Alla Biennale musica di Venezia il debutto della direttrice Caterina Barbieri: ora è attesa alla prova verità

  • Postato il 9 ottobre 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Non fatevi ingannare dalla partenza così spettacolare e insolita, sabato 11 ottobre, della nuova Biennale Musica di Venezia, con un corteo di 50 barchini intorno all’Arsenale e l’esibizione di un personaggio fuori dagli schemi come il post-folk Chuquimamani-Condori, artista americano di origini boliviane, nato donna nella comunità di Indios Quechuaymara.

E’ una sfida culturale e pure politica, questa rassegna che chiude l’annata di grandi manifestazioni dell’istituzione pubblica che Giorgia Meloni ha affidato al giornalista e scrittore Pietrangelo Buttafuoco.

In questi giorni infuria, come noto, la bufera per l’imposizione di Beatrice Venezi nel ruolo di direttore musicale del Teatro La Fenice. Sembrava già tanto azzardata la scelta del ministro della Cultura di portare alla Fondazione lirica di Campo San Fantin come nuovo sovrintendente Nicola Colabianchi, ché poi subito l’amichettismo di destra ha generato un altro piccolo misfatto.

Contro la doppia ‘cacofonia’ di Venezi a Venezia sono insorti gli orchestrali, più di un centinaio di spettatori abbonati, i docenti del Conservatorio e in generale l’opinione pubblica culturale. S’è quindi così clamorosamente incagliata in laguna l’offensiva per la contro-egemonia culturale di Fratelli d’Italia. Ma l’affaire Venezi in qualche modo sfiora da vicino anche l’ambiziosa e innovativa rassegna allestita per il primo anno della nuova direzione di Caterina Barbieri, una 35enne musicista e producer di casa nella Berlino techno-elettronica, che peraltro detesta essere incasellata sia come ancora ‘giovane’, sia in un genere musicale preciso.

Il titolo di questa Biennale Musica è ‘La stella dentro’, tema chiave la musica cosmica, nell’accezione più ampia, che si riferisce ‘al potere generativo della musica stessa di creare nuovi mondi’. Molto apprezzato subito dagli opinionisti di area ‘elettro’ il programma: “Nomi come Carl Craig alla Biennale sono una bella rivoluzione, un perfetto equilibrio tra ciò che può essere colto e allo stesso tempo accessibile, così come Actress, Fennesz, Moritz von Oswald o la superstar della sperimentazione multidisciplinare Meredith Monk” ha sentenziato Dj Mag.

“Al cast si aggiungono nomi di prestigio, meno noti al grande pubblico ma certamente non inferiori dal punto di vista artistico: Chuquimamani-Condori, ad aprire la rassegna e a cui verrà consegnato il Leone d’Argento; Laurie Spiegel con Diether Quartet, Maxime Denuc, Mabe Fratti, Asa-Chang & Junray, per citarne qualcuno. Il calendario è lungo, ricco, interessante … Barbieri mostra subito la sua autentica effervescenza creativa”, ha scritto di rinforzo Billboard.

Pur avendo fatto capolino in Biennale nel 2024, tra i compositori delle musiche del Padiglione Italia per l’Arte di Massimo Bartolini (ricordato comunemente come la selva di tubi Innocenti risuonanti, scelta dall’allora ministro Gennaro Sangiuliano e pubblicamente sprezzata dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia), Barbieri è però decisamente un curatore particolare. Da far storcere la bocca a molti custodi della tradizione musicale, pure del contemporaneo cult. E’ al suo primo festival e certo non ha raggiunto ancora lo standing, per citare un solo esempio, del direttore artistico dell’orchestra di contemporanea Klangforum di Vienna, Peter Paul Kainrath, che da anni organizza un festival di frontiera come Transart a Bolzano, dove cura anche le selezioni dei candidati al prestigioso premio Busoni.

Eppure, in pochi mesi l’attivissima Caterina ha allestito una Biennale intrigante e davvero sui generis, decisamente ‘progressista’ sulla carta, come ha ammesso lei stessa a proposito della prevalenza dell’elettronica. Ha anche presentato la sua prima rassegna con parole niente male, da fare invidia all’abituale retorica dello stesso presidente Buttafuoco: “Vibrazione che permea il cosmo e ci attraversa con meraviglia, dalla molecola al moto planetario, il suono trasporta fuori dai confini dell’ego e apre all’incontro con l’altro – l’ignoto”.

Ora è attesa alla prova verità, e con lei Buttafuoco, che starà già incrociando le dita perché vada tutto bene. Sia mai che a qualcuno dei contestatori di Venezi venga in mente di manifestare al corteo musicale nei canali. Subito dopo, oltretutto, ci sarà la consegna del Leone d’Argento all’artista stesso scelto per l’apertura, quel Chuquimamani-Condori che è un noto militante anti-colonialista e dell’uguaglianza di genere: si potrebbe ripetere la scena della cerimonia di Biennale teatro per il premio a Ursina Lardi, con un’intemerata applauditissima dell’attrice italo-svizzero-tedesca contro i governi e le destre…

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Il Fatto Quotidiano

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