C’è un nuovo museo in Costa Azzurra grazie ad una coppia di mecenati italiani

Il Musée Marabini-Martac, che dai suoi fondatori prende il nome, ha aperto le porte all’inizio dell’estate, nella cittadina francese di Mentone, tra le località più apprezzate della Costa Azzurra, immediatamente dopo il confine con l’Italia.

I coniugi Marabini e il Musée Marabini-Martac

Ed è in parte italiano il progetto che ha portato all’inaugurazione del nuovo spazio culturale – il primo museo privato di Mentone – frutto della ristrutturazione dello storico Hotel des Amabassadeurs, edificio progettato nel 1865 da Gustave Eiffel in stile Belle Epoque, al civico 3 di Rue Partouneaux. Sono infatti i proprietari italiani dell’albergo, Liana Marabini-Martac e Mauro Marabini, ad aver pensato di riconvertire la struttura in museo per esporvi più di 900 opere tra dipinti, sculture, fotografie, libri, manoscritti di artisti e scrittori. Collezionisti e mecenati, entrambi autori di diversi libri e articoli a carattere culturale, i coniugi Marabini hanno già alle spalle diverse esperienze “artistiche”: ideatori della Biennale d’Arte Contemporanea Sacra (BACS) che ha luogo ogni due anni a Mentone (prossima edizione a ottobre 2025), a Villa Tignano, nel bolognese (Mongardino), hanno dato vita qualche anno fa al museo privato Arte e Cibo, che riceve su prenotazione studiosi di storia dell’arte e dell’alimentazione. Liana è anche produttrice cinematografica. 

La mostra su arte e cibo al Musée Marabini-Martac

Proprio con una mostra dedicata al cibo nella storia dell’arte inaugura il Musée Marabini-Martac, nato sotto la supervisione di un comitato di esperti composto da storici dell’arte, galleristi, giornalisti e direttori di musei di fama mondiale. Il cibo nell’arte attraverso i secoli propone un viaggio a ritroso nel tempo attraverso le opere degli artisti che si sono cimentati con un tema molto rappresentato nella storia: da Guido Reni alle nature morte di Giorgio Morandi, passando per William Turner, Alexander Calder, Salvador Dalì, Lucio Fontana, Banksy

Il museo dell’arte senza etichette

Al momento il museo accoglie anche una selezione di sculture in terracotta del XIII Secolo, realizzate durante il periodo del regno Majapahit. In linea generale, infatti, lo spazio è stato concepito per proporre una visione dell’arte senza barriere temporali o stilistiche: “Troppo spesso i musei confinano le opere in categorie, periodi o scuole, rischiando di soffocarne la vitalità. Ma il loro vero significato si rivela quando le mettiamo una accanto all’altra, quando permettiamo loro di interagire, libere dalle consuete classificazioni. Qui, dimentichiamo i punti di riferimento tradizionali e ci lasciamo sorprendere dai parallelismi, dai contrasti, dalle connessioni”, spiega a riguardo Liana Marabini Martac, che è anche direttrice del museo. L’idea è quella di “liberare le opere dalla loro cronologia o dal loro autore, riunendole secondo la loro sensibilità, seguendo affinità estetiche e iconografiche”. Dando vita a uno spazio che mutua la filosofia delle antiche Wunderkammer, le camere delle meraviglie gremite di oggetti da scoprire, però con piena accessibilità per tutti.

Un museo per tutti nel centro di Mentone

Non a caso il museo prevede anche – su una superficie di 4.500 metri quadri distribuita su più livelli – una galleria didattica per studenti, una sala musica dedicata ai concerti, un focus sul cinema attraverso affiche di film a tema gastronomico come La Grande abbuffataChocolatVatelLunga vita alla SignoraDéjeuner sur l’herbe. Nella Biblioteca è invece conservata la collezione completa delle litografie usate per illustrare il libro Les songes drolatiques di Rabelais, firmate da Dalí. Un piccolo giardino ospita una collezione permanente di sculture contemporanee. Disponibili anche un bar e un ristorante in terrazza.
Destinato a diventare rapidamente una nuova attrazione culturale della Costa Azzurra, il museo è aperto dal mercoledì alla domenica, al costo di 10 euro per l’ingresso individuale.

Livia Montagnoli

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Autore
Artribune

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