Da giugno ad agosto il caldo ha causato il 68% delle morti in 854 città: Italia prima in Europa, solo a Milano 1156 decessi
- Postato il 17 settembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il caldo estivo provocato dai cambiamenti climatici ha causato, in 854 città europee, il 68% dei 24.400 decessi avvenuti tra giugno e agosto. Si tratta di 16.500 decessi in più rispetto a quanto sarebbe avvenuto senza un aumento delle temperature fino a 3,6°C. E se l’Italia è stat il Paese più colpito, la maglia nera tra le città spetta a Milano. L’analisi è stata condotta da 11 ricercatori dell’Imperial College di Londra, della London School of Hygiene & Tropical Medicine, dell’Università di Berna, del Royal Netherlands Meteorological Institute e dell’Università di Copenhagen. Il risultato dello studio, avvertono, rappresenta un’istantanea del numero di morti legate al caldo estremo, poiché le città studiate rappresentano circa il 30% della popolazione europea. L’analisi fa seguito a un studio condotto dallo stesso team, secondo il quale il cambiamento climatico avrebbe potuto triplicare il numero di vittime di un’ondata di caldo di luglio in Europa.
In Italia 4.597 morti per il caldo. Il primo Paese in Europa – I cambiamenti climatici sono all’origine di 4.597 morti per il caldo stimate in Italia, 2.841 in Spagna, 1.477 in Germania, 1.444 in Francia, 1.147 nel Regno Unito, 1.064 in Romania, 808 in Grecia, 552 in Bulgaria e 268 in Croazia. I Paesi più colpiti da un’unica ondata di calore sono stati Romania, Bulgaria, Grecia e Cipro dal 21 al 27 luglio, quando si stima che si siano verificati 950 decessi per caldo con temperature fino a 6°C sopra la media, pari a circa 11 decessi giornalieri in eccesso per milione di persone. Per quanto riguarda le città, l’impatto del cambiamento climatico sulle temperature ha provocato ha causato 1156 morti a Milano, 835 a Roma, 630 ad Atene e Barcellona, 579 a Napoli, 409 a Parigi, 387 a Madrid, 360 a Bucarest, 315 a Londra, 230 a Torino. Sono italiane, dunque, la prima, la seconda, la quinta città e la decima città europea nella classifica delle 854 analizzate. Sono, nel complesso, le più colpite. Le capitali con i più alti tassi di mortalità pro capite sono state Roma, Atene e Bucarest, a testimonianza della loro esposizione ad alcune delle temperature più estreme in Europa. Tuttavia, i ricercatori fanno notare che altri fattori giocano un ruolo, tra cui la preparazione, la demografia della popolazione e l’inquinamento atmosferico.
Un killer silenzioso (e sottovalutato) – La maggior parte dei decessi legati al caldo non viene segnalata. Le persone spesso muoiono a causa di condizioni preesistenti, come problemi cardiaci, respiratori o renali, aggravati dalle alte temperature e il ruolo del caldo è raramente registrato sui certificati di morte. “La stragrande maggioranza dei decessi dovuti al caldo avviene nelle case e negli ospedali, dove persone con condizioni di salute già esistenti vengono spinte al limite, ma il caldo è raramente menzionato nei certificati di morte” racconta Konstantinoudis Garyfallos, docente presso il Grantham Institute – Cambiamenti climatici e ambiente, dell’Imperial College di Londra. Nonostante sia il tipo di clima estremo più letale, il caldo è stato a lungo sottovalutato come rischio per la salute pubblica. Per esempio, anche quest’estate in Europa si è continuato a lavorare all’aperto con temperature superiori ai 40°C. “Nessuno si aspetterebbe – commenta – che qualcuno rischi la vita lavorando sotto una pioggia torrenziale o con venti da uragano, ma il caldo pericoloso è ancora trattato con troppa disinvoltura”. Per stimare il numero di questi decessi e quanti fossero legati ai cambiamenti climatici, lo studio si è concentrato sul caldo da giugno ad agosto. In primo luogo, gli scienziati hanno analizzato le osservazioni meteorologiche e i modelli climatici per capire come il cambiamento climatico abbia influenzato le temperature giornaliere in ogni città, scoprendo che ha aumentato le temperature di una media di 2,2°C, ma fino a 3,6°C. Gli epidemiologi hanno quindi utilizzato studi accademici che predicono le variazioni dei decessi a determinate temperature in 854 città europee. Hanno combinato queste funzioni di rischio di mortalità con gli spostamenti delle temperature giornaliere per stimare i decessi dovuti al caldo di quest’estate e di un’ipotetica estate più fresca che non fosse stata riscaldata di 1,3°C.
La popolazione europea invecchia e le estati saranno sempre più letali – “Il nostro studio dimostra che variazioni del calore estivo di pochi gradi possono fare la differenza tra la vita e la morte per migliaia di persone” commenta Clair Barnes, ricercatrice al Centre for Environmental Policy dell’Imperial College di Londra. L’analisi, infatti, sottolinea come il caldo sia una minaccia crescente per il rapido invecchiamento della popolazione europea. Le persone di età superiore ai 65 anni rappresentano circa l’85% del totale dei decessi, con il 41% di età superiore agli 85 anni, a testimonianza di come il caldo sia particolarmente pericoloso per le persone con condizioni di salute preesistenti, come malattie cardiache e diabete. Si prevede che la percentuale di persone di età superiore agli 80 anni in Europa aumenterà dall’attuale 6 per cento circa al 15 per cento entro il 2100. Secondo i ricercatori, sono necessarie politiche per rendere le città più resistenti al caldo estremo. Circa il 70% delle persone in Europa vive in città e si prevede che entro il 2050 ci vivrà più dell’80%. Le città europee possono essere in media più calde di 4-6 gradi Celsius rispetto alle aree rurali, con picchi fino a 10 gradi, perché le superfici in cemento intrappolano il calore e i trasporti e l’uso di energia aumentano ulteriormente le temperature urbane. Tuttavia, i ricercatori avvertono che “anche con importanti sforzi di adattamento, le morti per calore continueranno ad aumentare finché il mondo non smetterà di bruciare petrolio, gas e carbone, che rilasciano emissioni che intrappolano il calore e portano a estati più calde e pericolose”.
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