Mattia Ahmet Minguzzi, due adolescenti condannati a 24 anni ma altri due scarcerati. La famiglia: “Non possiamo acccertalo”

  • Postato il 22 ottobre 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Mattia Ahmet Minguzzi, 14 anni, era stata accoltellato cinque volte nel mercato di Kadikoy a Istanbul a fine gennaio ed era morto l’8 febbraio scorso. Martedì in Turchia è stata emessa una sentenza che se da una parte infligge la pena massima per gli assassini, dall’alta ha permesso la scarcerazione di altri due imputati. I giudici hanno condannato a 24 anni di carcere per “omicidio premeditato di minorenne” due quindicenni, uno che ha accoltellato Mattia mentre l’altro, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, aveva infierito con dei calci sul corpo del ragazzo, una volta che si era accasciato a terra dopo l’aggressione. L’adolescente era andato al mercato per acquistare attrezzatura da skateboard, una delle sue più grandi passioni.

Alcuni coetanei lo avevano avvicinato cercando uno scontro senza motivo ma poco dopo essersi allontanato Mattia è stato nuovamente raggiunto da quello che sarebbe diventato il suo assassino. Un filmato di sicurezza aveva mostrato nettamente il momento dell’attacco, con uno dei ragazzi che impugnando un coltello rincorre Mattia, mentre il 14enne camminava dandogli le spalle senza notarlo per poi essere colpito varie volte.

I giudici hanno dato ai due aggressori la massima pena prevista in Turchia per l’omicidio di un minorenne da parte di altri minori mentre gli altri due giovani parte del gruppo sono stati assolti dall’accusa di “favoreggiamento di omicidio” e scarcerati. “Questi altri due sono arrivati insieme, erano al mercato insieme, indicavano Mattia per andarlo a cercare e soprattutto ci sono video che riprendono tutti e quattro che ridono, contenti per quello che hanno fatto. Per questo motivo non possiamo accettare questa sentenza” ha detto all’Ansa Andrea Minguzzi subito dopo il verdetto, su cui è stato presentato un ricorso contro l’assoluzione degli altri due imputati. “Il nostro avvocato chiedeva il massimo della pena per tutti e quattro, perché si tratta di violenza di gruppo e perché la sentenza doveva essere uno spartiacque”, ha aggiunto lo chef riminese, che avrebbe auspicato una “sentenza storica” nel caso di suo figlio per aiutare ad arginare il problema della violenza tra minori, anche attraverso una modifica alla legislazione per gli omicidi commessi da ragazzi tra i 15 e i 18 anni, inasprendo le pene e prevedendo punizioni anche per i famigliari.

Il caso di Minguzzi ha suscitato forte clamore in Turchia e molte persone hanno dato sostegno alla famiglia presentandosi davanti al Tribunale. I genitori del 14enne hanno ricevuto nei mesi scorsi moltissimi messaggi di solidarietà, anche da parte del mondo della politica e direttamente dal presidente Recep Tayyip Erdogan, ma a loro sono anche state rivolte minacce di morte mentre la tomba di Mattia era stata danneggiata nelle settimane successive alla sepoltura.

La famiglia della vittima, che era figlio dello chef italiano Andrea Minguzzi e della violoncellista Yasemin Akincilar, ha cercato di puntare l’attenzione sull’assenza di una legge sui genitori di minori che commettono reati e che dovrebbero essere ritenuti responsabili delle conseguenze legali delle azioni dei loro figli. Per questo era stata lanciata una petizione firmata da oltre 250mila persone, ma per ora una norma in questo senso in Turchia non è stata ancora discussa.

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