Affidopoli lucana, l’ombra del riciclaggio internazionale
- Postato il 27 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Affidopoli lucana, l’ombra del riciclaggio internazionale

Affidopoli lucana, soldi dell’Arpab su conti esteri. Inviato in Belgio, a una compagnia di movimentazione internazionale di denaro, l’anticipo di Arpab per una delle commesse (finanziate con fondi Eni) alle associazioni paravento smascherate dal Quotidiano
Sono finiti su un conto estero i soldi – di provenienza Eni – anticipati dall’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata alla prima delle due associazioni fantasma al centro dell’“affidopoli lucana”.
E nemmeno nel caveau di una banca vera e propria, ma sui server di una compagnia finanziaria di base a Londra, specializzata nella movimentazione elettronica di denaro su scala globale.
AFFIDOPOLI LUCANA, L’OMBRA DEL RICICLAGGIO
C’è anche il riciclaggio internazionale tra le ombre che si allungano sul caso “affidopoli lucana” scoperchiato dal Quotidiano della Basilicata. Con le rivelazioni sulle commesse affidate in meno di 10 mesi da Regione, Acquedotto lucano, e Arpab e Parco nazionale dell’appennino a due organizzazioni non profit guidate da una misteriosa argentina, un inafferrabile turco e un giovane austriaco. Inclusa una commessa da 64mila euro per attività di promozione appena revocata dal Parco nazionale dell’Appennino.
COMMESSE A DITTE PARAVENTO
Dopo la scoperta di una serie di falsi nelle autodichiarazioni richieste per la stipula del contratto, e di tre certificazioni fasulle su tre, nei documenti allegati. Quanto basta, insomma, per confermare il sospetto di trovarsi di fronte a due classiche società paravento, allestite all’insaputa dei soci fondatori (al Quotidiano diversi hanno disconosciute le firme sull’atto costitutivo, ndr) per coprire i reali beneficiari delle commesse in questione, e i loro referenti all’interno delle stazioni appaltanti.
L’AUTODICHIARAZIONE
Ad aprire un nuovo squarcio sulla rete delle due associazioni sono proprio le autodichiarazioni prodotte il 14 ottobre dall’associazione “Mediamente” al Parco nazionale dell’Appennino.
Al primo posto tra le esperienze pregresse, infatti, viene indicata la commessa da 61mila euro affidatale da Acquedotto lucano per attività di comunicazione collegate alla crisi idrica e una campagna di informazione sul bonus istituito dalla Regione per le famiglie meno abbienti. A seguire, però, vengono indicate altre due commesse, identiche, per “Attività di Digital Strategy-Servizi triennali social-Progetto Masterplan”, assenti nella banca dati dei contratti pubblici dell’Autorità nazionale anticorruzione.
I SOLDI DELL’ENI
È forse questa commessa sulla “Digital strategy” l’ennesima falsa dichiarazione? Non proprio, stando a quanto emerge compulsando l’albo pretorio dell’Agenzia regionale per l’ambiente della Basilicata.
Si dà il caso, infatti, che la stessa sia al centro di un progetto finanziato da Eni, e intitolato proprio “Masterplan”, per potenziare i controlli ambientali in regione. Un progetto battezzato nel 2016 in seguito allo scandalo suscitato dall’inchiesta dei pm di Potenza sulla gestione dei reflui del Centro olio dell’Eni di Viggiano. E coi fondi di questo “Masterplan”, in effetti, ad aprile 2025 risulta affidata una prima commessa per la «gestione del portale Arpab e delle attività “social” agenziali» a “Mediamente”, da 136mila euro più Iva.
Quattro mesi prima di quella, archiviata nella banca dati Anac, da 91mila euro per la sicurezza informatica, a cui andrebbe aggiunta una ulteriore commessa di oggetto molto simile, con la stessa data e finanziata sempre coi fondi del Pnrr, all’associazione gemella “Cooperare”. Anch’essa guidata dal fantomatico trio argentino-turco-austriaco.
IL DG RESPONSABILE
Nella determina di affidamento a firma del direttore generale dell’Arpab, Donato Ramunno, e del direttore scientifico dell’agenzia, Achille Palma, il responsabile unico del procedimentoviene indicato proprio in Ramunno.
Si parla dell’esigenza di «procedere ad un affidamento urgente per la prosecuzione di tutte le attività di promozione del brand “Arpab” attraverso attività di comunicazione e promozione». Quindi si evidenzia la convenienza del preventivo prodotto da “Mediamente” a fronte dell’esborso di gran lunga maggiore sostenuto, nei due anni precedenti, per ricompensare una nota ditta del settore, la N&C srl di Veglie, in provincia di Lecce.
UN PREVENTIVO ULTRA-CONVENIENTE
Le richieste economiche dell’associazione sarebbero state talmente così esigue da suggerire a Ramunno di chiederle di «incrementare la proposta commerciale con ulteriori attività operative, informatiche e promozionali, che implementassero il brand agenziale tramite i canali social». Così si è arrivati a 136mila euro in tre anni. Appena sotto la soglia di 140mila euro oltre la quale la legge impone di bandire una gara tra diversi operatori.
AFFIDOPOLI LUCANA, LA DETERMINA
Nella determina non si spiega perché è stato acquisito il preventivo della sola Mediamente, iscritta due mesi prima alla Camera di commercio di Torino, dove risulta avere sede, e con un’unica referenza legata alla commessa, di qualche giorno precedente, di Acquedotto lucano.
Si sottolinea, d’altro canto, che «pare opportuno occorre garantire i servizi specialistici di cui sopra, secondo standard di qualità e sicurezza, mediante affidamento ad operatore qualificato, in possesso di conoscenze e specifiche esperienze maturate nel settore».
A seguire si aggiunge anche che ha avuto esito «positivo» l’istruttoria «informale» finalizzata «all’individuazione dell’operatore economico in possesso di documentate esperienze pregresse idonee all’esecuzione delle prestazioni contrattuali richieste, già realizzate in commesse identiche e simili».
Infine si precisa che «l’efficacia dell’affidamento è risolutivamente condizionata alla verifica dei citati requisiti». Quella verifica che nel caso del Parco nazionale dell’Appennino, dopo le rivelazioni del Quotidiano, si è conclusa con la revoca per «gravi illeciti professionali.
IL PAGAMENTO
All’Arpab di documentazione taroccata e false autodichiarazioni nessuno se n’è accorto. Finora. Per questo il 14 luglio è stata liquidata una prima fattura di 70.720 euro a “Mediamente”. E tra gli allegati alla relativa determina di spesa compare anche l’Iban del conto corrente dell’associazione – paravento.
AFFIDOLI LUCANA, IL CONTO IN BELGIO
Negli uffici dell’Agenzia regionale per l’ambiente, tuttavia, non paiono essersi accorti nemmeno della strana sigla iniziale del codice: “BE”, in luogo di “IT”. Un dettaglio avrebbe potuto far suonare un campanello d’allarme, non essendo usuali i pagamenti all’estero per enti come l’Arpab. Ma così non è stato.
IL “MONEY TRANSFER”
Inserendo l’Iban in questione in una dei tanti siti che offrono gratuitamente questo tipo di informazioni si riesce anche a risalire alla banca a cui risulta intestato il conto corrente in questione, la “Wise Europe sa” di Bruxelles, emanazione della casa madre londinese.
Facendo un’ulteriore ricerca, però, appare subito chiaro che non si tratta di una banca tradizionale, e nemmeno di una delle tante banche digitali. Bensì di un «istituto di pagamento autorizzato dalla Banca Nazionale del Belgio». Un’evoluzione iper-tecnologica, per capirsi, dei “money transfer”, ovvero dei sistemi extra-bancari con cui ancora oggi tanti emigrati nei paesi più ricchi versano le rimesse ai loro familiari all’altro capo del mondo.
Se qualcuno pensa di poter trovare i soldi di Arpab e Parco Appennino fermi su quel conto a Bruxelles, insomma, farebbe bene a ricredersi. Perché è probabile che siano già movimentati e in gran fretta sfruttando proprio le opportunità offerte dalla compagnia londinese.
I SOSPETTI DIFFUSI
A novembre dell’anno scorso il Financial Times aveva riferito di rilievi a Wise da parte delle autorità di regolamentazione europee per carenze nei controlli anti-riciclaggio, e nelle scorse settimane la filiale statunitense della compagnia sarebbe stata raggiunta anche da una prima multa di oltre 4 milioni di euro per lo stesso motivo.
All’Arpab, però, non solo non si sono accorti di nulla, ma un mese dopo quel primo pagamento di 70mila euro hanno destinato due ulteriori affidamenti diretti in materia di sicurezza informatica a “Mediamente” e alla gemella “Cooperare”.
QUASI MESSO MILIONE
In cifre si parla di 340mila euro complessivi di commesse in 10 mesi per le due associazioni fantasma solo dall’Agenzia. Poi ci sono i 61mila di Acquedotto lucano, i 65mila del Parco appennino, e altri 15mila della Regione. Per un totale di oltre 480mila euro.
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