Affidopoli, l’audio “segreto” e la chiassata del Dg
- Postato il 23 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli, l’audio “segreto” e la chiassata del Dg

Affidopoli, l’audio registrato sul bus della chiamata del dg: l’invito a Bochicchio (Psi) a proporre un’interrogazione sul capogruppo Pd Lacorazza. Registrato su un bus l’avvertimento di Ramunno (Arpab) a un membro dell’opposizione regionale.
POTENZA – Dopo i finti operai nelle scuole e le commesse alle finte associazioni, un audio in cui il controllato, dirigente di un ente pubblico, bistratta il controllore, membro di un corpo politico elettivo. Diffondendo sospetti sul suo compagno di banco, capogruppo del principale partito d’opposizione. Potrebbe essere questo l’incipit dell’ennesimo capitolo dell’ “affidopoli lucana”. A consegnarlo agli annali, ieri, è stato un coraggioso passeggero dell’autobus Potenza-Roma, costretto ad assistere a una scena alquanto inusuale. Col direttore generale dell’Agenzia regionale dell’Ambiente della Basilicata, Donato Ramunno, talmente assorbito da una telefonata con un tale «Antonio» da alzare la voce fino ad attirare l’attenzione degli altri passeggeri. Del tutto indifferente al fatto di trovarsi in un luogo pubblico.
LA TELEFONATA “AUDACE” SULL’AUTOBUS
«Mi aspetto che facciate l’ennesima richiesta di chiarimento per l’associazione dell’esimio consigliere Lacorazza». Queste le parole captate dal registratore che il “nostro” passeggero ha riferito di aver azionato dopo una prima intemerata dai toni ben più accesi. Dunque un riferimento esplicito al capogruppo del Pd, Piero Lacorazza, che è tra i firmatari della richiesta di chiarimenti e dell’interrogazione indirizzata al governatore Vito Bardi sul capitolo dell’“affidopoli lucana” ambientato all’interno dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata. Vale a dire l’affidamento di 200mila euro di commesse per la sicurezza informatica dell’ente incaricato dei controlli, tra l’altro, su colossi petroliferi come Eni, Shell e Total, a due associazioni fantasma in odore di criminalità informatica.
ASCOLTA L’AUDIO COMPLETO
IL CONSIGLIERE PSI CHIAMATO IN CAUSA
Lo stesso Lacorazza che da tre giorni a questa parte è finito al centro delle attenzioni mediatiche del giornale digitale che ad agosto ha sostenuto con più forza la conferma di Ramunno ai vertici dell’agenzia, Cronache Lucane. Giusto all’indomani dell’affidamento delle due commesse «cyber». Il Quotidiano è riuscito a identificare senza difficoltà l’«Antonio» della telefonata nel consigliere regionale Psi Antonio Bochicchio, che è a sua volta tra i sottoscrittori della richiesta di chiarimenti e dell’interrogazione a Bardi. Contattato durante la seduta di ieri del Consiglio regionale, Bochicchio ha confermato la circostanza della telefonata con Ramunno. «Ci siamo sentiti per altri motivi, poi il discorso è finito sull’interrogazione e gli ho spiegato che non c’era nulla di personale». Così l’esponente del parlamentino lucano, prima di provare a minimizzare sull’anomalia rappresentata da un consigliere regionale chiamato a dare spiegazioni al direttore generale di un ente controllato dalla Regione sull’esercizio delle sue prerogative istituzionali. Una roba che a qualcuno potrebbe far pensare persino a un tentativo di intimidazione. «Io e Donato siamo amici da tanto tempo». Ha aggiunto Bochicchio. «Lui ha quel suo tono quando parla, ma non è nulla di ché».
LA REPLICA DI LACORAZZA E LE ACCUSE A CRONACHE LUCANE
Intanto ieri, per il secondo giorno consecutivo, il capogruppo Pd è tornato a chiarire le attività, e i rapporti con diversi enti e amministrazioni pubbliche della fondazione istituita nel 2019 dalla madre, di cui è stato direttore fino al ritorno in Consiglio regionale, l’anno scorso. Il capogruppo Pd ha anche puntato il dito contro “Cronache lucane” e il suo editore, Giuseppe Postiglione, assai vicino a Ramunno, ma anche ad Antonio Tisci, presidente del Parco nazionale dell’Appennino lucano, che ha affidato una commessa da 60mila euro a una delle due associazioni fantasma. Come pure all’amministrazione comunale guidata dal sindaco di Potenza, Vincenzo Telesca, che a giugno ha ingaggiato per i lavori di rifacimento del tetto della palestra della scuola Sinisgalli una ditta di Lamezia Terme legata a doppio filo col gruppo Postiglione. «Trasudano rabbia, rancore e nervosismo».
Ha dichiarato il capogruppo Pd con una nota pubblicata sulla sua pagina Facebook. «In queste settimane deve esserci stato qualche cosa che non è andata per il verso giusto. E allora cosa facciamo? Proviamo a distrarre l’attenzione e ci facciamo due o tre giorni, anche quattro, su quel Lacorazza». «Non ho mai nascosto la mia appartenenza politica, le mie idee e non ho avuto timore che questo potesse penalizzare la Fondazione». Così ancora l’esponente democratico dopo aver ricordando che la Fondazione appennino ha ottenuto il riconoscimento come istituzione culturale con un ministro di centrodestra, Gennaro Sangiuliano. «Si può fare impresa e lavorare, non mettendo da parte la propria idea politica». l.a.
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