Chi viene sorpreso a guidare senza patente per due volte in due anni commette un reato, la Consulta conferma la norma
- Postato il 21 ottobre 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Chi viene sorpreso a guidare senza patente per due volte in due anni commette un reato: rischia un processo e, nei casi più gravi, anche il carcere. La Corte costituzionale, con la sentenza n° 154, ha respinto l’eccezione di costituzionalità sollevata da un giudice di Firenze, secondo cui la legge che regola la guida senza patente, per i recidivi, sarebbe stata di fatto troppo severa.
La questione sollevata
Il caso oggetto del riguarda una persona accusata di guida senza patente con recidiva, cioè dopo essere già stata fermata una prima volta. Il giudice si era rivolto alla Consulta, sostenendo che punire penalmente chi ripete questo comportamento – mentre chi lo commette una sola volta riceve solo una multa – sarebbe incostituzionale. Secondo il magistrato, infatti, la legge darebbe troppo peso alla recidiva e non terrebbe conto di eventuali attenuanti.
Il Tribunale – si legge nella nota della Consulta – “aveva censurato l’articolo 116, comma 15, del codice della strada, che continua ad annettere rilievo penale all’illecito commesso da chi sia recidivo nel biennio, per violazione dei principi di eguaglianza (art. 3 Cost.), di offensività del reato (art. 25, secondo comma, Cost.) e della funzione rieducativa della pena (art. 27, terzo comma, Cost.), in quanto tale previsione farebbe dipendere la rilevanza penale di un fatto, che per ogni altra persona resta sanzionato solo in via amministrativa, da una condizione soggettiva dell’agente (la recidiva nel biennio) priva di incidenza sull’offesa al bene giuridico protetto, configurando una responsabilità penale cosiddetta “d’autore”. Inoltre, la disposizione censurata enfatizzerebbe oltre misura il peso della recidiva sul piano sanzionatori”.
La decisione della della Corte
Per i giudici costituzionali la legge è chiara e legittima: se una persona viene fermata due volte in due anni senza patente, vuol dire che ha ignorato le regole, mettendo a rischio la sicurezza degli altri. In questi casi, è giusto che ci siano conseguenze più gravi. Inoltre, la Corte ha sottolineato che la guida senza patente è un comportamento pericoloso, perché chi è senza autorizzazione non ha dimostrato di essere in grado di guidare in sicurezza. Per questo, anche se il sistema penale cerca di limitare il più possibile l’uso delle pene detentive, in casi come questo la sanzione penale resta giustificata. Infine, i giudici hanno escluso che questa legge crei disparità tra cittadini. La recidiva, spiegano, non è una “colpa personale”, ma un comportamento ripetuto che mostra una maggiore pericolosità. E punirlo penalmente non significa trattare le persone in modo diseguale, ma proteggere la collettività.
La Corte – si legge infatti nella nota – “ha giudicato non fondata anche questa censura, sottolineando che, nel caso in esame, la precedente condotta che viene in rilievo non è priva di correlazione con la condotta di guida senza patente, essendo costituita proprio dalla commissione, definitivamente accertata, del medesimo illecito. Inoltre, la recidiva, per assumere rilievo agli effetti dell’articolo 116, comma 15, del codice della strada, deve manifestarsi in un arco temporale circoscritto a soli due anni. Tale accertamento non assume le fattezze di un marchio incancellabile. La Consulta ha, ancora, escluso che sia riscontrabile nella specie un fenomeno di abnorme sopravvalutazione delle componenti soggettive dell’illecito, rilevando che la guida senza patente rappresenta comunque un illecito di significativo disvalore nel quadro di quelli contemplati dal codice della strada, consistendo nel compimento di un’attività intrinsecamente pericolosa per la sicurezza stradale e per l’incolumità delle persone e delle cose, in difetto del titolo abilitativo, che attesta l’idoneità del soggetto a esercitarla.
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