Percorsi Seriali. Petra e Blanca: due donne poliziotto per raccontare la “superba” Genova

  • Postato il 18 ottobre 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Percorsi Seriali. Petra e Blanca: due donne poliziotto per raccontare la “superba” Genova

In onda contemporaneamente la terza stagione delle due serie Petra e Blanca, rispettivamente su Sky e Rai 1, protagoniste dei nostri Percorsi Seriali


Due donne per raccontare una città. Petra e Blanca, detective del tutto particolari tornano per raccontare Genova e lo fanno riuscendo a descrivere una città non facile. La “Superba”, come vuole il suo soprannome, vive a picco sul mare e stretta fra i vicoli di pietra, la sua aria di porto e le aperture panoramiche.

PETRA

La terza stagione di Petra, con Paola Cortellesi nei panni dell’ispettrice più ruvida e amata della televisione italiana, debutta su Sky Cinema e in streaming su NOW con due nuovi film-tv da cento minuti.
La serie, diretta da Maria Sole Tognazzi e tratta dai romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, conferma i suoi punti di forza mentre porta il personaggio principale ad affrontare cambiamenti personali profondi, in un bilanciamento tra indagini e un’introspezione sempre più marcata. Troviamo una Petra Delicato inedita.

Dopo la fine della seconda stagione, ha compiuto un passo impensabile: è andata a convivere con il compagno Marco (Francesco Colella) e i suoi tre figli. Per una donna abituata a condividere i propri spazi al massimo con un ragno, questo nuovo assetto familiare rappresenta uno tsunami emotivo e un banco di prova per scoprire nuovi lati di sé stessa.Il coraggio di mostrare una Petra fuori dalla sua zona di comfort è uno dei successi di questa stagione. Vedere l’ispettrice, cinica e solitaria, alle prese con le dinamiche di una famiglia allargata aggiunge profondità al personaggio senza snaturarlo, mostrandone una vulnerabilità inedita e toccante.

Il rapporto tra Petra e il viceispettore Antonio Monte (Andrea Pennacchi) rimane il cuore pulsante della serie. Il loro è un legame autentico, fatto di ironia, rispetto e un disincanto che li rende complementari, senza alcuna forzatura romantica. La regia misurata di Maria Sole Tognazzi dona alla serie un ritmo cadenzato e un’atmosfera raffinata. C’è però la sensazione che il formato cento minuti sia davvero saturo nella serialità contemporanea e che non valorizzi al meglio né la trama gialla né lo sviluppo orizzontale dei personaggi e delle trame secondarie. Petra si conferma una serie di grande qualità nel panorama televisivo italiano, capace di coniugare il genere poliziesco con un’accurata esplorazione psicologica.

UN INSEGNAMENTO DI LIBERTA’

La regista Maria Sole Tognazzi vede in Petra un insegnamento di libertà: «la possibilità di vivere una vita senza l’angoscia di essere giudicati». La terza stagione di Petra è un ritorno riuscito e maturo. Se da un lato la formula del film-tv, come abbiamo detto, inizia forse a mostrare qualche limite di struttura, dall’altro la serie dimostra una rara volontà di far evolvere i propri personaggi, portandoli ad affrontare sfide personali coraggiose e inattese.

La performance di Paola Cortellesi, sempre impeccabile, e la sua alchimia con Andrea Pennacchi, sono motori narrativi potenti e piacevoli da guardare. Questa stagione, con le sue profonde risonanze emotive, non deluderà i fan affezionati e saprà conquistare chi apprezza crime story in cui il mistero più grande da risolvere rimane, in fondo, l’animo umano.
Ma Genova guarda, e soprattutto ascolta, il mondo anche attraverso una non-vedente come Blanca. Basata sui romanzi di Patrizia Rinaldi, la serie torna con una terza stagione che, sotto la nuova guida del regista Nicola Abbatangelo, segna una profonda evoluzione per la sua protagonista, affrontando tematiche adulte e scelte di vita coraggiose.

BLANCA

Blanca riparte da un punto di rottura emotivo. La protagonista, devastata dalla tragica scomparsa del suo cane guida, Linneo, fatica a ritrovare un equilibrio. Questo lutto personale, che gli spettatori hanno vissuto come un vero e proprio addio a un personaggio amato, diventa il motore di un cambiamento profondo. In questo solco di vulnerabilità, la serie introduce il suo colpo di scena più grande: Blanca scopre di essere incinta. La rivelazione, avvenuta fin dalla prima puntata, è resa ancora più complessa dal fatto che il padre non è il collega e amore della sua vita, Michele Liguori, ma la new entry Domenico Falena (interpretato da Domenico Diele), un mercenario dai molti segreti con cui Blanca ha avuto una notte consolatoria. Questo twist narrativo impone alla protagonista di confrontarsi con il tema della maternità in condizioni estremamente difficili: sola, cieca e senza un modello genitoriale positivo a cui ispirarsi.

La scelta di rendere Blanca incinta è un rischio narrativo notevole, che la serie gestisce con coraggio. Questo elemento costringe la protagonista a un livello di introspezione inedito e a confrontarsi con il suo rapporto conflittuale con la propria madre, portando la storia in un territorio più maturo e drammatico. Maria Chiara Giannetta offre un’interpretazione più matura e stratificata della sua eroina. Blanca non è più la ragazza spavalda delle prime stagioni; è una donna ferita, costretta ad affrontare il lutto, la solitudine e la prospettiva di una gravidanza inattesa. La sua vulnerabilità la rende incredibilmente umana e complessa.

SCOPRI TUTTI I PERCORSI SERIALI DEL QUOTIDIANO DEL SUD

Con l’arrivo di Nicola Abbatangelo, la serie cambia pelle anche esteticamente. Se da un lato la regia viene descritta come più semplice e “rassicurante“, allineandosi forse troppo al palinsesto generalista di Rai 1, dall’altro si apprezza una maggiore introspezione e un’attenzione per le pause e gli sguardi che avvicinano lo spettatore al tumulto interiore della protagonista. La terza stagione, in particolare, dimostra la volontà di non adagiarsi su una formula vincente, ma di far evolvere i propri personaggi, portandoli ad affrontare sfide personali coraggiose e inattese.
La cecità, in questa nuova fase, diventa una metafora ancora più potente: come ha spiegato il regista Abbatangelo, Blanca “si sente come se fosse diventata cieca di nuovo” e la sua battaglia è proprio quella di “imparare a vedere di nuovo“, a dare un nome e un senso a un mondo che le è improvvisamente crollato addosso.

Il Quotidiano del Sud.
Percorsi Seriali. Petra e Blanca: due donne poliziotto per raccontare la “superba” Genova

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti