boccia il decreto Ncc di Salvini: reazione inaspettata

  • Postato il 7 agosto 2025
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Il Tar del Lazio ha annullato integralmente il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che imponeva agli Ncc l’uso obbligatorio del Foglio di servizio elettronico. Il servizio di trasporto privato è diventato molto popolare per chi cerca un’alternativa flessibile e confortevole ai mezzi pubblici o ai taxi.

La sentenza del Tar non sorprende e arriva in accoglimento di tre ricorsi presentati da operatori del settore. La vicenda non è conclusa e andrà avanti perché il Mit ha già annunciato ricorso al Consiglio di Stato. Secondo i giudici amministrativi, il decreto presentato da Salvini è illegittimo perché privo di una base legislativa solida. La decisione ha affermato che il Fdse non rappresenta una formalità ma introduce “un sistema informativo vincolante, accentrato e prescrittivo” che porta a “un filtro operativo aggiuntivo” non previsto dalla legge primaria.

Cosa imponeva il decreto di Salvini

Il ministro dei Trasporti ha manifestato le seguenti esigenze: registrare ogni corsa su una piattaforma elettronica; rientrare obbligatoriamente in rimessa tra una corsa e l’altra; fare una pausa minima di 20 minuti prima di accettare una nuova prenotazione. Quindi, come tanti altri aspetti in Italia, si è era imposta più burocrazia e meno tempo a disposizione per il trasporto di passeggeri. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annunciato che le limitazioni “devono ritenersi illegittime per eccesso di potere, violazione di legge e contrasto con i principi costituzionali ed eurounitari in materia di legalità, proporzionalità, libertà economica, protezione dei dati personali e concorrenza“.

Le disposizioni volte a imporre agli Ncc la tenuta e compilazione del Foglio di servizio elettronico “devono ritenersi illegittime per eccesso di potere“. Rappresenterebbero anche “una violazione di legge” perché si porrebbero al di fuori dei limiti imposti dal legislatore creando i presupposti per una regolazione autonoma, sprovvista di copertura legislativa, dunque viziata ab origine. Le proposte “non solo non sono previste dalla legge, ma risultano sproporzionate rispetto alla finalità dichiarata (contrasto all’abusivismo) e produttive di un irragionevole aggravio per le imprese del settore, specie in contesti urbani ad alta densità“. Del resto il decreto “impone obblighi e vincoli che si traducono in una restrizione sostanziale della capacità operativa degli Ncc“.

La reazione dell’Associazione Ncc Italia

Il presidente dell’Associazione Ncc Italia Luca Notarbartolo si è dichiarato “felice per la vittoria contro il Ministero dei Trasporti, da sempre sordo alle nostre richieste. Si tuteli ora la legalità e il ruolo degli Ncc evitando di lederlo in modo discriminatorio e illegale“. I deputati Andrea Caroppo, Stefano Benigni, vicesegretario di Forza Italia, e Maria Paola Boscaini, membro della Commissione Trasporti della Camera hanno espresso il loro appoggio alla decisione del Tribunale Amministrativo Regionale.

La sentenza del Tar conferma ciò che da tempo denunciamo: l’attuale normativa sul trasporto pubblico non di linea è inadeguata, confusa e penalizzante, sia per gli operatori del settore sia per i cittadini”. Ora serve “un intervento legislativo organico e risolutivo. La proposta di legge che abbiamo presentato poche settimane fa alla Camera va esattamente in questa direzione, con l’obiettivo di semplificare, razionalizzare e modernizzare le regole“. Dichiarazioni chiare che non faranno piacere al ministro dei Trasporti Salvini sotto attacco dopo la sentenze del Tar del Lazio. Se il Consiglio di Stato dovesse ribaltare la sentenza, il decreto potrebbe tornare in vigore.

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