Allevamento di conigli chiuso grazie a una segnalazione a Essere Animali. Denunciate anche voi!

  • Postato il 20 maggio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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a firma di Simone Montuschi, presidente di Essere Animali

Un allevamento di conigli a Lomazzo, in provincia di Como, ha chiuso le attività grazie alla segnalazione di una cittadina a Essere Animali. Tutto era partito nel 2021, quando l’associazione ha ricevuto un messaggio tramite il sito segnalazioni.essereanimali.org/ in cui un’abitante della zona avvisava di aver notato numerose carcasse e ossa di conigli disperse nei campi adiacenti alla struttura.

Essere Animali si è messa in moto e ha effettuato diversi controlli, documentando gravi condizioni per gli animali allevati all’interno. Nel 2022 ha deciso quindi di sporgere denuncia alla Procura di Como.

La struttura era in condizioni fatiscenti, all’interno era ricoperta da fitte ragnatele e le gabbie erano estremamente sporche e arrugginite. Sui pavimenti si ammucchiavano grosse quantità di escrementi che evidentemente non venivano rimosse da molto tempo.

Terribili soprattutto le condizioni in cui erano allevati i circa 5000 animali, rinchiusi in piccole gabbie con pavimenti in rete metallica e prive di arricchimenti ambientali adeguati alla loro natura. In alcuni casi erano addirittura sei gli animali chiusi in una singola gabbia. I conigli invece per loro natura avrebbero bisogno di spazio, soprattutto per allungarsi, saltare o sollevarsi sulle zampe posteriori. Secondo l’EFSA, infatti, la restrizione del movimento nelle gabbie è la principale problematica a danneggiare il benessere dei conigli.

Dopo la denuncia di Essere Animali, l’ATS Insubria ha svolto un controllo e ha confermato un eccessivo accumulo di deiezioni e ragnatele all’interno dell’allevamento — condizioni per cui l’azienda era stata già oggetto di prescrizioni qualche anno prima — e, con un’annotazione d’indagine, ha assegnato alla struttura un livello di rischio più elevato. Questo ha significato un’intensificazione della vigilanza e la predisposizione di un piano di azioni che, se che non messe in atto, sarebbero risultate in nuove prescrizioni.

Il piano prevedeva opere di manutenzione ordinaria e straordinaria molto costose e, di fronte alla necessità di fare questi interventi, la proprietà ha presumibilmente deciso di chiudere.

Questo caso mostra che purtroppo gli allevamenti con situazioni critiche a livello di struttura e gestione degli animali sono molto diffusi. Allo stesso tempo però fa vedere anche quanto sia importante che i cittadini siano attivi nella documentazione e nella denuncia di queste problematiche. Se sei a conoscenza di irregolarità in allevamenti o macelli puoi segnalarcele in forma anonima sul nostro sito dedicato.

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Il Fatto Quotidiano

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