Al Pride di Milano ho visto esibizionismo etico: una società che teme il diverso è malata e illogica
- Postato il 30 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Sono stato al Pride di Milano, ho amato ogni volto che ho ripreso, c’è una gioventù meravigliosa che vuole solo amare, che ripudia la guerra con tutto il corpo e il cuore, non solo con la Costituzione – Ricky Farina (mi cito da solo!).
Sabato sono stato al Pride di Milano, alcuni ne criticano lo spinto esibizionismo, invece è proprio una forma etica di esibizionismo, ci si esibisce perché circola ancora troppa repressione nella nostra società, dietro quelle forme sgargianti, dietro la foggia cromatica più esuberante si nasconde un’interiorità profonda che vuole danzare, cantare e dire la propria unicità, il proprio stare al mondo, il proprio amore per la vita e il coraggio di essere se stessi. Non è esibizionismo fine a se stesso, è esibizionismo etico, ribadisco. C’erano anche tanti bambini sul passeggino, un bambino non si scandalizza, si diverte, percepisce attorno a sé un clima di festa, gioioso. Sono i benpensanti che si scandalizzano, non i bambini.
Mi sono emozionato nell’incontrare tanti volti puliti, volti truccati ma puliti, sinceri, soprattutto molti giovani di cui sarei un orgoglioso padre: intelligenti, preparati, indomiti nel difendere il diritto all’unicità, non solo il diritto ma anche la gioia, è una gioia pervasiva quella di essere se stessi fino in fondo. Bisogna lottare contro tutte le fobie, è sano lottare contro le fobie. Una società che ha paura del diverso è una società malata ed è una società illogica, non razionale: siamo tutti diversi, tutti unici. A ognuno di voi sarà capitato di fare un trasloco, di cambiare casa, c’è anche chi fa traslochi di identità, chi cambia genere, chi da uomo diventa donna e chi da donna diventa uomo, chi cambia la casa del proprio essere e ne ha tutto il diritto, perché ha il diritto di essere felice, di sentirsi bene e di sentirsi accolto e di avere gli stessi diritti di tutti noi che non cambiamo casa e restiamo sempre nel genere corrispondente al sesso che la natura ci ha assegnato.
Chi tira in ballo poi la natura per contestare coloro che passano da un genere all’altro dimentica che la natura dell’uomo è una natura particolare, che ha nella propria “natura” la facoltà di contraddirsi, di mutare, di trasformarsi, questo è l’uomo: un ente dinamico e metamorfico. Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta, questo diceva il buon Socrate, il padre della civiltà occidentale, ognuno di noi ha il diritto di ricercare prima di tutto se stesso, la propria natura. Il senso dell’Essere è un senso aperto, non rigido e dogmatico.
Il Pride è un carnevale dell’interiorità, un carnevale etico, tutto il suo aspetto circense, colorato, strabordante, non deve farci dimenticare la profondità del desiderio, e il desiderio è profondo solo quando desidera la verità, la propria verità. Esiste il Pride anche per sconfessare chi dice “facciano quello che vogliono ma a casa loro”, come se si dovesse nascondere la propria verità, come se fosse una vergogna da non mostrare agli altri. Ecco perché esiste il Pride, perché essere se stessi è una festa, una lotta, l’unica forma d’amore possibile.
Lottare senza tregua contro ogni discriminazione, contro ogni pregiudizio, contro gli idòla tribus del conformismo. Noi vogliamo un mondo colorato, un mondo di pace e d’amore, un mondo di lotta per gli ideali e i diritti di tutti, ecco perché il Pride è una festa e una lotta allo stesso tempo. Ho pensato a Kafka per tutto il tempo. Sapete perché? Perché Kafka è il vero genio di ogni Pride, Kafka è l’abisso della Metamorfosi, l’abisso di ciò che siamo e ricerchiamo, senza paura.
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