Ddl antisemitismo, Gasparri non può obbligare docenti e studenti a una formazione ad hoc

  • Postato il 15 ottobre 2025
  • Blog
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 2 Visualizzazioni

di Serena Cavalletti*

Il senatore Gasparri attraverso un Ddl non può imporre una formazione né agli studenti e alle studentesse, né al corpo docente, andrebbe contro l’autonomia scolastica e il Contratto Collettivo Nazionale.

Lui questo lo sa o almeno dovrebbe saperlo. Le scuole somministrano una formazione aggiuntiva rispetto ai propri ordinamenti, attraverso progetti che possono essere svolti al di fuori dell’orario istituzionale delle discipline, ma gli argomenti, i modi e i tempi sono stabiliti dal singolo istituto in accordo alle necessità emergenti. Nessuna scuola in Italia può essere tenuta per legge a organizzare una formazione su un dato tema.

Per quanto riguarda la formazione dei docenti invece forse il senatore Gasparri omette di considerare che da un paio d’anni è contrattualizzata. Il singolo docente può scegliere di frequentare corsi di formazione a propria discrezione e preferenza, per fare questo gode di cinque giorni di permesso annui, oppure decidere come collegio docenti del singolo Istituto (e qui torniamo all’autonomia scolastica di cui sopra) di organizzare una formazione collettiva che solo a quel punto diventa obbligatoria, da gestire al di fuori dell’orario delle lezioni nei modi e nei tempi perimetrati dal Contratto.

Di questo il senatore Gasparri dovrebbe avere contezza, come dovrebbe averla del diverso significato dei termini “antisemitismo” e “antisionismo”. Se il primo definisce atti di intolleranza e discriminazione verso una confessione religiosa, dunque una condotta perseguibile già dal dettato costituzionale che sancisce la libertà di culto, il secondo indica la critica alle politiche imperialiste e colonialiste dello Stato di Israele. Se per essere semita occorre essere ebreo, per essere sionista non è necessario, il sionismo è una condotta politica che non ha nulla a che fare con la religione e l’accostamento delle due antitesi è profondamente strumentale.

Certo è ovvio, le proteste di piazza terrorizzano questo governo, soprattutto nella dimensione e nella trasversalità di partecipazione che hanno avuto sulla Palestina. Ancora di più hanno fatto paura le scuole e le università occupate a parti politiche che hanno costruito la propria forza sulle cosiddette “passioni tristi”, quel malessere diffuso che connota questa epoca per il senso di impotenza, che attraversa tutte le classi sociali e le fasce d’età, funzionale alla frammentazione sociale, alla costruzione del nemico, a quel disagio che vorrebbero incanalare e alleviare attraverso il dispositivo rassicurante di un nazionalismo che stringe sempre di più il perimetro identitario dal patriottismo al tribalismo.

Tuttavia per quanto la si stia tentando di forzare, la scuola non può essere piegata né con le circolari (come quella dell’USR Lazio) che sono forti raccomandazioni e non prescrizioni, né con le famose Indicazioni che sono appunto ciò che il nome descrive, tantomeno con lettere ministeriali alla Società Italiana degli Editori sulla verifica dei libri di storia.

Allora, è lecito chiedersi, perché lo fanno? È pressione, politica e psicologica sull’elemento considerato strategico per la costruzione di una coscienza, anche politica nel senso più ampio del termine ovvero partecipazione alla polis. Ma anche stavolta credere e obbedire dovranno aspettare, anche stavolta i vertici ex missini di questa maggioranza dovranno accettare loro malgrado il funzionamento democratico e non coercibile dell’istituzione che è di fatto officina delle nuove realtà.

Il sapere e l’insegnamento hanno una loro autonomia garantita dalla Costituzione, possono anche chiederci di insegnare che la Terra è piatta ma noi non siamo tenuti a farlo. Di sicuro non possono impedirci di parlare dell’attualità e di dire la verità: i combustibili fossili e l’ipersfruttamento delle risorse sta devastando il pianeta, esiste il diritto di sciopero, Israele occupa illegalmente la Cisgiordania.

* Docente, componente del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione

L'articolo Ddl antisemitismo, Gasparri non può obbligare docenti e studenti a una formazione ad hoc proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti