Cosa ci fanno 100 figure di spalle sulla facciata delle Procuratie Vecchie di Venezia?
- Postato il 5 settembre 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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Fino al 7 settembre, chi passerà in Piazza San Marco a Venezia non potrà non notare le 100 fotografie di grandi dimensioni installate sulla facciata delle Procuratie Vecchie. Gli scatti seguono bene o male le classiche regole del ritratto (il bianco e nero, il mezzobusto), tranne una: la frontalità. Tutti e cento i soggetti danno le spalle a chi li osserva, e quindi anche alla piazza, in una posa ambigua che unisce rifiuto di ricambiare lo sguardo e scelta di proiettarlo in avanti, ma anche anonimato e corpo collettivo. Questi ignoti “Cento”, infatti, potremmo essere tutti. Eppure, ciascuna foto ritrae un rifugiato, facendosi portavoce della sua storia, e del suo sogno.
La mostra “Dreams in Transit” a Venezia
L’installazione è parte della mostra Dreams in Transit, ospitata negli spazi di The Human Safety Net all’interno delle Procuratie Vecchie e realizzata in collaborazione con l’organizzazione Arts for Action, con la curatela di Amandine Lepoutre e Margaux Plessy. Se le fotografie ricordano l’iniziativa The Inside Out Project del noto artista francese JR, un motivo c’è: l’installazione veneziana è dichiaratamente ispirata al lavoro di JR, e la mostra include anche l’opera di una delle sue allieve. L’artista Sarah Makharine, porta infatti una fotografia accompagnata da una registrazione di voci che narrano sogni, storie di migrazione e di naufragi, case perdute e ricostruite.
“Casa” è un luogo o uno stato mentale ed emotivo? Cosa significa avere una casa? Sono queste le domande che risuonano tra le opere in mostra. Come quella di Ange Leccia, che installa a pavimento una serie di mappamondi luminosi e interconnessi, un simbolo di speranza condivisa a prescindere dalla provenienza geografica. La casa nella sua dimensione precaria è invece al centro della serie fotografica di Leila Alaoui, che documenta i rifugiati siriani in libano esaltandone dignità e resilienza di fronte agli orrori della guerra e della fuga.









Case transitorie e lavoro di cura nella mostra alle Procuratie Vecchie
Quelle evocate dall’opera di Lorraine de Sagazan e Anouk Maugein sono invece case temporanee: Tower of Babel è un’installazione site-specific composta da 700 chili di lenzuola bianche trovate nelle lavanderie di alberghi. Un’opera travolgente, che sottolinea non solo la transitorietà di questi luoghi e di chi li abita, ma anche il lavoro costante e spesso nascosto di chi, ogni mattina, cambia e lava quelle lenzuola. Una valida ostensione del lavoro di cura e del suo peso sulla nostra società.





L’impegno di The Human Safety Net e di Art for Action
The Human Safety Net e Art for Action realizzano dunque una mostra umana e umanitaria, per riflettere poeticamente sulle difficoltà, ma anche sui sogni, di tutti coloro per cui la parola “casa” non ha più – o non ha mai avuto – un significato definito. Un progetto che, nell’indagare il sottile confine tra speranza e conforto, dichiara di credere nel potere trasformativo dell’arte.
Redazione
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L’articolo "Cosa ci fanno 100 figure di spalle sulla facciata delle Procuratie Vecchie di Venezia?" è apparso per la prima volta su Artribune®.