Davanti al mercato industriale delle sementi, alcune esperienze di resistenza e recupero
- Postato il 25 agosto 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 3 Visualizzazioni
.png)
di Antonella Galetta
Oggi, gran parte del mercato delle sementi agricole è dominato da poche multinazionali (tra cui Bayer, Syngenta, Chem China), che controllano oltre il 60% dei semi e il 75% degli agrofarmaci. Questo monopolio impone agli agricoltori l’acquisto non solo dei semi, ma anche dei pesticidi e dei prodotti chimici necessari, riducendo la biodiversità e mettendo a rischio la salute del pianeta e la libertà di scelta dei consumatori.
Un tempo i semi venivano selezionati in modo naturale, coltivati in condizioni ottimali e scambiati liberamente. Oggi, invece, le sementi disponibili sul mercato provengono da processi industriali che li rendono dipendenti da chimica e irrigazione. Il risultato è che gli agricoltori perdono autonomia, mentre si diffonde un modello agricolo monoculturale e standardizzato.
In risposta a questo scenario, in Italia nascono esperienze di resistenza e recupero dei semi antichi. In Trentino, a San Tomaso Agordino (BL), il progetto Orti rupestri mira a conservare varietà tradizionali grazie alla collaborazione tra amministrazione e comunità. In Piemonte, a Monastero Bormida (AT), il Mulino dei semi è diventato luogo di condivisione e scambio, volto a contrastare la perdita di biodiversità e a offrire opportunità lavorative ai giovani.
Esperienze simili si trovano a Roma con l’azienda agricola collettiva Semi di comunità, che coinvolge oltre 400 famiglie nella coltivazione senza chimica e nello scambio dei semi. Anche in Abruzzo e Molise si recuperano varietà tradizionali come la Solina, mentre in Calabria cooperative come Macramè coltivano su terreni confiscati alla ’ndrangheta, riportando in vita colture storiche.
Queste realtà, seppur piccole, dimostrano che è possibile costruire un’agricoltura basata su partecipazione, biodiversità e sostenibilità, opponendosi a un sistema dominato da logiche industriali e speculative.
Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
L'articolo Davanti al mercato industriale delle sementi, alcune esperienze di resistenza e recupero proviene da Il Fatto Quotidiano.