Bagagli smarriti all’asta, il nuovo trend di TikTok che piace alla Gen Z

  • Postato il 4 settembre 2025
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  • Di SiViaggia.it
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È il peggior incubo di ogni viaggiatore: perdere la propria valigia durante uno scalo aereo. Non si tratta solo di un contenitore su ruote, ma di un piccolo mondo di effetti personali indispensabili per il viaggio.

Nella maggior parte dei casi vengono riconsegnati ai legittimi proprietari, ma c’è una piccola percentuale di questi bagagli che non verrà mai più recuperata. Ed è qui che si inserisce un nuovo trend nato da TikTok che ha conquistato la Gen Z e che incuriosisce: il cosiddetto “Lost Luggage Haul”. Tradotto? Mostrare il “bottino” contenuto in una valigia smarrita che è stata acquistata all’asta.

Cos’è il Lost Luggage Haul

Alcuni giovani creatori di contenuti, attivi sulla piattaforma social TikTok, hanno fatto diventare virali i video in cui mostrano i loro “Lost Luggage Haul”: fanno vedere agli utenti i contenuti di valigie smarrite che hanno acquistato all’asta, ancora fasciate in strati di nastri adesivi e plastica e mai più aperte da quando i loro proprietari le hanno chiuse (e viste) per l’ultima volta prima di imbarcarle.

Dai vestiti agli accessori, dai libri alla tecnologia (i “fortunati” hanno trovato anche iPad e computer portatili), fino ai souvenir di viaggio ancora incartati, con una spesa di alcune decine di euro ci si può aggiudicare i bagagli messi all’asta e tentare la fortuna, trasformando una valigia mai reclamata in un bottino da mostrare agli amici virtuali (e perché no, facendo anche qualche affare).

Cosa succede ai bagagli smarriti

Che fine fanno i bagagli smarriti e mai più reclamati dai loro proprietari? Solitamente, quando una valigia viene smarrita, viene registrata dall’aeroporto all’interno di un database. Ciò permette ai gestori di sapere che non è stata imbarcata sull’aereo. Si cerca quindi di rintracciarla e reindirizzarla. Ma se le etichette che riportano i dati del loro padrone si sono staccate o sono illeggibili e non si riescono a reperire informazioni nemmeno all’interno, le probabilità che riescano a tornare nelle mani dei loro legittimi proprietari si riducono drasticamente.

In genere, se una valigia non viene reclamata entro tre mesi (ma le regole possono variare nei diversi Paesi), finisce nelle mani di terzi, i quali tendono a venderle all’asta. Una scelta che si rivela green e sostenibile, dato che permette di dare nuova vita al contenuto di tali bagagli, che altrimenti verrebbe buttato.

Tutti pazzi per il “blind box” e le sorprese (anche nei viaggi)

Ad affascinare le giovani generazioni (e non solo) è la sorpresa scaturita dall’ignoto. Già nei primi anni 2000 ci siamo affezionati a programmi Tv in cui i protagonisti a caccia di affari acquistavano interi garage messi all’asta, senza poterne analizzare dettagliatamente il contenuto prima di fare le proprie puntate. È il cosiddetto fenomeno del “blind box”, acquistare a scatola chiusa scoprendo in un secondo momento il contenuto.

Il funzionamento è lo stesso: le valigie smarrite e mai reclamate diventano pacchi regalo dal contenuto ignoto da scartare a favore di videocamera, per scovare qualcosa di valore o anche semplicemente fantasticare sulle storie di vita e di viaggio dei loro ormai ex proprietari.

Il meccanismo dell'”unboxing” alla cieca è nato principalmente con lo shopping di vestiti e accessori, ma si sta allargando anche ad altri settori, come quello dei viaggi. Basti pensare ai nuovi pacchetti turistici proposti da alcune realtà, che vendono esperienze di viaggio senza conoscerne la meta fino al giorno della partenza.

Un altro trend a livello mondiale? I Labubu, enormi portachiavi a forma di strani animaletti da attaccare a borse e zaini, venduti in mystery box che solo una volta aperte permettono di vederne il colore e il design. Sono diventati un accessorio di moda, ma anche vere e proprie mascotte per diverse destinazioni turistiche, fotografate di fronte a monumenti, strade e luoghi di interesse in tutto il mondo.

Autore
SiViaggia.it

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