Oggi la lotta dei palestinesi è patrimonio comune: vincere significa sovvertire il corso della storia

  • Postato il 11 settembre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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La solidarietà nei confronti del popolo palestinese, come avevamo auspicato all’inizio della lotta quando eravamo davvero in pochi, sta divenendo un imponente movimento di massa, a livello nazionale e mondiale. Dopo il 7 ottobre del 2023 se parlavi di genocidio di fronte alla strategia sionista del governo israeliano venivi denunciato quale antisemita e fiancheggiatore di Hamas. La conoscenza della tragedia del popolo palestinese e la verità storica sul martirio che hanno subito nel corso dei secoli sta divenendo patrimonio comune.

La resistenza divenuta storica del popolo palestinese è un diritto e un dovere allo stesso tempo ed è un inno alla verità e alla giustizia. La fiducia che il popolo palestinese ha nel diritto internazionale nonostante le tremende ingiustizie subite suscita finanche commozione. Il merito principale, dal 7 ottobre ad oggi, del mutamento di sensibilità delle persone e dei popoli nei confronti della causa palestinese si deve soprattutto ai giovani per la sensibilità, la forza e il coraggio. A quei pochi intellettuali, politici e giornalisti che da subito si sono schierati senza calcoli e senza paura.

Oggi quello che sta accadendo a Gaza e in Cisgiordania è patrimonio collettivo e comune. Da ultimo la Global Sumud Flotilla rappresenta la più grande missione umanitaria via mare dalla fine della seconda guerra mondiale. E avviene sotto bombardamenti terroristici militari mafiosi delle forze armate sioniste.

Il consenso che accompagna la flotta per l’umanità è enorme e diffuso. Pensate che quando da sindaco di Napoli ospitavo la Freedom Flotilla nel porto di Napoli portando i miei saluti e il mio sostegno all’equipaggio per le missioni in Palestina, venivo tacciato dalla politica di regime e dal suo codazzo di pennivendoli di essere un fiancheggiatore e sostenitore di Hamas e dei movimenti terroristici palestinesi. Bisogna stare sempre dalla parte giusta della storia. Non come l’attuale sindaco di Napoli che si è schierato con i sionisti e non con la resistenza palestinese.

Mi auguro che la solidarietà e il sostegno al popolo palestinese che finalmente è divenuto di massa e che porterà ad aiutarli a resistere fino alla vittoria e alla conquista di tutta la terra, dal fiume al mare, non diventi oggetto di squallide strumentalizzazioni per finalità individuali o di parte, o peggio ancora per bieca speculazione politica da parte di politici e partiti alla ricerca di qualche voto alle prossime competizioni elettorali, a cominciare dalle imminenti elezioni regionali. La causa palestinese non può essere oggetto di speculazioni e strumentalizzazioni, è una lotta senza interessi, senza sosta, è soprattutto la madre di tutte le lotte degli oppressi contro gli oppressori.

Vincere questa battaglia significa cominciare a sovvertire il corso della storia: la vittoria della giustizia contro gli abusi del potere. Questa lotta forte e convinta l’abbiamo fatta a Napoli quando ero sindaco andando controcorrente e pagando prezzi anche in termini di consenso politico e di contrasto violento dei poteri forti. Ma ne siamo fieri: oggi il vento è diverso, ma il popolo palestinese rischia comunque lo sterminio con la soluzione finale del genocidio sionista; ora è il momento della resistenza più forte, che va praticata con unità e senza inutili e squallide divisioni.

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Il Fatto Quotidiano

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