Emesso il francobollo Codex

  • Postato il 9 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Emesso il francobollo Codex

Il francobollo Codex, per celebrare il X anniversario dell’iscrizione nella lista delle “Memory of the World” stilata dall’Unesco. La carta valore “Le eccellenze del patrimonio culturale” è concessa dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e distribuita da Poste Italiane.


Il 9 ottobre è un giorno importante per la città di Corigliano-Rossano e soprattutto per uno dei suoi simboli più importanti e più conosciuti nel mondo. Proprio dieci anni fa, nel 2015, il Codex Purpureus Rossanensis, veniva iscritto nella prestigiosa lista delle “Memory of the World” stilata dall’Unesco, la United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, e riconosciuto come patrimonio dell’umanità intera. Il Codex è un manoscritto onciale greco del VI secolo, conservato nel Museo diocesano e del Codex a Corigliano-Rossano. Al suo interno contiene i testi dei vangeli di Matteo e Marco, e una serie di miniature che ne fanno uno dei più antichi manoscritti miniati del Nuovo Testamento. Si tratta di una di quelle opere che uniscono arte e fede e che sono orgoglio non solo della regione Calabria ma anche dell’Italia.

FRANCBOLLO CELEBRATIVO E TECA APERTA PER L’ANNIVERSARIO DEL CODEX

Proprio in questo giorno nella sede stessa del Museo Diocesano e del Codex, sita nel centro storico di Rossano, avverrà l’emissione del francobollo “Le eccellenze del patrimonio culturale” dedicato al Codex, concesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e distribuito da Poste Italiane. La data è stata scelta per celebrare la ricorrenza del decennale e sono state organizzate una serie di importanti iniziative. Per l’occasione, infatti, accanto alla cerimonia dell’emissione filatelica e dell’annullo speciale, si vivrà un momento prestigioso con l’iniziativa “Sfogliando il Codex”, che prevede l’apertura straordinaria della teca in cui è custodito il prezioso Codex Purpureus Rossanensis e l’esposizione della miniatura scelta per la rappresentazione del francobollo. Inoltre, verrà presentata e inaugurata la mostra “Codex Purpureus Rossanesis”.

L’evento si terrà alle ore 16 di oggi. 9 ottobre 2025. Sarà ovviamente presente sua eccellenza Monsignor Maurizio Aloise, arcivescovo dell’arcidiocesi Rossano-Cariati nominato da Papa Francesco nel 2021. Uomo di fede e di dialogo, Monsignor Maurizio Aloise, ha svolto gli studi di Teologia presso l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro, ottenendo il Baccellierato. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha approfondito gli studi di Morale Sociale e ha studiato Mariologia alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum di Roma. Abbiamo avuto il privilegio di rivolgerli alcune domande in occasione dell’importante ricorrenza.

MONSIGNOR ALOISE: «IL LEGAME TRA ARTE E FEDE È PROFONDO E NECESSARIO»

Questa è una giornata importante perché oltre all’emissione del francobollo ricorre il decennale dell’iscrizione del Codex come Bene Unesco. Quanto è importante il rapporto fra arte e fede? «Il legame tra arte e fede è profondo, vitale, direi quasi necessario. La fede, quando è autentica, cerca sempre un linguaggio che possa esprimerla, che possa raccontare il Mistero che custodisce. E l’arte, in tutte le sue forme pittura, architettura, musica, miniatura, ha questa straordinaria capacità: dare forma visibile all’invisibile, rendere contemplabile ciò che altrimenti resterebbe muto per i sensi. Il Codex Purpureus Rossanensis ne è un esempio sublime. È un Vangelo, dunque Parola di Dio, ma è anche un’opera d’arte che colpisce per la sua bellezza, per la raffinatezza delle miniature, per l’uso del colore purpureo che richiama la regalità di Cristo.

In esso l’annuncio cristiano non è solo letto, ma visto, toccato, quasi vissuto. Questo è il dono più grande dell’arte sacra: ci introduce in un’esperienza di fede che coinvolge l’intera persona. In un mondo spesso frammentato e distratto, dove l’attenzione fatica a concentrarsi, l’arte ci aiuta a fermarci, a contemplare, a riscoprire il silenzio che parla, la bellezza che evangelizza. Celebrare oggi il decennale del riconoscimento Unesco del Codex significa anche riscoprire questo dialogo fecondo tra bellezza e fede, tra cultura e spiritualità, che è parte viva della nostra tradizione cristiana e del patrimonio dell’umanità».

IL CODEX COME SIMBOLO COMUNITARIO: «AIUTA A RITROVARE LE NOSTRE RADICI»

Il Codex è anche un simbolo importante di una comunità. In un tempo come il nostro quanto sono importanti i simboli? «I simboli non sono semplici segni: sono realtà dense di significato, capaci di parlare alla mente e al cuore, di connettere passato, presente e futuro. Il Codex Purpureus Rossanensis è uno di questi simboli. Non è solo un oggetto prezioso: è una memoria viva, un’eredità condivisa, un segno che ci parla della fede delle generazioni che ci hanno preceduto e della responsabilità che oggi abbiamo nel custodirla e trasmetterla. In questo contesto storico, in cui tanti riferimenti si stanno smarrendo e in cui le comunità rischiano di perdere il senso della loro identità, i simboli autentici diventano fondamentali. Ci aiutano a ritrovare chi siamo, a sentirci parte di una storia più grande, a rafforzare il senso di appartenenza.

Il Codex è simbolo della Chiesa, certo, ma è anche simbolo della nostra terra, della nostra gente, delle radici profonde che legano la fede alla cultura, il Vangelo alla vita quotidiana di un popolo. È un simbolo che unisce, che raccoglie sotto lo stesso sguardo le generazioni passate e quelle future. La sua presenza a Corigliano-Rossano, e il fatto che sia stato riconosciuto come Bene dell’Umanità, ci ricorda che la bellezza e la fede non sono tesori privati, ma doni da condividere, ponti da costruire. E in questo senso, i simboli – quando sono vissuti con autenticità -diventano strumenti di comunione, di dialogo, di speranza. In un tempo segnato da frammentazioni e da individualismi, il Codex ci invita a riscoprirci comunità, popolo, Chiesa in cammino: non solo custodi di un grande tesoro, ma anche suoi testimoni viventi».

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