C’era da aspettarsi che Pechino utilizzasse il monopolio delle terre rare per rispondere a Trump
- Postato il 14 ottobre 2025
- Blog
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
di Gianluigi Perrone*
La prima cosa che ha fatto Trump una volta appreso di non aver vinto il tanto ambito Nobel per la Pace (a favore di una sua supporter, diciamolo) è dare addosso a Pechino, cancellando l’incontro con il Presidente Xi Jinping al prossimo APEC in Corea del Sud la settimana prossima. Una decisione che ha la gravità di una dichiarazione di guerra. In un momento così delicato per la questione mediorientale, Pechino ha voluto tirare fuori dal cappello la risposta cinese alla Trade War, propedeutica per Trump a isolare la Cina dal mercato globale. C’era da aspettarsi che Pechino utilizzasse la carta del monopolio delle terre rare (17 elementi primari più i magneti) come risposta. Non era una questione di “se” ma di “quando”.
In breve, la Cina rivendica il controllo commerciale non solo sulla esportazione degli elementi in sé ma anche sui prodotti che li contengono, ovvero tutto. Tutto ciò che è tecnologia. Questo vuol dire che se la Cina fa pressioni sul governo italiano per allontanarsi dalle proprie posizioni filo-americane, filo-israeliane, filo-ucraine o quel che è, le conseguenze di un rifiuto potrebbero essere il tagliarsi fuori dall’innovazione tecnologica per decenni, se non per sempre.
E non è allarmismo da social. Qui in Cina l’adozione dell’intelligenza artificiale e della robotica è già a livelli irraggiungibili. L’evoluzione del machine learning ha tempistiche esponenziali, e ha una richiesta incessante di hardware (per i semiconduttori, i chip, che si fanno con le terre rare) e di energia (quella che la Russia ci vendeva a noi e ora vende alla Cina e agli USA). Essere tagliati fuori non vuol dire doversi arrangiare con le automobili, i computer, i telefonini, che abbiamo adesso. Vuol dire tornare ad andare in giro con il carretto e l’asinello.
A Xi Jinping, o chi per lui, non interessa fare pressione sull’Italia. All’imprenditoria cinese sembra oggi non interessare più cosa sta succedendo in Europa, oramai data per spacciata. Possono fare pressione sul Giappone. Sulla Corea del Sud. Sugli alleati americani nell’Indopacifico. Possono fare pressione sugli Stati Uniti stessi. Perché va da sé che questi elementi sono di vitale importanza per costruire la tecnologia militare. Quelle armi che gli Stati Uniti stanno vendendo all’Europa per il riarmo.
Ma se l’Italia spende 140 miliardi di euro per il riarmo, poi come verranno assemblate queste armi? Si stabilisce un’economia di guerra senza le materie prime per costruire le armi? Oppure la Cina si trasforma da fabbrica del Mondo a fabbrica militare del Mondo, fondando il Complesso Militare Industriale più mastodontico della Storia dell’Umanità, dal quale devono servirsi tutti. Inclusa l’Italia. Inclusa l’Europa, Inclusi gli Stati Uniti. E su questo vi invito a seguire l’approfondimento sul mio canale Genda Giada.
Saranno poi gli Stati Uniti a comprare le armi dalla Cina e a venderle a noi al triplo del prezzo come stanno facendo con il gas russo? Non è detto visto che tra Pechino e Washington ora volano gli stracci. Cosa ha a che fare questo con il Nobel mancato a Trump? Tutto e niente, perché qui entra in gioco l’umore dell’uomo Donald, con il suo genuino e imprevedibile narcisismo fanciullesco, estremamente deluso dal risultato non raggiunto.
In passato persino Hitler, Stalin e Mussolini erano stati candidati al Nobel per la Pace. Il Nobel definisce la politica di una amministrazione, e ne conferisce prestigio e longevità. Forse questo riconoscimento avrebbe permesso a Trump (e alla sua legacy che potrebbe andare da Vance a Barron) di continuare la trasformazione del sistema statunitense in modo pacifico. Forse, relegando il Dipartimento della Difesa (anzi della Guerra) a ranghi più mansueti, “perché abbiamo qui sulla scrivania questo bel Nobel per la Pace, non possiamo mica andare a bombardare la Cina”. Invece no.
Come ha commentato il portavoce della Casa Bianca, Steven Cheung, “il Nobel ha preferito la politica alla pace”. E questa è una minaccia. La minaccia della Terza Guerra Mondiale militare.
* CEO di Polyhedron AI Studio/membro della AI Beijing Society/Host su Youtube per Genda Giada*
L'articolo C’era da aspettarsi che Pechino utilizzasse il monopolio delle terre rare per rispondere a Trump proviene da Il Fatto Quotidiano.