Ex Ilva, Urso: “Non è previsto alcuno spezzatino”. Tra due settimane il ministro a Genova

  • Postato il 21 agosto 2025
  • Copertina
  • Di Genova24
  • 1 Visualizzazioni
Generico agosto 2025

Genova. Non ci sarà nessuno “spezzatino” per l’ex Ilva. A dirlo è il ministro delle Imprese Adolfo Urso nonostante il nuovo bando per la vendita preveda espressamente la possibilità di presentare offerte non solo per l’intero complesso industriale, ma anche per ciascuno dei compendi aziendali (Nord e Sud) o per i singoli rami d’azienda.

“Non è previsto alcuno spezzatino, ma si potrà valutare la possibilità di realizzare due diversi investimenti: uno per l’area Nord e l’altro per Taranto – ha detto Urso in un’intervista ad Affari Italiani – Ipotesi che potrà essere presa in considerazione esclusivamente nel caso in cui garantisse risultati complessivi migliori in termini produttivi e occupazionali, pur rimanendo la nostra preferenza per un unico complesso. Si tratta di una decisione che dipenderà molto anche dalle scelte di Taranto riguardo alla collocazione del polo Dri e quindi della nave rigassificatrice”.

“Le trattative per la vendita procedono – ha detto ancora Urso -. I tre grandi player internazionali che avevano partecipato alla gara precedente sono ancora in campo e auspichiamo possano presto aggiungersi anche altri soggetti. Tra le novità, è prevista la possibilità di presentare offerte anche per l’area del Nord, qualora ciò garantisse un miglior equilibrio in termini occupazionali e produttivi. Inoltre, si valuta l’ipotesi di un quarto forno elettrico a servizio di Genova e degli stabilimenti piemontesi“.

Ipotesi forno elettrico a Cornigliano, cos’è e cosa prevede

Dunque quella del forno elettrico a Cornigliano è ancora definita una “ipotesi”, sebbene il piano di decarbonizzazione presentato a sindacati ed enti locali in Puglia includesse anche i 2 milioni di tonnellate all’anno prodotti a Genova nel calcolo per arrivare a 8 milioni di tonnellate per l’intero complesso. L’area individuata è quella dell’ex centrale termoelettrica per un totale di 70mila metri quadrati con ricadute occupazionali stimate per 700 lavoratori in più. Per l’impianto Dri e la relativa nave rigassificatrice, invece, la scelta sembra essere esclusivamente tra Taranto (che manterrebbe la prelazione) e l’alternativa Gioia Tauro.

ex ilva progetto forno elettrico cornigliano
La collocazione del forno elettrico a Genova secondo il governo

Il forno elettrico, in effetti, sarebbe funzionale allo schema di un’ex Ilva divisa in due tronconi indipendenti tra loro. Oggi lo stabilimento di Cornigliano, per produrre banda stagnata e zincata, deve approvvigionarsi dell’acciaio prodotto a Taranto. Con una nuova area a caldo, alimentata da rottame o preridotto fabbricato altrove, l’impianto sarebbe del tutto autonomo e diventerebbe il punto di riferimento anche per le linee di produzione di Novi Ligure.

Ex Ilva, le condizioni del nuovo bando

Il nuovo bando di gara, che scade il 15 settembre, recepisce l’ultima autorizzazione integrata ambientale rilasciata per il sito di Taranto e fissa la decarbonizzazione non più come un’opzione, ma come un obbligo vincolante, in seguito all’intesa raggiunta con la Regione Puglia e gli enti locali. Lo stesso bando prevede appunto la possibilità di realizzare un forno elettrico e un laminatoio a caldo a Cornigliano. Non solo: la nuova offerta vincolante dovrà anche prevedere l’acquisto dell’intero magazzino e includere una nuova versione del piano industriale. Quest’ultima dovrà specificare il numero dei dipendenti che l’offerente intende mantenere nel perimetro aziendale, nonché la durata dell’impegno in termini occupazionali e di continuità aziendale.

Il ministro Urso atteso a Genova il 4 settembre, ancora molte incognite

Per ora, intanto, si mantiene il riserbo sulla visita a Genova annunciata da Urso per il 4 settembre. Il ministro ha dichiarato l’intenzione di incontrare non solo la sindaca Silvia Salis e il presidente della Regione Marco Bucci, ma “tutti gli attori”, anche quelli “sociali, sindacali e produttivi”, sul tema del forno elettrico che ha già suscitato numerose alzate di scudi. Non è chiaro perciò con quali modalità, in quali tempi e con quali soggetti il titolare del Mimit si confronterà sul territorio.

Negli scorsi giorni è stato ufficializzato un nuovo coordinamento unitario di comitati e associazioni No forno elettrico che riunisce una quindicina di soggetti con richieste ben precise: “La tutela prioritaria della salute e dell’ambiente, la riqualificazione dell’area industriale con progetti innovativi, puliti e ad alto valore aggiunto, e il coinvolgimento della comunità locale”. Un’opposizione “non ideologica ma fondata su dati: non intendiamo accettare scelte imposte  dall’alto, dannose per la salute pubblica”. La leader delle Donne di Cornigliano Patrizia Avagnina, che fin dagli anni Ottanta si era battuta per lo spegnimento dell’altoforno, aveva chiesto a Urso di mantenere l’impegno a confrontarsi anche con associazioni e comitati.

In ogni caso per dare il via libera a qualunque ipotesi di forno elettrico a Genova bisognerà rivedere l’accordo di programma, quello stesso accordo che dal 2005 sancisce lo stop definitivo della produzione a caldo, con garanzie occupazionali mai rispettate e bonifiche non ancora completate.

Autore
Genova24

Potrebbero anche piacerti