Tod’s sotto accusa per lavoro da “para-schiavitù”: la Procura di Milano chiede l’amministrazione giudiziaria. L’azienda nega

  • Postato il 9 ottobre 2025
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  • Di Forbes Italia
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Ritmi di lavoro da “para-schiavitù” e sfruttamento nella catena di fornitura. È questo il quadro tracciato dalla Procura di Milano, che ha avanzato la richiesta di sottoporre Tod’s alla misura di prevenzione dell’amministrazione giudiziaria. Al centro dell’inchiesta, gli opifici gestiti da imprenditori cinesi, dove si sarebbero verificate condizioni lavorative irregolari e violazioni dei diritti dei lavoratori.

Tod’s ha preso le distanze dalle accuse: “Non possiamo che ribadire di rispettare tutta la normativa vigente e che i nostri ispettori eseguono controlli costanti nei confronti dei laboratori che Tod’s seleziona e utilizza. C’è molta amarezza nel pensare che, se fossimo stati interpellati al momento opportuno, avremmo potuto dare tutti i chiarimenti del caso”.

Fatti chiave

  • Come riportato da Reuters, la Procura italiana ha avviato un procedimento per sottoporre Tod’s ad amministrazione giudiziaria, nell’ambito di un’indagine su presunti abusi sui lavoratori all’interno della sua catena di fornitura.
  • La richiesta di amministrazione giudiziaria risale allo scorso dicembre, ma è stata resa nota ieri.
  • Il caso si inserisce in un filone sempre più ampio che coinvolge alcuni dei nomi più noti dell’alta moda, tra cui Alviero Martini, Valentino, Christian Dior, Armani Operations e Loro Piana, finiti sotto la lente della magistratura per presunte irregolarità nelle condizioni di lavoro presso laboratori terzisti, spesso a gestione cinese.
  • Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, ha annunciato che il governo ha presentato un disegno di legge per introdurre una certificazione legale destinata alle aziende della moda. Il provvedimento prevede la possibilità, per i marchi del settore, di ottenere una certificazione preventiva da parte di soggetti terzi, che attesti la conformità legale dell’intera catena di fornitura.
  • Il colosso del lusso marchigiano è guidato da Diego Della Valle, che ha un patrimonio di 1,4 miliardi secondo Forbes.

La richiesta della Procura di Milano

Nella richiesta di amministrazione giudiziaria avanzata dalla Procura, si legge: “I lavoratori vengono pagati 2,75 euro all’ora” per un’attività che “si svolge prevalentemente di notte, nei giorni festivi, Natale compreso”. Le fabbriche, descritte come veri e propri opifici-dormitorio, erano dotate di macchinari a cui sarebbero stati rimossi i dispositivi di sicurezza per aumentare la velocità di produzione. Alcuni operai hanno raccontato di dover pagare 150 euro al mese per dormire in stanze fornite dai titolari dei laboratori, trasformati in alloggi improvvisati. In molti dei siti ispezionati è stata riscontrata anche la presenza di refettori, predisposti per garantire una disponibilità continua della manodopera.

“Un ciclo produttivo h24, con particolare intensità nelle ore notturne e nei giorni festivi, quando l’incidenza di eventuali controlli da parte degli enti preposti è pari allo zero”. Secondo la Procura, il sistema emerso garantirebbe una “competitività talmente elevata nei confronti delle aziende cosiddette virtuose da aver, di fatto, drogato il mercato”.

Contesto

Tra il 2023 e il 2024, Tod’s ha affidato la produzione delle divise aziendali per i propri addetti alle vendite a un’azienda, che a sua volta ha subappaltato il lavoro a un’altra società italiana. Quest’ultima ha poi subappaltato la produzione a due fabbriche di proprietà cinese, entrambe oggetto di indagine per presunto sfruttamento lavorativo, si legge su Reuters.

Nella regione Marche, Tod’s ha appaltato direttamente a due laboratori cinesi, uno dei quali ha subappaltato la produzione di tomaie e componenti per calzature a un’altra fabbrica tra gennaio 2024 e gennaio 2025. Le ispezioni hanno messo in luce le gravi violazioni dei diritti dei lavoratori.

L’articolo Tod’s sotto accusa per lavoro da “para-schiavitù”: la Procura di Milano chiede l’amministrazione giudiziaria. L’azienda nega è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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