Come si gestisce il personale che opera dietro le grandi mostre? Parola a Opera Laboratori

  • Postato il 5 settembre 2025
  • Arti Visive
  • Di Artribune
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Opera Laboratori impiega circa mille persone e lavora in 89 siti museali italiani, oltre a produrre esposizioni, svolgere attività di comunicazione e fornire servizi al visitatore; gestisce inoltre dei laboratori di falegnameria, restauro tessile e scenografie. Abbiamo incontrato Stefano Di Bello, Chief operating officer della società, per trattare il tema del personale che collabora ai tanti progetti in corso, tra cui ricordiamo Peace on Earth, che porta i lavori di Banksy ad AssisiHugo Pratt, Geografie immaginarie al Palazzo delle Papesse a Siena; Siena e le terre dell’anima, una sorta di pellegrinaggio tra arte contemporanea e spiritualità.

Intervista a Stefano Di Bello di Opera Laboratori

Quali sono i requisiti richiesti al personale che dovrà lavorare nelle vostre mostre?
Il personale impiegato nelle mostre, e più in generale nei musei, deve avere l’attitudine dell’accoglienza, perché crediamo nella cultura dell’ospitalità: non consideriamo infatti visitatori come clienti, turisti o consumatori, ma come ospiti. Quindi attiviamo meccanismi motivazionali per valorizzare lo spirito di accoglienza del nostro personale. Ovviamente servono anche dei requisiti tecnici imprescindibili legati alla sicurezza, pertanto il personale deve saper affrontare rischi nel campo antincendio e intervenire in caso di primo soccorso, collaborando con la squadra delle emergenze se si verificano infortuni o malori. C’è poi il tema delle lingue straniere, essenziale per interloquire con un pubblico internazionale.

Quanto è importante la formazione storico-artistica?
Dipende dai servizi in cui il personale espleta il suo lavoro: per quello di biglietteria non è necessaria, mentre lo è per le attività laboratoriali, didattiche e visite guidate. Tra l’altro per i laboratori non impieghiamo solo storici dell’arte ma anche artisti, soprattutto nel caso di progetti di arte contemporanea. In azienda abbiamo invece molti storici dell’arte strutturati e che si occupano di contenuti editoriali, digitali, inoltre formano le persone che poi vivono la realtà delle mostre e che devono saper offrire ai visitatori un invito alla lettura, dare un orientamento sul percorso e rispondere alle curiosità delle persone.

Che tipi di contratti applicate? 
Come società per azioni dobbiamo sviluppare valore anche mediante personale di qualità, ed è quindi necessario assicurare una qualità contributiva e contrattuale. Ci muoviamo con contratti collettivi, riconosciuti da tutte le sigle sindacali con le quali abbiamo un costante rapporto. Siamo sempre aggiornati con le liste di collocamento e inseriamo in organico anche delle persone fragili, come stabilisce la legge. Siamo inoltre certificati sulla parità di genere, quindi rispondiamo a tutti i criteri di una buona e giusta impresa. Introduciamo continuamente anche migliori opportunità di welfare per il personale: quest’anno, ad esempio, abbiamo ampliato il plafond della polizza assicurativa. Tutto ciò ci consente di fidelizzare il personale, garantendo un alto tasso di fedeltà rispetto ad altre aziende.

Infine, vi affidate a cooperative esterne per gestire il personale delle mostre? Come coordinate le vostre esigenze con il servizio offerto?
La nostra strategia è lavorare internamente con il nostro personale, ma nel caso di servizi che noi non svolgiamo o svolgiamo meno ci rivolgiamo anche a delle cooperative che ci accompagnano. In questo caso puntiamo ad avere un’interlocuzione diretta e una “cerniera stretta” tra la parte direzionale e quella sul campo.

Marta Santacatterina

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L’articolo "Come si gestisce il personale che opera dietro le grandi mostre? Parola a Opera Laboratori" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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