“No alla bandiera di Israele ai Giochi di Milano-Cortina, è incompatibile con una manifestazione di pace”: l’iniziativa per chiedere l’intervento del Cio
- Postato il 13 giugno 2025
- Sport News
- Di Il Fatto Quotidiano
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La bandiera di Israele non deve sventolare durante le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Una petizione, già firmata da diverse esponenti della società civile e del mondo accademico, chiede al presidente del Coni Giovanni Malagò e al sindaco di Milano Beppe Sala di intervenire presso il Cio affinché vengano presi “concreti atti politici” di fronte al “genocidio che sta accadendo sotto i nostri occhi”, la immane tragedia di Gaza.
I firmatari, tra cui il medico Vittorio Agnoletto e il rettore dell’Università stranieri di Siena Tomaso Montanari, ma anche la cantante Fiorella Mannoia e il regista Moni Ovadia, ricordano “il senso profondo dello sport come strumento per promuovere la pace e i diritti umani“. Per questo la bandiera di Israele “che compare ogni giorno sugli schermi televisivi di tutto il mondo mentre sventola sui carri armati, sui veicoli militari, sulle macerie fumanti per le bombe e i missili che senza sosta vengono lanciati”, non può essere oggi compatibile “con una manifestazione che, al contrario, è nata per essere un inno alla pace per i popoli di tutto il pianeta”.
La petizione si rivolge a Coni e Comune di Milano, pur sapendo che la decisione ultima spetta il Cio. Il comitato olimpico internazionale nel 2022 ha vietato la presenza della bandiera russa in ogni sua forma durante le gare olimpiche, come conseguenza dell’invasione dell’Ucraina ordinata da Vladimir Putin. Ai Giochi di Parigi gli atleti russi poterono partecipare solo come atleti neutrali. Clausola per poter partecipare: non avere contatti con l’esercito russo, non sostenere la guerra contro Kiev. Per soddisfare la richiesta della petizione, il Cio dovrebbe prendere un provvedimento analogo contro Israele, in seguito a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Qui si può partecipare alla raccolta firme.
Il testo della petizione
Di fronte a un genocidio che sta accadendo sotto i nostri occhi, il dolore, la compassione, la rabbia e lo sdegno di tanti di noi non bastano.
Questi nobili sentimenti possono forse tacitare le nostre coscienze ma non sono sufficienti per fermare la carneficina in corso, per questa occorrono concreti atti politici.
Milano, insieme a Cortina d’Ampezzo, sarà la sede dei prossimi XXV Giochi Olimpici Invernali 2026 con la cerimonia d’apertura che si terrà allo stadio di San Siro. É anche sede della Fondazione e del Comitato organizzatore e questo ne riflette la centralità e il suo coinvolgimento diretto nella organizzazione dell’evento. Una centralità che non può ridursi esclusivamente agli aspetti logistico/organizzativi ma che deve essere tale anche nel rilanciare il senso profondo dello sport come strumento per promuovere la pace e i diritti umani.
Per questo noi chiediamo al Presidente del Coni e al Sindaco di Milano di attivarsi presso il CIO affinché si decida – come già avvenuto in passato nei confronti di nazioni responsabili di eventi bellici e violazione del diritto internazionale- che gli atleti israeliani partecipino sotto le insegne olimpiche, simboli di pace e di fratellanza tra i popoli.
La bandiera dello stato di Israele che compare ogni giorno sugli schermi televisivi di tutto il mondo mentre sventola sui carri armati, sui veicoli militari, sulle macerie fumanti per le bombe e i missili che senza sosta vengono lanciati, risulta ora indissolubilmente legata alle decine di migliaia di vittime innocenti, ai bambini uccisi e mutilati, alla fame e alla carestia inflitte a esseri umani ormai stremati.
Quella bandiera è ora incompatibile con una manifestazione che, al contrario, è nata per essere un inno alla pace per i popoli di tutto il pianeta
Eventi come le Olimpiadi sono grandi palcoscenici mondiali per poter lanciare messaggi che mettano al centro la dignità e il rispetto degli esseri umani. Facciamolo non solo per motivi umanitari ma per rispondere a un obbligo etico e morale che tutti noi e chi ci rappresenta nelle istituzioni abbiamo e dovremmo avere verso l’umanità sofferente.
I primi 21 firmatari
Vittorio Agnoletto, medico, associazione Costituzione Beni Comuni
Antonio Bruno, insegnante
Paola Caridi, giornalista
Franco Cavalli, medico oncologo
Massimo Cirri, giornalista
Tano D’Amico, fotografo
Tonio Dell’Olio, presidente Pro Civitate Christiana Assisi
Luigi Ferrajoli, giurista
Giovanni Impastato, Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
Gaetano Liguori, musicista jazz e compositore
Uliano Lucas, fotografo
Fiorella Mannoia, cantante e attrice
Emilio Molinari, già Forum Mondiale dell’Acqua
Tomaso Montanari, rettore università stranieri di Siena
Moni Ovadia, attore e regista
Francesco Pallante, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’università di Torino
Silvano Piccardi, attore, regista teatrale e direttore di doppiaggio
Basilio Rizzo, ex consigliere comunale di Milano
Guido Veronese, prof. ass. Psicologia Clinica e di Comunità università Milano Bicocca
Mariangela Villa, presidente associazione Costituzione Beni Comuni
Alex Zanotelli, missionario comboniano
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