Crollo Torre dei Conti, credo che Zakharova abbia toccato un nervo scoperto del governo italiano
- Postato il 4 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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di Giovanni Muraca
Ieri a Roma un pezzo della Torre dei Conti a Roma crollava e purtroppo, oggi, l’uomo finito in ospedale non ce l’ha fatta (e di questo vedremo poi chi ne risponderà). Le istituzioni italiane si sono però indignate per la frase su Telegram della portavoce del Ministero degli esteri Russo Marija Zakharova che ha cavalcato l’onda di ciò che è successo nella città eterna per attaccare l’Italia. “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti” per l’Ucraina, “l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”.
Questa la frase che ha generato l’indignazione generale, soprattutto alla Farnesina che ha convocato subito l’ambasciatore russo in Italia.
Seppur l’indignazione è lecita, ci sarebbe da fare un distinguo su ciò che è accaduto nelle ultime 24 ore.
Primo tra tutti, cominciare a capire che il crollo è avvenuto dopo anni di trascuratezza e che solo nel 2022 cominciarono i lavori di ristrutturazione grazie ai fondi Pnrr e questo è già un fatto che dovrà essere approfondito. Seconda cosa è il turboatlantismo degli ultimi esecutivi che ha portato all’isteria generale e a tagliare sempre più i rapporti con la Russia creandosi un nemico. E con le parole, giusto per puntualizzare e uscire dalla retorica che riecheggia nelle nostre orecchie dal 2022 del rapporto “aggressore-aggredito”, i nostri non è che ci siano andati tanto leggeri con la Russia. Continue infamie che da quattro anni a questa parte arrivano puntuali da varie cariche istituzionali europee all’unisono. Per non parlare dell’uscita, tempo fa, della massima carica dello stato, il Presidente della Repubblica, che paragonò Putin a Hitler. Paragoni che sinceramente avrei tenuto per me vista la memoria corta di molti miei concittadini ancora ignari – o sedicenti tali – sul fatto che il nazifascismo sia stato sconfitto anche grazie alla Russia e non solo agli “alleati”.
Posto che lo scenario della guerra fredda non sia mai finito, che ora le grandi potenze fanno prove di nuove armi nucleari, che si viaggi tra continui sfottò dei paesi ininfluenti in queste mediazioni (altra verità) e che proprio l’Unione Europea capirà presto a cosa dovrà rendere conto al termine del conflitto, al netto del paragone – infelice – che Zakharova ha fatto col crollo della struttura, se prendiamo la frase in sé, scopriamo che forse il fastidio delle ultime ore delle nostre istituzioni è basato non tanto sulla fatto in sé ma su una verità. “Finché il governo italiano continuerà a spendere inutilmente i soldi dei suoi contribuenti” per l’Ucraina, “l’Italia crollerà tutta, dall’economia alle torri”. Cos’ ha detto di sbagliato? Forse solo i nostri non riescono a vederlo (e a raccontarsela soprattutto).
La questione, a mio avviso, è che la portavoce abbia toccato un nervo scoperto dell’attuale esecutivo, il servilismo tout-court (vedi anche l’elusione fiscale delle Big Tech made in Usa). E mi meraviglio della meraviglia della Farnesina. Già, il Dicastero presieduto dal Ministro Tajani, da sempre militante in Forza Italia. Proprio il partito che giorni fa festeggiava per la “vittoria” del passaggio sulla riforma della Magistratura a Palazzo Madama con le effigie del ormai fu Silvio di cui, ancora oggi, tengono il nome nel simbolo del partito proprio per tenere affiliati gli elettori. Proprio Berlusconi che con Putin ci andava a nozze, il cui rapporto, nonostante le posizioni illiberali del Presidente russo, non è mai cambiato.
Forse sarebbe più importante far luce su quanto accaduto a Roma e concentrarsi su cosa sia successo davvero per dare giustizia a chi non c’è più. Ma forse è più facile dar spago alle polemiche e cedere all’isterismo di uno scenario tragico di priorità errate.
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