Confagricoltura Piemonte: “Serve una gestione più realistica del lupo. Troppi danni agli allevatori”

  • Postato il 10 ottobre 2025
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CUNEO – “È necessario un approccio più realistico alla gestione della presenza del lupo, prima che la situazione sfugga di mano come accaduto con i cinghiali”.
Con queste parole Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo e Piemonte, torna a sollecitare un intervento concreto da parte delle istituzioni. In una lettera indirizzata alla Regione Piemonte, Allasia chiede che l’ente si faccia parte attiva nelle sedi competenti, anche in collaborazione con altre Regioni, affinché venga recepito il recente declassamento del lupo da “specie strettamente protetta” a “specie protetta” deciso dall’Unione Europea.

Secondo Confagricoltura, la misura europea rappresenta un passo avanti verso una gestione più equilibrata, che consenta di adottare norme flessibili e strumenti di difesa efficaci per limitare i danni provocati dal predatore, sempre più diffuso anche nelle zone di pianura.
«Il fenomeno degli attacchi del lupo è in crescita, non solo in montagna ma anche nelle aree rurali vicine ai centri abitati – spiega Allasia –. Gli allevatori si trovano spesso di fronte a perdite di capi, aborti spontanei, cali nella produzione di latte e stress negli animali, con conseguenze economiche e psicologiche gravissime».

La presenza del lupo a poche centinaia di metri dalle stalle o addirittura all’interno dei recinti è ormai un fatto frequente. E i sistemi di prevenzione attualmente in uso – recinzioni, dissuasori sonori, cani da guardiania – non si rivelano più sufficienti.
«Il lupo è in grado di superare recinzioni alte oltre due metri o scavare al di sotto delle reti», sottolinea ancora Confagricoltura, evidenziando come il problema stia minando la sostenibilità economica delle aziende agricole, già provate dall’aumento dei costi di produzione e dai margini ridotti.

In montagna, inoltre, la pratica dell’alpeggio rischia di diventare insostenibile.
«Se non si interviene con misure mirate – avverte Allasia – molti allevatori potrebbero rinunciare del tutto a portare gli animali in quota. Chiediamo che si valuti l’avvio di azioni di selezione controllata, mirate a ridurre la pressione del predatore nelle aree più colpite del Piemonte».

Un appello che arriva in un momento cruciale per la gestione della fauna selvatica e che rilancia il dibattito su come conciliare la tutela delle specie con la sopravvivenza delle attività agricole tradizionali.

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Quotidiano Piemontese

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