A Roma un artista tenta di rappresentare l’istante esatto che precede il pensiero artistico
- Postato il 23 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Alla Galleria Richter Fine Art di Roma l’artista toscano Luca Grechi (Grosseto, 1985) invita il pubblico a riflettere sul processo seguito nella produzione delle opere, concentrandosi sullo stato dell’ideazione e dell’atto creativo. Con tele di piccolo formato, induce a un’immersione espressiva, non necessariamente compiuta, ma aperta e in divenire, così come emerge dal titolo stesso della mostra, Pittura Dorma. Un richiamo, come afferma la curatrice Cecilia Canziani, al momento di meditazione, riflessione e ricerca che precede il gesto e che prosegue anche in tempi successivi.
L’incompiutezza dell’opera di Luca Grechi in mostra a Roma
Il lavoro di Grechi, infatti, non è davvero compiuto, ma si estende proprio nel gesto pittorico, a tratti attraverso l’utilizzo di colori accesi e in netto contrasto tra loro, a tratti mediante pennellate dai toni sfumati e distesi. L’astrattismo attraverso cui viaggia la pittura dell’artista sonda, quindi, il momento antecedente l’intuizione creativa, ovvero lo slancio progressivo che trasforma l’idea in opera.
Mentre nelle opere I terzi agenti e Passione segreta, realizzate in tecnica mista su tela, la forma è chiaramente disgregata e il segno si trasforma divenendo poi quasi impercettibile, in Un’orchestra e in Socchiudere gli occhi le dimensioni ridotte delle tele elevano la potenza dei colori che, vivaci e squillanti, creano un contrasto evidente con la superficie ridotta che li racchiude. Tuttavia, ciò che sembra emergere è proprio la parziale influenza dello spazio sugli elementi circostanti e, d’altra parte, la centralità dei toni. Sono proprio quest’ultimi a sottolineare ciò che l’artista ribadisce a più riprese, ossia l’importanza del momento che precede l’atto creativo nella realizzazione dell’opera. Sulla tela resta perciò traccia di ogni passaggio, della forma inespressa e dell’intenzione in divenire.







Le opere di Luca Grechi in mostra alla Galleria Richter di Roma
La prima installazione che salta all’occhio è Parti di bosco, una serie di strutture composte da legno, pigmento e ferro che richiamano, attraverso prospettive di forme e colori in continua trasformazione, gli innumerevoli ed infiniti elementi che la natura stessa offre. Un concetto, quello di cambiamento, che rimanda inevitabilmente al susseguirsi delle stagioni e alla rappresentazione degli elementi naturali in un’ottica di armonia, ancora non deteriorata e sopraffatta dall’ingerenza delle attività umane. La sensazione che si avverte nella stanza dell’installazione è quella che si prova di fronte ad un vasto bosco, che ci invoglia ad addentrarci, a muoverci tra alti fusti d’alberi, intervenendo così, fatalmente, nel processo di trasformazione della materia nella quale siamo inglobati. Tuttavia, in questo caso, l’artista sembrerebbe indurci a riflettere sulla possibilità di non interferire con l’ambiente in cui vorremmo entrare, ma di comunicare con esso da una certa distanza, dialogando in alternativa con la struttura in cui siamo immersi, consapevoli dell’importanza che esige un rapporto di equivalenza. Ciò non prescinde dalla potenza del gesto e non riduce la portata della trasformazione per cui ciascuna parte si rinnova ciclicamente.

L’idea artistica secondo Luca Grechi
Allo stesso modo, l’opera esposta Ceramica gialla, in ceramica con cornice in ferro, sottolinea nuovamente, soprattutto grazie alla scelta del materiale utilizzato, la malleabilità della materia stessa e del suo costante divenire. Non vi è quindi finitudine nella realizzazione dell’idea, ma un presupposto che vuole l’opera in evoluzione, fluendo verso l’astrazione, mediante la ripetizione di pennellate marcate e vivaci.
Pittura Dorma è forse, tra le varie sculture, quella più emblematica. Pare, in un certo senso, l’idea cristallizzata che scaturisce proprio dall’istante che precede il pensiero artistico, quello dell’attesa e dell’ascolto dell’ambiente circostante. Il calco di un fiore sospeso nella materia che invita a riflettere sulla potenza di tutto ciò che permette all’ispirazione di assumere una forma definitiva e ricettiva.
Beatrice Andreani
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