Criticò Crosetto, sindacalista militare sospeso per due mesi. Ma il Tar annulla: “Affermazioni vere, è diritto di critica”

  • Postato il 28 agosto 2025
  • Giustizia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il Tar della Sicilia ha annullato un provvedimento disciplinare inflitto a Girolamo Foti, segretario del sindacato dell’esercito Itamil. La Direzione generale per il personale militare del ministero della Difesa, lo scorso febbraio, aveva infatti disposto nei confronti di Foti una sospensione dal servizio per due mesi senza stipendio a causa di alcuni comunicati stampa del sindacato e di un articolo pubblicato sul sito “Infodifesa” nell’estate del 2024, durante la trattativa per il rinnovo contrattuale dei militari proposto dal governo, che Itamil aveva deciso di non firmare, considerandolo insufficiente. Nei comunicati erano state evidenziate numerose criticità, censurando l’operato del ministro della Difesa Guido Crosetto e di un suo consigliere, il generale Domenico Rossi.

Il sindacato, in particolare, denunciava come nell’ambito della Difesa “tutto” fosse peggiorato e i militari fossero “orfani di un ministro attento alle esigenze del personale”, il che contribuiva “al malessere e alla sfiducia verso l’attuale governo”. Frasi che il ministero ha ritenuto travalicassero la correttezza formale, decidendo così di sospendere Foti. Secondo il dicastero, infatti, la sua condotta è “disciplinarmente rilevante poiché in netto contrasto con i doveri inerenti al giuramento prestato, al grado rivestito, al senso di responsabilità e al contegno esemplare che il militare deve tenere in ogni circostanza e quindi anche fuori dal servizio a salvaguardia del prestigio dell’istituzione alla quale appartiene”.

I giudici del Tar, però, non sono stati dello stesso avviso. Dopo aver accolto a marzo la richiesta di sospensiva, ora hanno annullato definitivamente il provvedimento, che aveva avuto come conseguenza anche la decadenza temporanea di Foti dalla carica di segretario di Itamil. Secondo il Tar, “non si riesce a scorgere un travalicamento dei limiti al diritto di critica sindacale” nei comunicati incriminati, e le espressioni utilizzate non hanno leso “l’onore e la reputazione delle persone cui si riferiscono”. Oltre ai toni, i giudici hanno ritenuto legittimi anche i contenuti dei comunicati: “Non può disconoscersi neppure la veridicità delle enunciazioni rese” in considerazione del contesto cui i fatti si riferiscono, scrivono. “Non può ritenersi irragionevole, invero, che la proposta di un testo contrattuale notevolmente distante dalle aspettative della delegazione sindacale sia stata percepita come esito di un insufficiente adoperarsi dei vertici della Difesa a tutela degli interessi dei lavoratori del settore”, argomenta la sentenza.

Itamil era già stato oggetto di una contestazione formale per altri comunicati stampa, nonché un procedimento disciplinare di corpo interno della caserma, che non ha avuto conseguenze sull’attività sindacale di Foti, per alcune pec ed e-mail inviate alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai vertici della Difesa, in cui segnalava le pessime condizioni alloggiative dei militari impiegati nell’operazione “Strade sicure. Ora, dopo la sentenza del Tar, il sindacato auspica che “torni il dialogo con il dicastero della Difesa e che si chiuda definitivamente questa vicenda, conclusa con l’annullamento di questo provvedimento disciplinare nei confronti del segretario Foti per aver espresso critiche ad alcune autorità del governo nel corso delle trattative contrattuali tra il 2022 e il 2024, nel pieno rispetto dell’articolo 21 della Costituzione” sulla libertà di espressione. Il Fatto ha chiesto al ministero della Difesa un commento sulla vicenda ma non ha ricevuto risposta.

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Il Fatto Quotidiano

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