Affamare l’Europa: Trump ce l’ha fatta. Perché la mia Sardegna è tra le regioni più in allarme
- Postato il 29 luglio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Enza Plotino
Meloni dice: “Bene. Ma voglio vedere i dettagli”. Ma le carte sono “belle che viste”! Sono davanti ai suoi occhi ottenebrati dalla sudditanza imbarazzante all’imperatore americano. Non mi interesso di economia. Non mi ci arrischio, visto che non so nemmeno “fare di conto”. Ma l’accordo capestro (per noi e per gli americani) lo capisco bene perché non è solo un negoziato economico, ma un “impegno” politico di Trump a piegare e affamare l’Europa brutta e cattiva.
Non è un accordo, infatti. E’ una capitolazione di von der Leyen e dei governi di destra (acquiescenti) al cappio al collo che Trump ha messo alle imprese e a tutti i cittadini europei. Per non “disturbare” il manovratore americano, la destra europea, capitanata dalla Commissione, ha accolto e favorito dazi al 20% (15% + 5%) che metteranno in ginocchio il mondo delle imprese europee, oltre ad aver garantito che non si tasseranno le big tech americane (poteva fare molto male a Trump), che si comprerà l’energia americana (a carissimo prezzo), che si compreranno solo armi americane.
Per la nostra Agricoltura si prospetta “un taglio netto da 386 a 302 miliardi, ben 84 miliardi in meno”. La denuncia viene da Coldiretti Puglia che prevede una crisi per oltre 70.000 agricoltori colpiti da questa manovra, con effetti potenzialmente disastrosi anche sulla produzione di cibo, la sicurezza alimentare, la sostenibilità e lo sviluppo rurale. “La PAC – denuncia Coldiretti – ha permesso negli anni investimenti fondamentali per la qualità del cibo europeo e la tutela dell’ambiente. Oggi si vuole smantellare tutto, mentre i cittadini europei chiedono il contrario: il 70% riconosce alla PAC il merito di garantire cibo sicuro e di qualità”.
Anche un’ignorante in materia come sono io capisce che, tagliando i fondi all’Agricoltura, si decreta la fine di un comparto vitale per la nostra esistenza, per la nostra economia, per la sicurezza alimentare e la qualità delle produzioni agricole. Ma la Coldiretti non era “pappa e ciccia” (per l’appunto) con la destra meloniana? Bel regalo gli ha fatto l’abbraccio mortale della Presidente del Consiglio!
Tra le regioni più penalizzate dall’accordo sui dazi di Trump all’Europa, la Sardegna, insieme alla Toscana, come annuncia un’altra associazione di agricoltori, vicina a Meloni (l’amichettismo della destra è un baratro), la Cia-Agricoltori Italiani, che ha lanciato un allarme rosso già da tempo: la Sardegna rischia di essere la regione italiana più esposta a “perdite milionarie” nella guerra commerciale scatenata da Trump. Il rischio per la Cia-Agricoltori “potrebbe essere enorme”.
L’export agroalimentare dell’Italia verso gli Usa è cresciuto infatti del 158% in dieci anni e oggi gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di riferimento mondiale per cibo e vino Made in Italy, con 7,8 miliardi di euro messi a segno nel 2024. La Sardegna (dove si produce oltre il 90% del Pecorino Romano Dop) esporta per il 49% negli Stati Uniti (e, giocoforza, ci finisce anche il 74% dell’export dei prodotti lattiero-caseari isolani). Anche il vino sardo, già penalizzato da un calo dei consumi legato ai dazi provvisori al 10% attivi da aprile, riceve oggi il colpo di grazia. Per non parlare del comparto dell’olio extravergine d’oliva, tra i fiori all’occhiello del Made in Sardegna e che si trova improvvisamente in una posizione di grande vulnerabilità.
Il danno viene quantificato dalle associazioni di categoria in oltre 500 milioni di euro e migliaia di posti di lavoro. Ma come si fa a dire: “Bene”, come ha dichiarato Meloni, sapendo di stare scavando la fossa a buona parte delle imprese italiane, mettendole in ginocchio e mettendo sulla strada migliaia di lavoratori a rischio licenziamento?
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