“Con Puff Daddy interminabili maratone sessuali e tanta droga fino al giorno del suo arresto”: in tribunale compare una delle ultime fidanzate dell’imputato

  • Postato il 6 giugno 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Puff Daddy ieri, giovedì 5 giugno, non solo ha subito un rimprovero del giudice per alcune smorfie che avrebbe rivolto ai giurati, durante alcune testimonianza in aula, ma è stato anche al centro del racconto della sua ultima fidanzata che ha rivelato “lunghe maratone sessuali a base di droghe fino al giorno dell’arresto”.

La donna è salita sul banco dei testimoni sotto lo pseudonimo di “Jane” al processo per traffico sessuale dell’ex fidanzato a New York. Il magnate della musica si è dichiarato non colpevole di aver gestito il suo impero commerciale come un’organizzazione criminale che ha permesso l’abuso sulle donne. Jane, una madre single, ha testimoniato di aver ripetuto a Puff Daddy, di persona e per iscritto, di non voler fare sesso con altri uomini. Ma l’imputato continuava a spingerla a fare follie e lei si sentiva “obbligata” ad assecondarlo. Aveva anche il controllo sulla sua vita in altri modi, ha detto, incluso il pagamento dell’affitto di casa. La relazione però poi naufraga.

Jane ha parlato a voce appena più bassa di un sussurro a una giuria attenta. Diversi giurati si sono sporti in avanti mentre testimoniava, mentre Puff Daddy la fissava, ma lei non sembrava mai tentennare. Jane ha detto di aver conosciuto l’ex produttore durante un “viaggio tra amiche” a Miami nel 2020, grazie a una conoscente che già usciva con lui. I due si sono frequentati dal 2021 al 2024, in quella che è iniziata come una “relazione affettuosa e passionale”. Jane ha detto di essere stata soprannominata “Bert”, mentre il fondatore della Bad Boy Records era “Ernie”.

La donna si è emozionata sul banco dei testimoni – abbassando la testa e asciugandosi le lacrime – mentre descriveva un punto di svolta nella loro relazione: maggio 2021, quando Puff Daddy ha iniziato a condividere le sue fantasie sessuali che la coinvolgevano con altri uomini e in giochi di ruolo. Lei ha accettato, pensando che lo avrebbe reso felice.

Nel giro di poche ore, ha detto, era in una stanza d’albergo di Miami a guardare gli assistenti di Puff Daddy che si preparavano per un incontro di sesso di gruppo. “Quella notte ha davvero aperto un vaso di Pandora per la nostra relazione”, ha detto Jane. “Ha inciso per il futuro della nostra relazione. È stata una porta che non sono riuscita a chiudere”.

Jane ha detto di essere stata euforica dopo aver lasciato quel primo incontro in camera d’albergo, ma di aver finito per pentirsene. Da allora in poi, ha detto, il 90% delle volte che ha fatto sesso durante la sua relazione con l’ex compagno, lo ha fatto con altri uomini, mentre lui guardava. Alla domanda se volesse fare sesso con altri uomini, Jane rispose dolcemente: “No, solo Puff Daddy”. La descrizione di Janes delle “notti in hotel” era molto simile alla precedente testimonianza di Cassie Ventura.

Entrambe descrivevano di aver cercato di affrettare gli incontri solo per “finirli” e far contento il proprio compagno. Jane ha affermato che a volte gli incontri duravano più di 24 ore. Il giudice ha adottato misure per proteggere l’anonimato di Jane, tra cui l’avvertimento agli osservatori di non descriverla o tratteggiarla, in modo da rivelarne l’identità.

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