Chi è il Mandela palestinese, l’uomo che Netanyahu teme di più e che da 23 anni è in carcere

  • Postato il 22 ottobre 2025
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In questo scambio di prigionieri Israele ha liberato alcuni terroristi responsabili dell’uccisione di civili inermi ma non ha liberato Marwan Barghouti, il capo militare di Al Fatah, che ha sempre condannato le azioni armate contro i civili israeliani e contestato le accuse mosse contro di lui dal tribunale israeliano.
Barghouti è il leader palestinese più acclamato e secondo molti osservatori vincerebbe una competizione elettorale.

I media di regime hanno parlato poco del suo restare in carcere perché la sua esistenza dimostra che i palestinesi non sono tutti seguaci di Hamas e quindi – secondo Israele – degni di essere ammazzati. È scomodo ammettere che in Palestina esiste un vasto consenso verso un accordo su “due popoli due Stati”, unica possibilità per una vera fine del conflitto. Per Israele liberare Barghouti sarebbe un grave problema perché renderebbe evidente che la maggioranza dei palestinesi lo sostengono e sostengono la sua visione.

E Hamas non piange per la sua mancata liberazione perché lo teme: è il più forte avversario.

La posizione pacifista di Barghouti è molto chiara: ecco cosa scrisse in occasione della morte di Mandela, nel 2013: “La tua capacità di essere un simbolo di unificazione e un condottiero a partire dalla tua cella di prigioniero, tenendo nelle mani il futuro del tuo popolo mentre eri derubato del tuo stesso futuro, sono segni di un grande leader, eccezionale, e di una figura davvero storica.
Io saluto il combattente per la pace, il negoziatore di pace e il costruttore di pace che tu sei, mentre sei nello stesso tempo il leader militante e l’ispiratore di una resistenza pacifica, il combattente senza tregua e l’uomo di Stato.”

Come Mandela Barghouti iniziò la sua attività politica sostenendo la necessità di combattere con le armi il governo fascista israeliano e come Mandela si è reso conto che lo scontro militare non ha possibilità di vincere e decide di scegliere la via pacifista e puntare sull’isolamento internazionale del governo genocida israeliano. Questa strategia pacifista e non l’uso delle armi, ha permesso di sconfiggere il governo fascista sudafricano responsabile di terribili atrocità e crimini contro l’umanità.

Se Usa e Israele avessero veramente intenzione di battere Hamas e arrivare alla pace, per prima cosa dovrebbero liberare Barghouti ma non vogliono la pace, vogliono la totale distruzione del popolo palestinese. Solo l’immensa mobilitazione mondiale e la forza dello sciopero degli acquisti delle merci degli amici di Netanyahu, li ha costretti a questa tregua, già più volte violata dall’esercito israeliano.

Barghouti resta in carcere in condizioni disumane, ha subito torture e viene sotto alimentato e privato delle cure mediche. Su questo vedi la denuncia di Amnesty

Firma anche tu l’appello per la sua liberazione.

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