Da paradiso a discarica: l’inferno di Calò des Moro dopo il boom social

  • Postato il 4 agosto 2025
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  • Di SiViaggia.it
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Una delle baie più suggestive di Maiorca, Calò des Moro, è passata in pochi anni dall’essere un angolo incontaminato di paradiso a diventare l’emblema dell’overtourism.

Il motivo? La viralità sui social, TikTok in primis, ha trasformato questa piccola caletta in una meta ambita e sovraffollata, con gravi conseguenze per l’ambiente e per gli abitanti dell’isola.

Il paradiso social che ha attirato troppo successo

Calò des Moro, situata nella zona sud-orientale di Maiorca, è una cala di sabbia bianca e acqua cristallina incastonata tra alte scogliere e vegetazione mediterranea. Un tempo conosciuta solo da pochi locali e viaggiatori esperti, negli ultimi anni è diventata virale grazie ai contenuti pubblicati da influencer e creator digitali.

La campagna di promozione avviata inizialmente per distribuire meglio i flussi turistici ha avuto un effetto contrario: migliaia di post, storie e video hanno fatto il giro del web, mostrando l’incredibile bellezza del luogo.

Calò des Moro è vittima dell’overtourism causato dai social
iStock
Calò des Moro, Maiorca

I numeri parlano chiaro: oltre 1.300 video su TikTok hanno generato più di 10 milioni di visualizzazioni, mentre Instagram ha visto un’esplosione di hashtag dedicati al sito.

Questo improvviso aumento di visibilità ha attirato fino a 4.000 visitatori in un solo giorno e più di 1.200 auto in contemporanea, superando di gran lunga la capacità ricettiva del piccolo tratto di costa.

Un ecosistema fragile al collasso

Il risultato è stato devastante per l’ecosistema locale. Ogni anno scompaiono tonnellate di sabbia, portate via inconsapevolmente (o con indifferenza) da turisti tramite asciugamani, scarpe e zaini. Si calcola che vengano sottratti fino a 70 kg di sabbia al giorno, e circa sei tonnellate ogni tre mesi.

A questo si aggiunge un accumulo crescente di rifiuti: la lunga scalinata di accesso, composta da 120 gradini, è oggi ridotta a una discarica a cielo aperto. Lì, i visitatori abbandonano bottiglie, imballaggi, plastica e ogni genere di immondizia, deturpando un paesaggio che un tempo veniva protetto con cura.

Nonostante gli appelli delle autorità e degli stessi influencer (alcuni dei quali hanno rimosso i contenuti promozionali), la pressione turistica non accenna a diminuire. Il turismo incontrollato ha avuto anche impatti sulla fauna e sulla flora locali, oltre che sulla qualità della vita degli abitanti della zona.

La protesta degli abitanti: “Il turismo così non è sostenibile”

Il malcontento degli abitanti non si è fatto attendere. Le proteste si sono moltiplicate sia a Maiorca che in altre zone turistiche della Spagna. A Palma, la capitale dell’isola, sono scese in piazza oltre 50.000 persone per denunciare le conseguenze dell’overtourism e chiedere una regolamentazione più severa.

Anche a Barcellona si sono registrate manifestazioni significative, con circa 2.800 persone che hanno marciato sul lungomare esibendo cartelli con scritte come “Barcellona non è in vendita”.

Alcuni cittadini esasperati hanno persino adottato forme di protesta creativa, come spruzzare acqua ai turisti seduti nei ristoranti con pistole ad acqua. Le richieste sono chiare: un modello di sviluppo più equilibrato, che tuteli l’ambiente e i residenti, e metta un freno alla turistificazione selvaggia delle località più popolari.

Il caso di Calò des Moro rappresenta un campanello d’allarme per l’intero settore del turismo. La promozione sui social media può portare visibilità e crescita, ma senza una strategia di gestione sostenibile, anche il luogo più paradisiaco può trasformarsi in un inferno. Per il futuro del turismo, Maiorca e le Baleari dovranno puntare su un equilibrio tra promozione, tutela ambientale e benessere delle comunità locali.

Autore
SiViaggia.it

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